Christmas' Presents

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I do want to think a lot, think a lot about you
I feel that I need you, impossible it's possible
This is the truth
And think I'm in love with you.


Natale in casa Styles-Tomlinson, con aggiunta dei frustrati Payne-Horan, un innamorato Sam Smith ed Ed che si è ricordato di passare a prendere il vino.

Aiden toccò di nuovo lo schermo, come se sfiorandolo potesse arrivare prima al suo papà. Sentirlo. Invece era dietro uno schermo, a migliaia di chilometri da lui, da loro. Non lo vedeva da quasi sette settimane: aveva contato i giorni sulle sue mani fino a perdersi nei giorni, aveva chiesto a tutti quando papà Harry sarebbe finalmente tornato. Gli mancava, seppur a lui non diceva nulla, quella sensazione di malinconia, di essere completo solo in parte, la teneva per sé.
Come Louis. Louis che sembrava procedere per inerzia da quando Harry aveva iniziato il nuovo tour. Nessuno dei due, padre e figlio, avevano dato voce a quella mancanza, non sarebbe servito a nulla, perché nessuno poteva farci nulla, entrare nella solitudine dell'altro. Andavano a compensazione. Riempivano gli spazi. Dipingevano addosso buon umori e gli mostravano in videocamera ad un assonnato Harry. Ma senza di lui andava tutto male, senza di lui stava cadendo tutto a pezzi.
Vuoti.
Louis senza la metà di se stesso.
Aiden senza le sue buonanotte, senza nessuno che lo portasse sulle spalle quando era stanco, senza altre mille cose.
Ed Harry di questo non sapeva nulla, vedeva i loro sorrisi la sera e questo bastava per sentirsi meno in colpa per averli lasciati a Londra, in pieno inverno, mentre lui girava il mondo e di quelle sette settimane, non ne sentiva il peso. Stava bene con la sua musica, nel suo mondo. Negli ultimi due anni gli era mancata come l'aria quella sensazione di potere, quel mostrarsi a migliaia di persone solo con la sua chitarra mentre cantava pezzi di vita, quotidianità lasciate a Londra, lontano. Si sentiva vivo come non mai e non più l'ombra di se stesso, non più solo un padre. Era tornato ad essere Harry Styles, il cantante, il personaggio, il candidato ai GRAMMY's.
Certe notti, quindi, era stato semplice lasciarsi andare, vivere in quel mondo fatto di luci e dimenticare chi, a casa, aspettava solo di sentire la sua voce.

«Non risponde?» - chiese Louis, avvicinandosi alla poltrona dove il bambino teneva sulle gambe il computer portatile con una chiamata Skype senza risposta, ancora. Aiden scosse la testa e Louis quasi si sentì lui stesso in colpa per quelle labbra strette in una morsa e gli occhi lucidi. Non era lui che doveva sentirsi così - «Sarà impegnato ancora con il lavoro, proviamo domani mattina» - non era lui.

«Ma papà torna?» - e per la prima volta in tre anni di matrimonio, quattro da loro, non aveva una vera risposta che non risuonasse come la più falsa delle promesse. Non rispose, preferì tacere - «Andiamo a letto, Ranocchietta!» - e con un'amarezza che dominava tutto il suo umore, afferrò le mani di Aiden e lo portò a letto, rimboccandogli le coperte del Re Leone - «Buonanotte»

«Buonanotte papà Lou» - ed anche per quella notte, non ci sarebbe stato nessun altro papà a cui augurare una buonanotte. Solo uno.

A: Harry
Buonanotte.

Harry guardò lo schermo del suo telefono personale illuminarsi, segnalare la presenza di un messaggio. Guardò l'anteprima, sorrise e si appuntò in mente di rispondergli il prima possibile, magari chiamarlo poi tornò a dare retta agli amici di cui si era circondato, dimenticando tutto.

I titoli di giornali erano chiari, le foto sui social network ancora di più. Louis non era arrabbiato o furioso - come aveva ipotizzato Niall - solo un po' infastidito, in fin dei conti erano solo foto di Harry ubriaco sopra un tavolo di un locale in piena Los Angeles, ma almeno, se lo avesse saputo prima, non avrebbe aspettato fino a tardi una risposta, non avrebbe fatto stare Aiden sveglio ben oltre il coprifuoco. Se avesse saputo che era in un locale, ancheggiante ed ubriaco sui tavoli, gli avrebbe augurato una buona serata, non una buonanotte. Gli avrebbe detto di divertirsi, di ballare e bere anche per lui, non sarebbe rimasto sveglio ad aspettare una qualsiasi cosa. Erano tre giorni che non sentiva la sua voce - senza contare un video del concerto che aveva visto, quella stessa mattina - e desiderava parlare con lui, anche per tutta la notte ma non gli avrebbe certo vietato di uscire, divertirsi, vivere i suoi ventisette anni senza pensieri, avrebbe solo voluto saperlo. Essere avvertito, non trovarsi menzionato in articoli e post in cui altri mettevano in dubbio il suo matrimonio. Andava tutto bene.

Birthday's Presents || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora