Capitolo 52 (Parte 1)

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Louis lo osservò rapito compiere quei gesti naturali mentre il suono delle loro risate riecheggiava nelle sue orecchie, forse anche nel petto. Era bello, bellissimo, vederli così; talmente tanto che pensava quasi fosse irreale, tutta quella felicità lì. Invece era vera, espressa e lo aveva travolto in pieno.
Harry erano le scuse di Dio, pensò Louis, mentre scattava una foto; l'avrebbe tenuta per sé.

Si era steso su una vecchia coperta ed aveva iniziato ad osservare l'ultimo sole di settembre mentre, a pochi passi da lui, Aiden sulle spalle di Harry cercava di intravedere qualche cervo - «Hally prendimi in braccio così divento alto come te» - sbracciando e dimenandosi ogniqualvolta che pensava di averne visto uno. Avevano promesso al piccolo una giornata come quella durante una delle tante proiezioni di Bambi e Louis prima di abbandonare l'Inghilterra aveva sentito il bisogno di portare suo figlio in quel luogo che, durante la sua infanzia, aveva visto i momenti più spensierati e belli, dove ricordava ancora il viso di sua madre e l'odore di dolci alla marmellata. Voleva far vivere ad Aiden il maggior numero di ricordi possibili perché aveva una tremenda paura che, presto o tardi, i servizi sociali lo avrebbero ritenuto inidoneo come padre affidatario, declinando la sua domanda di adozione e lui una vita senza il suo piccolo campione, senza suo figlio, non voleva viverla.

Ma non si permetteva di essere triste, non quando le risate nitide di Harry ed Aiden riecheggiavano tra le colline del Richmond Park - «Visto mamma, anch'io ho portato la mia famiglia qui» - sussurrò malinconico, sentendo una morsa stringergli il petto. Tutta la felicità, quella che sentiva scorrere addosso, non avrebbe mai annullato del tutto la necessità di sentirsi ancora figlio, di avere sua madre al fianco.

Essere padre però, lo aveva avvicinato al suo. Lui ed il dottor Hardy stavano cercando di costruire un rapporto, o almeno le basi. Inizialmente era stato strano: le cene, i caffè, i consigli e le raccomandazioni; stavano cercando di recuperare il tempo perso, nonostante alla fine finissero entrambi per parlare di qualche nuova scoperta nel campo medico-scientifico o di Aiden e dei suoi piccoli passi. Era stato un pessimo padre ma poteva recuperare essendo un grande e giovane nonno, teneva sempre a sottolineare.

Il cantante afferrò per la vita il piccolo e lo posizionò sulla coperta di fianco a Louis, completamente rapito dalle sfumature rossastre del tramonto. Harry lo osservò per una manciata di secondi, calcò lo sguardo su quel profilo dolce illuminato dalla debole luce, le ciglia lunghe, le guance scavate, le labbra sottili dove depositò un leggero bacio seguito da un sonoro 'Bleah' da parte di Aiden ed allora iniziarono a ridere tutti. Avrebbe voluto restare in quel limbo di felicità per tutta la sua vita, dove le sue iridi chiare potessero godere di quella vista in ogni momento.
Era quello il momento giusto, pensò il cantante.

«Lou, devo mostrarvi una cosa, una sorpresa» - Il ragazzo annuì semplicemente, lasciandosi trascinare fuori dal parco senza fare domande o opporre resistenza, si lasciò guidare da Harry e dalla mano destra che gli stringeva il fianco mentre con l'altra teneva Aiden al petto ed avrebbe voluto chiedergli di sposarlo lì, in quel momento, su due piedi. Mentre camminavano per strada l'uno stretto all'altro verso una direzione sconosciuta, avrebbe voluto chiederglielo lì, sotto gli sguardi stupiti della gente ma lui era un romantico di altri tempi ed avrebbe aspettato il momento adatto, quello giusto, senza dire nulla a Niall.

Camminarono così per un paio di isolati, in estremo silenzio. Harry sorrise ad un paio di signore che lo avevano riconosciuto ma non si era fermato, doveva portare Louis in un posto. Gli strinse ancora di più il fianco mentre sentiva le viscere interne torcersi per l'ansia, gli veniva quasi da rimettere mentre la sua testa creava gli scenari peggiori: Louis forse avrebbe trovato ridicolo tutto quello, gli avrebbe detto di no, lo avrebbe lasciato lì su due piedi. Non c'era nessun tipo di certezza in lui in quel momento, solo speranza e l'idea di voler costruire un futuro insieme.
Harry si bloccò davanti ad un cancello nero che non lasciava intravedere l'interno dell'abitazione, guardando fisso l'espressione confusa di Louis - «Che ci facciamo qui?» - chiese incerto, non capendo il motivo per cui si fossero fermati davanti quella casa.

Birthday's Presents || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora