Capitolo 17- Rivelazioni dolci come lo zucchero e peccaminosamente piccanti

3.5K 113 64
                                    

Ellen

Sto andando a fuoco.

«Perché io lo ammetto, che a te ti preferisco nuda.» È una provocazione, lo so. Ma è così che si riaccende quel desiderio di quando eravamo nel bagno in quella serata che sembra essere stata secoli fa ed invece di tempo ne sarà passato all'incirca mezz'ora da all'ora. Eccitazione, rabbia e felicità accantonate adesso scoppiate. Ma una prevale più di tutte tra queste: imbarazzo. Terrore o senso di urlare "aiuto", è uguale. E lui lo percepisce benissimo. Perché Logan si piega in due dopo aver stretto le labbra tra loro per trattenersi, ma non ci riesce. Messa su questo piano fa ridere molto pure me la situazione.

«Beh, in realtà mi piaci anche con gli ugg, tuta e felpa grigia, perché so che sarà venerdì di scuola e tu sarai a prima ora a lezione di educazione fisica con i tuoi due bicchieroni di caffeina presi al bar prima di scuola.» E che tu mi farai cadere scontrandoti con me ma a ruoli invertiti?

Una minuscola lampadina si riaccende nella mia testa, e la voglia di piegarmi in due dalla risa mi fa fuoriuscire la frase che sto per dire mettendolo in uno stato confusionale troppo divertente.

«Oh beh, peccato. Avrei tenuto conto della prima opzione, mi stavi convincendo...»

Lui sbianca.

Io cerco di fare la maliziosa quando l'unica cosa con malizia che ho è la gelatina alla frutta oramai sciolta in bocca.

E prendiamo consapevolezza che tra burla e stuzzicate, staremmo per ricreare la scena di meno di un'ora fa, se non fosse per un colpo di tosse che mi fa cadere in un immediato imbarazzo terribile.

«Ragazzi, che ne dite di guardare un film con la piccola Michelle?» chiede Anne, o forse il suo è un punto netto? Non saprei proprio, ma accetto senza esitazione, e mi trascino Logan dentro la mia stanza richiudendo la porta velocemente. E lo stronzo ride. Ride!

«Non è affatto divertente!» mi ritrovo a dire rossa in faccia. La mia esclamazione, oltre a far piegare in due il pupazzo vivente, fa girare con un cipiglio in fronte mia sorella. Lei, appena capito tutto, ridacchia e da lì penso di essermi trasformata direttamente in un peperone luccicante d'argento.

«Le hai regalato anche a lei un peluche, visto che è tutta rossa sulle guance? Guarda, ci assomiglia ora.» si rivolge a Logan, mentre fa capolino il suo stitch gigante rosa per mostrare la sua "somiglianza" con la sottoscritta.

«Sai che in verità no. Tu quale mi consiglieresti di comprarle, Michelle?» Michelle, non dargli corda, ti prego.

«Un delfino!» Oh no! E perché so già quel che uscirà da quelle magnifiche labbra?

«Un pesce! Animale marino magnifico, mi complimento con te.» Oddio... in un batti baleno sono davanti a lui per tappargli la bocca, ma quel che aveva da dire l'ha già detto. Così, con le sopracciglia alzate, fissa la mia bocca in modo insistente, mentre una mia mano è sulla sua spalla destra e l'altra sulla parte inferiore del suo viso, le sue mani sono sul mio bacino. E non mi accorgerei nemmeno del fatto che stiano scendendo se non per...

«Mani a posto, gutt.» Cavolo, Michelle! Per un attimo me ne ero totalmente dimentica... «E poi il delfino è un mammifero marino, non un pesce!» La adoro. Ci stacchiamo immediatamente, lui un po' più restio di me. «Allora, se avete finito di sbaciucchiarvi, si giocaaa!» tralasciando il fatto che ha detto "sbaciucchiarvi", si inizia a giocare veramente. E lui prende proprio sul serio i giochi di una bambina di otto anni.

«Hai vinto a quanto pare, di nuovo.» dico sospirando guardandolo. Bah, almeno al gioco dell'oca potrebbe fingere un minimo di lasciar vincere qualcun altro.

Behind the SilenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora