Birthday's Presents || Larry Stylinson AU

Capitolo 12

Il giorno del concerto era arrivato e con questo erano arrivate anche tutte le paure di Harry. Non aveva mai avuto timore del palco, lo aveva calcato talmente tante di quelle volte che ormai per lui era diventata una bella routine, nemmeno le migliaia di persone che erano davanti a lui lo spaventavano più, aveva capito, ci aveva messo un po', che quelle persone erano lì per lui e quindi non poteva fare altro che renderle felici nel modo in cui lui sapeva fare meglio: cantare. Ma quel giorno di metà ottobre, era spaventato, estremamente terrorizzato e non per la presenza del principe e la duchessa d'Inghilterra, di loro ad Harry interessava ben poco, ma perché sperava che in quel teatro arrivasse presto il suo Louis. Ne era sicuro, sarebbe venuto ed Harry avrebbe cantato per lui. Aveva cambiato la sua solita scaletta, togliendo una sua canzone per inserire una che aveva sentito per la prima volta solo tre settimane prima. Questa scelta dell'ultimo secondo aveva fatto impazzire i fonici ma ad Harry non interessava, doveva cantarla, doveva cantargliela.

Harry espirò più aria possibile dai polmoni, si sentiva nervoso e trovarsi già in teatro a quell'ora della mattina non lo rendeva migliore. Ed aveva provato a confortarlo in qualche modo, qualsiasi, a cacciargli qualche parola dalla bocca o semplicemente a farlo sorridere ma no, Harry continuava a fissare la platea davanti a lui.

«Harry ti sta squillando il telefono» - strillò Sheeran per sovrastare la voce di tecnici e sceneggiatori che stavano sistemando le ultime cose. Harry non sentì minimamente, era impegnato a parlare con uno degli autori del concerto per questo decise di risponde alla chiamata, in fin dei conti era solo Gemma.

Ed appena finì di chiamare notò il blocco schermo e chiese spiegazioni a Sam che scosse le spalle, Smith ne sapeva davvero poco di tutta quella storia se non le poche cose che Ed gli aveva detto durante una delle loro serate. Entrambi aspettarono Harry per chiedere chi fosse quel ragazzo biondo dall'aria così divertita, quei due erano davvero troppo pettegoli e curiosi, non appena il riccio si avvicinò, Sam chiese - «Chi è il biondino che hai come sfondo del telefono?» - Harry arrossì, non gli interessava minimamente che i suoi amici avessero visto il telefono, non aveva niente di così compromettente, forse qualche messaggio di Louis un po' spinto, avevano iniziato a prenderci gusto con quel tipo di messaggi scurrili - «Oh è solo Louis»

«Solo Louis?» - disse sbigottito Ed - «Ti ha mandato una sua foto?»

«Più o meno, l'ha caricata il suo migliore amico su Twitter»

«Ma avevi detto che volevi vederlo dal vivo la prim-» - Harry alzò gli occhi al cielo, sapeva bene cosa aveva detto - «È capitato okay? E sono contento, mi piace ed ora non rompete più le palle»

«Nervoso per essere solo le undici di mattina» - scherzò Sam procurandosi un'occhiataccia, un'altra, da Harry - «È molto carino comunque»

«Lo so» - fece il riccio sgarbatamente, prima di prendere le sue cose e dirigersi verso la sala trucco per le ultime prove, nel percorso per arrivare si ripeté, come un mantra, di stare calmo, era decisamente troppo nervoso ed eccitato per quella sera. Arrivò al suo camerino e sorrise alle due donne per poi abbracciarle. Le conosceva da così tanto tempo che le considerava un po' parte della sua famiglia, aveva davvero vissuto ogni genere di esperienza con loro.

«Stasera devo essere al meglio, Lottie»

***

«Sono troppo elegante? I capelli stanno bene? I biglietti dovrei darglieli subito o tenere tutto alla fine?» - disse velocemente Niall, aggiustandosi nuovamente i capelli davanti il grande specchio della camera di Louis, da quando aveva deciso di lasciarli allungare, quei capelli non trovavano un attimo di pace, un po' come Louis che era stato letteralmente cacciato dal suo letto. Il biondo era un fascio di nervi e Louis non riusciva a capire davvero perché finchè Niall non gli mostrò un pacchetto di velluto nero.