Capitolo 14- Think mascara, don't cry for boys

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Ellen

Come promesso, alle otto del mattino sono davanti agli armadietti, mentre guardo le tre ragazze che stanno diventando sempre più mie amiche correre a raffica verso di me.

«Ragazza scomparsa ritrovata che sto per ammazzare!» Chi potrà mai essere? Indizio: è diretta e se ne fotte dell'opinione di tutti.

«Bionda.» questa è la gemella dell'altra che ugualmente se ne frega delle dette altrui.

«Ellen.» mi chiama semplicemente Grace, quella elegante del gruppo.

«Tu, stasera, uscire...» dice con l'affanno e le mani sule ginocchia Harper, però, sorpresa: non è rivolta a me. Ringrazio gli avi.

«Io?!» esclama Ashley ridendo.

«Sì, tu.» conferma Grace.

«Se non è Luke Thompson te lo scordi!» E si gira sventolando i capelli neri, ma io la prendo dalle spalle facendole cambiare nuovamente direzione.

«Su questo potrei essere d'accordo con te, tralasciando il fatto che abbia trentacinque anni e noi a malapena diciassette anche se non mi dispiacerebbe lo stesso, però è già tutto organizzato.» le riferisco. Ieri sul tardi potrebbe essermi arrivato un messaggio - un bel pò di messaggi - in cui c'era riferito, sempre per puro caso, tutto il piano da attuare...

«Mai sentito parlare di age-gap?» Ma per favore, parli con una professionista. « Comunque assolutamente n-»

«Reclamo il giuramento delle migliori amiche!» dicono Harper e Grace all'unisono.

«Non potete!» si rivolge a loro con gli occhi usciti di fuori.

«Possiamo eccome.»

«In che consiste?» domando, e manco avessi ammazzato qualcuno me lo spiegano con molta "tranquillità".

«Non puoi non saperlo!»

«Esatto!»

«In pratica ognuna di noi appena reclama questo "giuramento" è costretta a fare quella cosa in nome dell'amicizia.» si preoccupa a dirmi Ashley, mentre le altre sono incredule di faccia alla mia ignoranza in materia. Sentite, non ho mai avuto amici, se non i mostri nella mia testa con tanto di sorrisino e fiocchetto. «E, ovviamente, tu ora sei inclusa.» conclude.

«Davvero?» chiedo, adulante.

«Certo.»

Potrei piangere.

«Allora lo reclamo anch'io. Quindi, stasera si va al bowling, amica mia.» interferisco in quella che sarà la sua tortura mentale e fisica, prima di dirigersi tutte e quattro al bar saltando la giornata scolastica per andare a spassarcela aspettando la sera.

***

«Mi spiegate per l'ultima volta chi è il tipo?» chiedo alla ragazza nascosta dietro gli occhiali da sole per non farsi vedere. Vorrei dirle che dà più nell'occhio essendo al chiuso con mille luci e col buio pesto fuori, ma è così calata nella parte che potrebbe fingere di essere non vedente e risolvere la situazione.

«Un certo Wilhelm Griffin.» mi informa Harper. Grace ha detto che ci raggiungerà tra poco. Non vedo invece un certo Logan Even da una certa intera giornata...

Due dita mi scoccano davanti, riportandomi alla realtà, cioè al piano e alle patatine fritte con cheddar e bacon che abbiamo al centro del tavolo.

«Oh, ci sei?» mi chiede, ricordandomi del piccolo particolare che mi ha omesso ieri per messaggio e che mi ha detto solo adesso.

Behind the SilenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora