Paulo Dybala

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I wanna be yours

"Sono la tua psicologa Paulo e di tutta questa squadra, non posso lo sai"- dico rimettendomi il maglione bianco e alzandomi da quel morbido letto togliendomi di dosso il lenzuolo, anch'esso bianco

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"Sono la tua psicologa Paulo e di tutta questa squadra, non posso lo sai"- dico rimettendomi il maglione bianco e alzandomi da quel morbido letto togliendomi di dosso il lenzuolo, anch'esso bianco

"Vieni già a letto con me, quale sarebbe il problema?"- sospiro a quella sua ennesima domanda, lecita e comprensibile visto che ormai andiamo a letto insieme da mesi e mesi

"Paulo ne abbiamo già parlato"- sospiro mentre mi rinfilo anche i pantaloni - "Perderei il lavoro e finirei per non avere più occasione di fare ciò che amo nel futuro"- cerco di spiegargli guardandolo con un sorriso amareggiato

"Mollalo, trova qualcos'altro e tra un po' di mesi potremmo rendere pubblica la nostra storia"- si alza anche lui da quel morbido letto con già i boxer indosso e avvicinandosi a me, mi sorride e ad ogni suo cazzo di sorriso mi ritrovo sempre più impantanata in questa storia clandestina che non dovrebbe neanche esistere

"Non è facile trovare un lavoro di questo calibro Paulo, specie qua in Italia, cerca di metterti nei miei panni, non è semplice"- cerco di essere il più comprensiva possibile perché anche io vorrei mollare tutto per smettere di vivere nel segreto e nel terrore di perdere ciò per cui mi sono sforzata tanto

"Lo so ma potrei fare qualche chiamata, insomma potrei trovare una soluzione"- le sue mani si posano sui miei fianchi in modo delicato e quasi impercettibile perché lui è così, delicato in ogni suo gesto nei miei confronti, cura ogni dettaglio anche il più stupido ed è questo che amo di lui

"Non voglio essere raccomandata"- dico posando la mia testa sul suo petto nudo, al mio avvicinamento posso percepire il suo cuore battere più forte, frenetico quasi ed è incredibile come io possa fargli quest'effetto

"Non lo saresti mai, sei bravissima in quello che fai"- mi rassicura stringendomi a lui accarezzandomi la schiena da sotto il maglione percependo le sue dita fredde in confronto alla mia schiena ancora calda

"Non è vero altrimenti non sarei qui"- sospiro non staccandomi un secondo da quel contatto di cui ho un disperato bisogno, perché ogni momento che passo vicino a lui è come droga, ne necessito sempre di più e prima o poi questa cosa giocherà in mio sfavore

"Sono io che ci ho provato con te ricordi?"- e come potrei dimenticarlo? Come potrei scordarmi di quei cioccolatini? Di quel regalo di compleanno e di quegli auguri? Di quel modo di porsi così gentile al contrario di altri giocatori?

"Ma sono io che ho ceduto"- sospiro nuovamente, sconsolata, e quelle parole rimangono lì ad aleggiare nell'aria per altri istanti, i quali mi sembrano infiniti

"Va bene, però concedimi di scoprire se in altre squadre dello stesso spessore cercano ok?"- scende ad un compromesso ed io alzo il viso godendomi i suoi lineamenti così giovanili rispetto alla sua età, a quegli occhi che mi hanno fatta cedere, a quel suo sorriso rassicurante che sembra la mia luce nell'oscurità come Virgilio per Dante.

Annuisco accettando quel piccolo scendere ad accordi.

Qualche ora dopo...

La partita è ormai iniziata da trenta minuti buoni, ed io sono vicino alla panchina della squadra, sugli spalti, a prendere appunti insieme a qualche altro dipendente ma tutti con qualche ragione differente, la mia mansione è quella di capire i momenti di down e quelli di up, lavorandone poi in sedute private o in gruppo.

Paulo è in piena forma come da inizio stagione e ha già segnato, sembra essersi ripreso completamente dalla stagione scorsa e questo non può che farmi piacere, ed eccolo che segna il suo secondo goal provocandomi un senso di orgoglio che non posso neanche esprimere in pubblico, ma sorrido come un'imbecille fissando la sua esultanza, diversa da quella che ormai è il suo marchio di fabbrica.

Fa un gesto alla telecamera vicino alla porta ma sono distante per capirlo, guardo così il mega schermo che sta mandando la sua esultanza e quasi sbianco, ha appena fatto l'iniziale del mio nome! Sbatto gli occhi più volte incredula, incapace di realizzare ciò che ho appena visto.

Cerco di contenermi in un misto di emozioni che non riesco a distinguere, ironico per una psicologa, ora cosa posso fare? Dio mio che disastro però è anche vero che il suo gesto è splendido, mi ha fatto sentire come l'unica ma adesso?

Rimango in un limbo di panico e felicità per tutta la partita, quando finisce sospiro quasi di sollievo ma la sensazione dura ben poco, mi ritrovo ad ascoltare l'intervista a Paulo.

"Allora a chi è dedicato il tuo secondo goal? Insomma abbiamo visto tutti che deve essere una persona speciale"- la voce della giornalista mi fa quasi rabbrividire per il terrore della sua risposta

"Sì lo è, lei è la persona speciale di questo momento della mia vita, è la mia luce nella nebbia"- la risposta di Paulo è contornata dal suo sorriso, non uno dei soliti di circostanza ma quelli che di solito ha parlando delle persone a cui tiene o di calcio e lì capisco, voglio poter stare con lui senza paura, devo trovare la soluzione e in fretta.

𝐈𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚 || calciatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora