Nicolò Zaniolo

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Love me again
Nicolò's pov

Continuo a guardare il display del mio cellulare con morbosità e nervosismo

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Continuo a guardare il display del mio cellulare con morbosità e nervosismo.

Accendi, sblocca, apri whatsapp, chiudi tutto e blocca nuovamente; ripeto queste azioni come se mi venissero automatiche, un meccanismo di cui non posso fare a meno, non oggi. L'ho combinata grossa e l'ho nettamente fatta fuori dal vaso e ora rischio di perdere la ragazza che mi ha stravolto tutto, dalla mia visione delle relazioni al mio modo di pormi, specialmente con lei.
L'ho chiamata troppe volte, ho inviato troppi messaggi e ancora nulla, ormai è da ieri mattina che non la vedo, non la sento, il nulla più totale e se provo a chiudere occhio rivivo la scena di lei che sale sulla sua macchina e se ne va, con le lacrime agli occhi ma che, rigorosamente, non vuole mostrare.

'Non so cosa ci veda in te'

Le parole del suo migliore amico mi rimbombano ancora in testa come un ronzio fastidioso, più ci rimugino e più quella domanda indiretta inizia a far parte di me, perché è vero, cosa ci abbia visto in me lo sa solo lei. Quando torno nervoso a casa e la tratto con freddezza, o peggio ancora quando mi incazzo, quante volte l'ho vista piangere e asciugarsi le lacrime quando tornavo nella stanza, eppure era lí a cantare quel coro quando tornammo vittoriosi a Roma, era lì a festeggiare il mio rientro sul campo dopo infortuni e ricadute e c'era nel momento in cui non ero Zaniolo ma solo Nicolò: il periodo del mio infortunio più lungo in cui tutti mi davano per perso.

La sua pazienza e correttezza nei miei confronti è sempre stato il suo marchio di fabbrica inconfondibile, eppure mi teneva testa, ma solo nelle discussioni in cui lei riteneva di aver ragione e Dio se portava avanti le sue tesi, probabilmente per qualcosa in cui crede davvero arriverebbe a sostenerla fino alla morte. Cocciuta come poche ma anche tremendamente sensibile, specie quando si trattava di me. E ora l'ho ferita, molto più del mio solito, troppo sia per me che per lei.

'Tienitela stretta, ti ama davvero'

Le parole di mia madre sono al momento una pugnalata al cuore, lei che bocciava qualsiasi ragazza le portassi a casa (anche se poi se le faceva andare giù solo per vedermi felice) aveva visto qualcosa di speciale in lei, quel qualcosa che anche io ho visto ma che non ho saputo cogliere.

Il mio sguardo cade di nuovo sul mio cellulare, nulla, il silenzio di tomba piu rumoroso della storia, di certo lo sfondo del mio display non aiuta, le nostre espressioni felici di quella lontana vacanza sembra essere solo un ricordo opaco del passato e lasciano posto ad un arido presente.

Il rumore della pioggia sui vetri sposta la mia attenzione verso la finestra, sospiro sconsolato, non so dove sia e questo è peggio di una tortura medievale, ho bisogno di lei qui accanto a me, ho bisogno di sentire il suo profumo e lamentarmi dei suoi capelli che mi arrivano in faccia durante la notte, la rivoglio qui dove in non so quale modo riesce a convincermi a guardare Cars per la millesima volta, voglio quei momenti lì, voglio poterli riavere e godermeli perché non l'ho fatto abbastanza in passato.

Voglio poter avere di nuovo la sua testa sul mio povero braccio addormentato mentre lei si è appisolata sul divano, voglio poter ascoltare la sua giornata e che lei ascolti nuovamente la mia con quel suo sorriso stampato sul volto, quel sorriso di una ragazza innamorata persa che pende dalle mie labbra ma non ha paura di dirmi quando gioco male o darmi qualche suggerimento anche se ingenuo.

La amo e mi manca come l'aria dopo novanta minuti di partita senza la pausa primo tempo, nella giornata più calda dell'anno.

Sento una macchina fermarsi sotto casa e subito mi affaccio alla finestra, riconoscerei la sua Fiat 500 tra mille per colpa dell'ammaccatura a lato a causa di alcune mie indicazioni sbagliate sul parcheggio, scendo di corsa lasciando anche la porta dell'appartamento aperta, nonostante la pioggia mi fiondo fuori e appena scende da quella dannata macchina la abbraccio, incredulo di averla nuovamente tra le mie braccia.

"Non sarei dovuta tornare"- pronuncia quelle parole come una crudele sentenza, la voce piatta e attutita dalle gocce d'acqua che ci cadono addosso bagnandoci fino al più remoto angolo dei nostri vestiti - "Ma ti amo"- e quelle parole, mi ridanno linfa vitale, le prendo il viso tra le mani e la bacio

Si ritrae sotto il mio sguardo confuso per poi aggiungere - "Non farlo più, non posso sopportare tutto ciò un'altra volta"- e quell'ultimatum è il frutto delle mie cazzate, delle mie incazzature, è solo colpa mia e vederla così mi si stringe il cuore in una morsa dolorosa e appuntita come un cactus

"Te lo prometto T/n, mai più"- quella promessa serve a lei quanto a me, la voglio al mio fianco sempre anche con i suoi sbalzi d'umore

Sorride nonostante ormai l'acqua le abbia rovinato quel poco di trucco che le era rimasto dopo un pianto causato da me, si mette in punta di piedi cingendomi il collo con le braccia e mi bacia, ricambio stringendola a me e non volendola più lasciar andare.

𝐈𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚 || calciatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora