Aron's pov
Percorsi il corridoio lasciandomi alle spalle persone che si affrettavano a trovare la propria aula. Mi fermai agli armadietti e cercai di trovare la chiave nella mia cazzo di borsa piena di libri che però mantenevo sempre pulita.
“Trovata!”
Presi la chiave e aprii l’armadietto.
-Ma se ti confondo i libri mi prendi a calci nel culo?- chiese ironicamente Mathew
-Guarda qui chi si vede...il buttafuori- gli diedi un finto cazzotto
Mathew era il mio braccio destro a cui piaceva fare delle battutine del cazzo ,come lui, sul mio meticoloso ordine. Nel mio armadietto ogni cosa era disposta per ordine di numero in maniera crescente ma anche per ordine di colore, soprattutto i block-notes. Diventavo simile all'animale di la bella e la bestia se qualcuno osava intaccare i miei spazi.
Presi i libri per il corso di latino che c'era alla prima ora mentre vedevo Mathew che si portava una redbull tra le labbra, facendolsela colore ai lati.-Prego eh...- sbottò
Gli sfilai una sigaretta dal pacchetto e con una mano presi l’accendino per accenderla mentre con l’altra sostenevo il carico di manuali. Il tempo fuori era piovoso, nuvoloso, mi dava un non so che di tranquillità quasi come se fosse piacevole osservarlo.
-Ehi amico domani vieni alla festa di Cassandra?-
- Vediamo Mathew...vediamo- risposi annoiato di quelle baraonde alcoliche
- Qualcuno ti sta chiamando da lontano...dovresti girarti sta venendo verso di te...-
- Piantala di fare lo sbruffone amico, non voglio doverti dare un destro in faccia-
- No penso che tu debba girarti sul serio, non sto scherzando...-
- Ti ho detto che non ho voglia...- ribattei guardandolo male
Mentre feci per chiudere l’armadietto, una mano dalla pelle bruna e con degli anelli color argento batté violentemente la porta grigiastra e usurata fino a farla rientrare nello stesso metallo di cui era fatta.
“ E chi è la stronzetta che vuole fare la bulla con me ora?”
-Numero uno: non ignorare quello che ti dico. Numero due: non spiarmi e numero tre non starmi più tra i piedi o qualunque cosa tu stessi cercando di fare-
- Amico io te l’avevo detto di girarti- contestò Mathew ridendo
“...quando si arrabbia è dannatamente bella...”
- Ah Adelaide non ti facevo così forte-
- E smettila di chiamarmi Adelaide-
Mi avvicinai a lei facendola indietreggiare di qualche passo. La misi spalle al muro poggiando il gomito sull’armadietto per bloccarla e iniziai a guardarla nei suoi occhi neri come la pece che erano così magnetici. Le osservai lentamente il viso e mi soffermai sulle sue labbra.
“ Queste fottute labbra rosse, potrei anche farmi uccidere da loro”
- Se dici così però mi offendi..- risposi
-...Adelaide - finii sibilando al suo orecchio, sentendo perfettamente il modo in cui tratteneva il fiato.
Con un gesto spostò il mio braccio che le ostruiva il libero passaggio e se ne andò diritta in classe senza proferire una parola, lanciandomi una delle sue occhiatacce di fuoco mentre avevamo sicuramente catturato l’interesse di tutti i liceali che si trovarono in quel corridoio al momento meno opportuno.- Che bel culo!- esclamò Mathew ridendo e voltandosi verso di me
- Si...però tu lo puoi solo guardare da lontano amico-
Aspettai che tutta la classe fosse entrata prima di varcare la soglia della spiegazione della quinta declinazione. Mi diressi al mio banco e presi il manuale di latino mentre la professoressa Donovan incominciava a spiegare e io a prendere appunti. Di fianco a me c’era lei, Adele, ma volutamente feci per ignorarla quando senza farmi scorgere la osservavo mentre era distratta.
-Cosa cerchi di fare Adelaide?- chiesi mentre lei tracciava una linea retta con un pastello rosso della giotto per dividere il banco in due
-Non si vede? Prendo le distanze da te-
“Quanto è testarda ed irritante quando fa così...”
- Questo non è possibile...-
- E perché no...-
- Perché la tua bocca dice una cosa e il tuo corpo ne dice un’altra- dissi avvicinandomi a due centimetri dalla sua faccia e in quel momento ci guardavamo come se fossimo stati nudi nell’anima. Suonò la campanella, si ruppe la suspense, presi le mie cose e mi alzai
“Questa puttana della campanella risuona nei timpani ..un giorno la scasso”
Dopo aver fatto quattro ore di fila di lezione dopo quella estenuante di Donovan e senza neanche una fottuta pausa, presi le chiavi e mi diressi verso la mia auto color nero lucido che avevo parcheggiato nel garage della scuola. Mi feci quindici minuti di bestemmie nel traffico e ritornai a casa in ritardo. Mi buttai letteralmente sul letto come fossi un sacco da box preso a pugni cento volte. Mi feci una doccia calda e sistemai i capelli. Ritornai in cucina dove mia madre stava preparando il pranzo, la salutai e mi sedetti davanti alla stufa per accenderla.
- Aron c’è una lettera per te è di tuo padre- disse mia madre
Quando sentivo di queste lettere mi risaliva il sangue dalle vene fino al cervello
-Già ce l’ho un padre e non è quello di cui parlano queste lettere-
-Lo so che sei arrabbiato amore ma almeno datti l'opportunità di leggerla-
-Non voglio...-
- Te ne ha mandate dieci questo mese e non ne hai aperta nemmeno una...fallo per me- rispose mia madre porgendomi la lettera direttamente sotto al naso.
Sbottai con tutta l’aria che avevo in corpo, presi la lettera e andai in camera mia. Avevo accettato di leggerla davvero solo per lei perché io un padre già ce l’avevo ed era lo stesso di Alex e se fosse stato per me non gli avrei detto neanche l’indirizzo per spedirmi questi fottutissimi messaggi. Mi chiusi nella mia stanza e presi un taglierino per aprirla. Tirai fuori il foglio e lì incominciò la mia tortura.
“ Ciao Aron, mi manchi come solo un figlio può mancare ad un padre, lo so forse non ho neanche il diritto di chiamarti così ma dammi almeno la possibilità di parlare...”
*Ehilaaaa eccovi finalmente il pov di Aron...spero vi sia piaciuto...cercherò di aggiornare sempre una volta a settimana...alla prossima readers*
STAI LEGGENDO
Snowcare
Romance🌎 La storia ha uno stile narrativo MODERNO 🌎 🌹 Enemies to lovers 🌹 🌹 Triangolo amoroso 🌹 🌹Badboy 🌹 🥀❄️ Può un demone innamorarsi di un angelo?❄️🥀 Adele è una ragazza della città metropolitana ma al contempo molto speciale. È pragmatica e i...