Lucas Hernandez

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Toxic

I miei occhi luccicano di felicità, posso percepirlo e so che anche tutti quelli che mi circondano lo sanno, la mia felicità è palpabile al mondo intero, sono riuscita ad avere un'intervista con Lewandowski, cosa molto difficile e che mi ha portat...

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I miei occhi luccicano di felicità, posso percepirlo e so che anche tutti quelli che mi circondano lo sanno, la mia felicità è palpabile al mondo intero, sono riuscita ad avere un'intervista con Lewandowski, cosa molto difficile e che mi ha portato non poche pene ma quando puoi parlare con uno degli attaccanti migliori al mondo ne vale la pena.

L'unico però a non essersene accorto, a non riuscire a cogliere quel briciolo di gioia, quell'orgoglio che invade ogni centimetro del mio corpo è proprio il mio ragazzo, continua a fissarmi dall'altro capo del tavolo come se nulla fosse, parlando solo e soltanto dei suoi allenamenti, non che non mi importi, anzi, ma vorrei anche io un pezzetto ritagliato dove poter parlare.

Abbasso lo sguardo sul mio piatto, mezza bistecca è ancora lì, il contorno di verdure al vapore non è nemmeno stato toccato dalla mia forchetta

"Perché non mangi?"- domanda il ragazzo passando in rapido esame me e il mio piatto, nel suo tono di voce però non c'è preoccupazione, sembra quasi asettica, distante

"Nulla, sono solo nervosa"- rispondo alzando lo sguardo e facendo un mezzo sorriso - "Sai, sono riuscita ad avere l'intervista dell'anno probabilmente"- neanche con il mio tono di voce palesemente ai massimi della felicità sembra importargli qualcosa, più lo guardo e più mi sembra di vedere il vuoto cosmico

"Con chi?"- sorrido a quel suo flebile interesse mentre me lo domanda

"Con niente di meno che Lewandowski"- rispondo orgogliosa

"Non se ne parla neanche, guarda come ti stai già esaltando per una cazzata"- a quelle parole, a quella durezza sembra che il mondo mi sia crollato addosso

Sapevo che non sarebbe stata una relazione facile, Dio se lo sapevo, con le sue accuse di violenza domestica ancora in atto, anzi, confermate perfino da un giudice, ma non mi aspettavo tutto ciò, o almeno, non volevo vedere e capire che sarebbe stata una relazione tossica.

È sempre stato così, un mio successo e una risposta che lo sminuiva, un suo successo, allora sì che lo era, eppure all'inizio non era così, mi sono innamorata perché si batteva per dimostrare che le voci sul suo conto sbagliavano.

"Sai, non ti facevo tipo da cena romantica"- affermo fissando le strade di Parigi fuori dall'enorme finestra - "E neanche che mi ci avresti portato a Parigi per il primo appuntamento"- aggiungo tornando a guardarlo negli occhi curiosa di sapere come mai tutto questo affanno

"Sono pieno di sorprese, e poi è il minimo no? Ti ho promesso fin dalla nostra prima chiacchierata che mi sarei impegnato a dimostrarti che sono il contrario di quello che dicono su di me"- mi sorride e dal suo tono sembra sincero così allungo la mia mano verso la sua con un sorriso dolce stampato in viso

"Basta, io ho chiuso con tutto questo, sono stufa di tornare a casa e non sentirmi neanche un minimo apprezzata per il mio lavoro, per i miei traguardi. Vaffanculo!"- dico posando il tovagliolo sul tavolo e alzandomi e andando verso la camera, allarmato si alza anche Lucas che mi guarda perplesso

"Quando mai io non avrei apprezzato un tuo traguardo spiegami"- dice afferrandomi il polso - "Solo per questa stupida intervista? È come tutte le altre che fai"-

"Allora anche le tue partite sono tutte uguali non credi? Avrei dovuto ascoltare tutti quegli avvertimenti, quelle voci sul tuo conto, parli solo di te stesso, mi tratti come una stupida ogni volta che litighiamo. Non hai mai, e dico mai, chiesto scusa!"- dico tutto d'un fiato fissandolo negli occhi - "Non ribattere che sai che è vero! E sai un'altra cosa?! Invidio un sacco la ragazza di tuo fratello, almeno lei viene trattata benissimo, io sono qui, usato come trofeo alle tue cene di squadre o sponsor, non posso quasi mai esprimere la mia opinione nonostante di calcio ne sappia"-

"Ma fammi il piacere T/n, ti ho sempre trattato bene, e poi pensavo ti piacessero quelle cene no? Avanti non fare la permalosa"- lo guardo furente, mi smollo dalla sua presa trattenendo le lacrime per il mio nervosismo

"Non mi hai sempre trattato bene Lucas, le tue cene da solo con dei tuoi compagni di squadra e tante modelle? Io sempre zitta, tu tiri su un polverone ogni volta che devo fare il mio cazzo di lavoro. Ottengo una promozione e nonostante ciò a casa si deve parlare solo ed esclusivamente di te, sei possessivo da far rabbrividire, sei infantile perché non accetti un 'no' come risposta."- sospiro e voltandomi di nuovo verso di lui dico - "Ho chiuso Lucas, ho davvero chiuso, sono stufa di essere trattata di merda, non me lo merito e Dio se sei peggio di tuo fratello minore!"-

"Smettila di paragonarmi lui ha una famiglia, ha dovuto mettere la testa a posto, io no, questo mi da delle libertà non credi? Non ti tratto male, non sminuisco i tuoi insuccessi e quelle cene sono solo cene"- la frase iniziale mi spezza qualcosa dentro, dando conferma a qualche dubbio che mi era sorto nell'ultimo periodo, alcune lacrime mi rigano le gote arrossate dalla rabbia

"No che non hai le cosiddette 'libertà' sono pur sempre la madre del tuo futuro figlio!"- mi esce di colpo, non ci ho pensato e nonostante il mio tono di voce sia pacato perché le urla mi hanno sempre spaventata, fin da piccola. Sbianco, non volevo dirglielo, non ancora, probabilmente avrei deciso perfino abortire vedendo come sta andando la situazione

"Bugiarda"- sussurra il ragazzo di fronte a me non credendomi

"Dai avanti allora, vai a vedere i cinque test che ho lasciato nel bagno, tutti positivi e si, non voglio ancora crederci perché non voglio crescerlo o avere una famiglia con te"- sputo acida andando in camera e buttando le mie cose alla rinfusa centro un borsone da palestra, lasciandolo così in salotto senza alcuna altra affermazione, nel vuoto che lui stassero ha creato fra me e lui.

𝐈𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚 || calciatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora