Capitolo 50

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Louis continuava imperterrito a pizzicarsi il braccio ormai rosso e livido, sperando di risvegliarsi da quell'incubo che ormai durava da ben cinque lunghi ed estenuanti giorni. Guardava suo figlio dormire tranquillo, con il pollice infilato in bocca - nonostante gli inutili tentativi di correggere quel vizio - ed i capelli biondi arruffati, erano cresciuti parecchio durante quelle settimane a New York; a Louis ricordavano i baby-attori degli anni 90, della sua infanzia e non aveva nessuna intenzione di farglieli tagliare.

Dopo una nottata di terrore, in cui il piccolo, svegliatosi dall'anestesia fatta per l'ultimo intervento in programma, aveva perso di nuovo conoscenza, il corpicino si muoveva in modo improvviso e non controllato mentre dalla bocca fuoriusciva saliva e gli occhi chiari era roteati verso l'interno. Aveva avuto paura Louis, tanta paura, ed i suoi nervi saldi, tipici di un dottore, non erano bastati quando aveva visto suo figlio in quelle condizioni nonostante sapesse bene che le convulsioni fossero una conseguenza comune al risveglio di un'anestesia, soprattutto su un bambino di pochi anni. L'aveva studiato anni prima. Ne aveva viste nella sua breve carriera medica eppure non era riuscito a mantenere la calma, aveva iniziato ad urlare, addirittura ad intervenire lui stesso, complicando il lavoro dei pediatri che senza pensarci due volte, vedendolo così sconvolto, l'avevano fatto allontanare dalla stanza per il suo bene e quello di Aiden.

Louis si era semplicemente seduto su una panchina di legno posizionata lungo il corridoio e con le mani tramanti e gli occhi gonfi, di chi vorrebbe piangere tutte le proprie lacrime ma non ce la fa, aveva scritto all'unica persona che in quel momento avrebbe voluto avere al fianco, per stringersi a lui e sperare che tutto sarebbe andato per il verso giusto: Harry. Quell'Harry a cui Louis si era affidato totalmente per stare meglio, per non avere paura, quello stesso Harry che non aveva risposto a nessuno dei suoi messaggi, a nessuna delle sue chiamate e lo aveva ignorato, così come si fa con un problema.

Aveva provato a contattarlo in tutti i modi possibili, persino su Twitter ma era stato tutto vano ed inutile, da parte del cantante non era arrivata neanche una risposta, un'azione, un punto. Louis si sarebbe accontentato anche di quello piuttosto che affrontare quel silenzio insensato, senza perché.

Non capiva.
Aveva passato gli ultimi cinque giorni a crogiolarsi, a capire cosa avesse detto o fatto di sbagliato per ritrovarsi in quell'assurda situazione eppure non trovava risposte, sebbene le domande dentro di sé aumentavano a dismisura. In quei cinque giorni aveva semplicemente imparato ad alzare le spalle ad ogni pensiero e rivolgere ogni sguardo verso Aiden, rassicurandolo - «Papà sta bene, non preoccuparti» - riusciva ancora a mentire a suo figlio, a se stesso un po' meno.

L'importante era Aiden, la sua salute, il suo sorriso.
Non importava quanto Louis si sentisse perso, paralizzato da quella morsa al centro del petto che complicava addirittura il respiro, bloccato in qualcosa che lui stesso non capiva, terorizzato da quella certezza di essere tornato di nuovo solo, senza un rifugio, senza una casa.

Ad ogni occasione utile controllava nervoso il telefono eppure di Harry nemmeno l'ombra, almeno lì.
Li aveva lasciati soli; aveva spezzato la sua promessa, aveva spezzato anche un bel po' i sentimenti di Louis ma quest'ultimo non poteva darlo a vedere ed incerto andava avanti, per inerzia certo, almeno ci stava provando, per se stesso e per suo figlio che imperterrito continuava a chiedere di Harry ma alzava solo le spalle, neanche lui sapeva cosa rispondere, come intendere tutto quello.

***

Harry fissò il traffico di New York districarsi sotto i suoi occhi, dalla camera in cui alloggiava da ormai due giorni riusciva a godere di un'ottima vista sulle vie principali della Città che non dorme mai, come lui nei giorni passati. Ad assisterlo poche ore di sonno, poche forze e tanti, tantissimi dubbi.

Birthday's Presents || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora