Secondo capitolo

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Adele's Pov

Dopo aver discusso a lungo su dove andare per il progetto di arte, decidemmo che l'alternativa migliore era la grande casa di Leila, la mia migliore amica. Lei era più o meno l'unica persona che sopportavo, in realtà ci sopportavamo a vicenda. Anche se era piuttosto fastidiosa, quando ci si metteva restava anche a parlare per ore intere. Tra circa una settimana avremmo dovuto consegnare il modellino architettonico al professor Becket, un modellino della nostra stessa scuola. Così io, Alex, Stefany, Anthony e ovviamente Leila, ci saremmo dovuti incontrare quello stesso pomeriggio per iniziare quel benedetto progetto.

Arrivai in cortile, alzai il tappetino posto sotto alla porta di casa, presi le chiavi, girai la serratura e non appena fui dentro mi catapultai sopra il divano con ancora il cappotto addosso.

- Adele cosa vuoi per cena? Pollo o bastoncini di pesce?- chiese mia madre, porgendomi entrambe le confezioni davanti.

- Credo che sono costretta a scegliere uno dei due o morirò di fame giusto?- risposi

-Esatto!- disse una voce familiare.

"O mio dio"

-Nonna?- dissi correndo verso di lei che aprendo le braccia mi racchiuse in un caloroso ed enorme abbraccio.

-Si sono proprio io ragazza- disse mia nonna con voce entusiasta ed improvvisamente la giornata mi apparve migliore.

Mia nonna era una persona speciale, vedevo in lei un prototipo di libertà e coraggio, quasi invidiavo il suo eterno ed immutabile ottimismo. E quando avevo qualche domanda a cui proprio non riuscivo a darmi una risposta, lei era sempre pronta a trovare una soluzione davvero perfetta.

-Cosa ci fai qui a Los Angeles?- chiesi stupita

-Mi ero stancata di mangiare fagioli messicani come tu ti sei stancata dei bastoncini di pesce di tua madre ragazza!-

-Ehi i miei bastoncini di pesce sono buonissimi- ribatté mia madre e io e la nonna scoppiamo subito a ridere perché sapevamo che facevano veramente schifo quei bastoncini di pesce.

- Nonna ora devo andare a casa di Leila, ci vediamo dopo- la salutai stringendole le larghe spalle e lanciandogli un largo sorriso.

Indossai le mie converse ed uscii di casa, presi la bici e passai gli ultimi dieci minuti ad imprecare contro il semaforo che non si decideva a cambiare colore. Dopo qualche minuto ripresi a pedalare, per chissà quale miracolo divino che aveva fatto scattare il verde e giunsi finalmente da Leila.

-Chi è?- mi domandò una voce maschile dall'altro lato della porta.

-Sono Adele, sono qui per il progetto di arte- risposi alzando il tono della voce affinché chiunque ci fosse dall'altro lato potesse sentirmi.

- Scherzoo sono Anthony-

" Perché collaboro con questo stupido?"

-Deficiente- risposi

- Quando imparerai a essere meno cretino?- disse Stefany.

Leila aprì la porta, lasciandomi entrare. Erano tutti al piano di sopra e già li sentivo battibeccare sul da farsi quando non avevamo neppure iniziato. Mentre tolsi il cappotto, mi avvicinai al fuoco e protesi le mani. Le sentivo ancora ghiacciate dal puro freddo di Gennaio. Dopo un po' mi scostai e raggiunsi gli altri con Leila e Stefany. Arrivammo in soffitta, dove di solito ci organizzavamo per fare progetti di questo tipo e mi parve di vedere un campo di battaglia.

"Che casino!"

Alex ed Anthony stavano combattendo con la colla vinilica, Stefany era in preda all'euforia all'idea di dover pitturare il modellino e Leila si era ormai arresa. La base non era ancora stata fatta o meglio c'erano solo tanti pezzi di cartongesso sparsi per terra e montati alla rinfusa.

-Alex questa è opera tua?- chiesi retoricamente.

-Mi reputo colpevole signor giudice- disse in modo buffo.

Alex era un animo puro, una persona speciale ed era il migliore amico che avessi mai avuto. Mi faceva ridere...più di chiunque altro. Avevamo passato un'era insieme, dalle elementari fino alla quinta superiore. Mi ascoltava ogni qual volta avevo bisogno di parlare, lui per me c'era sempre ed anche io per lui. Eravamo sempre stati inseparabili tranne quella volta in seconda elementare, dove mi fece la proposta di matrimonio e mi regalò persino un anello di plastica.

Presi tutti i pezzi di cartongesso e mi accovacciai sulle mie stesse gambe a mo' di indiana.

-Anthony basta giocare con quella colla, ci servirà!-sbottai

-Adele useremo la tua saliva se finisce- rispose

-Leila mi passi la spillatrice?-chiesi

Una mano, in modo premurosamente cauto mi porse la spillatrice sul modellino architettonico ma quella mano non era di Leila.

-Adelaide ecco la tua spillatrice-

"Cosa...?Aron?"

-Ah...dimenticavo che eri andato in bagno vieni ad aiutarci- disse Stefany.

- E tu cosa ci fai qui?- chiesi 

- Anche tu dei nostri?- rispose mettendosi le mani in tasca e sorridendo

- Adele lui è mio fratello- esattamente queste parole uscirono spiccicate dalla bocca di Alex

Non posso crederci...cosa?...fratello? 

*Ehiii salvee spero che la storia vi stia piacendo comunque ci saranno nuove dinamiche nei prossimi capitoli e nel frattempo vi lascio con questo nuovo capitolo. Grazieee della letturaaa*

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