Capitolo 10- Enigmi da interpretare... O forse solo maschere di Halloween

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Ellen

«Sei emozionata per la festa di hallowen, Ellen?» chiede entusiasta Anne.

Certo, emozionantissima...

La mattina dopo, rimuginando ancora sul sogno - o incubo - di ieri, non avrei voglia di spiaccicare minimamente parola, come sempre d'altronde. E questo Anne sembra notarlo, difatti non esita a chiedere.

«È oggi?» domanda, e sento il suo battito e respiro accelerare fin da dove sono seduta io, nonostante lei sia ad almeno quattro metri da me.

«No...»

Non è oggi.

L'anniversario di morte dei miei genitori,

e anche di qualcun altro.

Sembra sollevarsi dalla mia risposta negativa, così ritorna al suo argomento preferito: tormentarmi con la mia scarsa vita sociale, che sta avendo riscontri positivi. E già mi sta venendo l'ansia.

«Andrai mica con quel bel ragazzo alla festa?» Oh, no.

«Quale ragazzo?» Sì, certo. Perché secondo te se la beve?

«Ellen Mia Williams!» esclama d'un colpo.

Oddio, che ho fatto?!

«Anne Meredith!»

«Sai esattamente di chi sto parlando!» E ovviamente, alla conversazione non manca di certo il suo amato mestolo che mi punta contro. Sono le 7 del mattino! Cosa ti ci fai con un mestolo da cucina alle 7 del mattino?!

«L'hai presa sul personale, Anne.» Non è una domanda, è un'affermazione. Sembra tenere a cuore questo misterioso ragazzo che fino a ieri non conoscevo nemmeno-

Oddio.

Santissimi numi.

Ed è in questo preciso istante - avete il mio consenso di scattare una foto alla mia faccia perché sono scioccata anch'io - che la realtà mi cade addosso come un pezzo di cemento in pieno cranio.

L'ho baciato. No. Lui mi ha baciata.

Ci siamo baciati.

Un bacio a stampo ma pur sempre un bacio.

Però l'ha fatto quando ero in preda ad una crisi isterica piuttosto forte. E se non gli fosse neppure piaciuto? Insomma, che ne posso sapere io? Il massimo a cui mi sono aspirata è stato baciare la mia sorellina e i miei genitori. Ma vaffanculo, Ellen! Tu stavi morendo soffocata con un attacco di cuore integrato e pensi se gli sia piaciuto baciarti?! Sono scioccata persino io dal mio io interiore sinceramente, e dal mio modo di rispondergli. Allora, prima viene il dolore poi il dubbio su tutto il processo e degli avvenimenti durante. Se dovessi venire sparata ad un fianco in coda al supermercato e di colpo per puro senso istintivo mi venisse di afferrare i biscotti sul nastro nero io me le farei due domande sulla mia normalità.

Sentite, nella mia testa il mio ragionamento ha senso.

«Ellen!» Altro cemento in testa. «Che succede, stai male?»

«No...» sussurro appena.

Anne mi mette una mano sulla fronte e sospira togliendola dopo qualche secondo.

«Menomale, non hai la febbre. Sei sbiancata tutto d'un colpo come se avessi chissà che cosa.»

E ci credo!

Ho rivisto me stessa in quel bagno del bar del quartiere accanto e la visione di me aggrappata ad un pacco di biscotti mentre qualcuno cerca di assistermi durante una sparatoria nel supermarket del proprietario Mark qui dietro l'angolo, e dove i biscotti, tra parentesi, fanno schifo. Quindi ci perderei lo stesso! Sia la vita che i biscotti...

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