Capitolo 45

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Niall iniziò a fissarsi allo specchio della sua vecchia camera da letto, alle pareti ancora affissi vecchi poster -tra cui uno di Harry Styles che aveva decisamente strappato prima che qualcuno lo potesse vedere o ricordare - era maledettamente tanto agitato. Il diploma, i quattro anni di università, la laurea, tutti gli ostacoli che aveva superato durante la vita sembravano niente in confronto a quello.

Passò le mani sudate sul completo costoso, era più di mezz'ora che stava cercando di annodare la cravatta di seta grigia ma sembrava proprio non riuscirci, era sempre troppo stretta, troppo soffocante.

«Oh al diavolo!» - la sfilò malamente, buttando il costoso pezzo di stoffa sul letto prima di sedersi ed iniziare a sbuffare, emettendo suoni senza senso e sfogando tutta la sua agitazione su tutto ciò che gli passava sottomano: un calzino, il peluche di una foca che Liam aveva vinto la prima volta che erano andati al lunapark, era finito anche a mangiarsi le unghie e - "Devo stare calmo, mi sto solo sposando...Cazzo mi sto per sposare!" - allora scattò dal letto nuovamente, iniziando a camminare avanti e dietro per la piccola camera azzurra, avrebbe sicuramente tracciato un solco sulla moquette se non avesse smesso nell'arco di pochi secondi.

Niall Horan: Hai un jet nascosto da qualche parte?

Harry Styles: No mi dispiace.

Niall Horan: Pezzente, Mariah Carey ce l'ha.

Panico.
Panico.
Ancora panico.

Il ragazzo si guardò ancora una volta allo specchio, non era pronto e se Louis non si fosse presentato di lì a subito lo avrebbe davvero preso a male parole, non era agitato o nervoso, ma cazzo, si stava per sposare, il suo migliore amico era in ritardo e stava sudando come un maiale!

Niall Horan: Perché Louis è in ritardo?

Harry Styles: Oops...

Niall Horan: Può camminare?

Niall Horan: Deve portarmi lui le fedi, non può zoppicare!

Harry Styles: Tranquillo, può camminare. Magari per altri cinque o dieci minuti gli farà male la bocca...

Il biondo buttò il telefono tra l'ammasso di vestiti presenti nella sua camera cercando di non pensare ad Harry e Louis ed il loro sesso orale mattutino, se non fosse stato così nervoso per il suo matrimonio, avrebbe iniziato ad urlare, chiamando ognuno dei suoi amici per riferirli quella splendida notizia, ma non era il caso, non in quel momento almeno.

Stava pur sempre per sposarsi e al diavolo, avrebbe parlato con Ed, Sam e Lucas subito dopo il ricevimento, non poteva tenersi per sé quell'informazione così preziosa ed essenziale, avrebbe chiesto poi ogni più piccolo ed intimo dettaglio a Louis, per amicizia certo, il fatto di aver sognato per quasi tutta l'adolescenza di fare un pompino al cantante Harry Styles, non c'entrava nulla, assolutamente.

«Non posso rimandare il matrimonio a causa del caldo e di questo cazzo di sudore?» - disse tra sé il ragazzo, osservando la camicia leggermente pezzata sotto le braccia - «Cazzo! Cazzo! Cazzo!»

Matrimonio rimandato a novembre per causa di sudorazione eccessiva dello sposo.

Lui voleva Liam, voleva essere suo marito, passare tutto il suo tempo con lui e la famiglia che presto avrebbero messo su. Semplicemente non voleva farlo davanti a tutte le persone che sua madre aveva invitato, gente altoborghese a cui Maura Horan doveva dimostrare quanto suo figlio fosse realizzato.

«Battere la testa contro lo stipite dell'armadio non aiuterà a niente. Ti procurerà solo un bernoccolo che rovinerà la maggior parte delle foto e sappiamo che non vuoi» - la voce di Louis arrivò ovattata alle orecchie del biondo che sì, effettivamente stava davvero sbattendo la testa su un'anta dell'armadio.

Birthday's Presents || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora