Dodicesimo capitolo

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Aron's Pov

- Dimmi che non senti anche tu quest'adrenalina? - ansimai

Le afferai il braccio e glielo protesi verso di me

- No, non la sento -

- Dimmi che non ti piaccio almeno la metà di quello che piaci a me- le sussurai all'orecchio
Con la mano le sfiorai la schiena

- No, non mi piaci... -

Adele's Pov

Sentivo che potevo cedere da un momento all'altro letteralmente. Rispondevo di no ma in realtà bramavo solo che mi toccasse nel modo in cui sapeva fare. Mi sentivo anche stupida e patetica, non per lui ma verso me stessa. Ero sempre stata quella che fredda e distaccata, quella che odiava le smancerie e quella che se le torcevi un capello, ti tagliava la mano.

- Adelaide perché vuoi a tutti i costi contraddirmi- disse sussurando di nuovo al mio orecchio mentre mi spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio e io tra poco ci morivo dietro.
Chiusi gli occhi e sentii il suo respiro farsi affannoso su di me.

- Perché io sono fatta così, non puoi cambiare qualcosa che è sempre stato così- risposi avvicinandomi alla sua bocca e alzando lo sguardo sui suoi occhi

Aron's Pov

- Dimmi che non vorresti baciarmi, dillo ora!-

-No, non voglio baciarti-

Misi una mano dietro alla sua schiena e la attaccai al mio busto.

- Non sapessi fossi bugiarda, ladra di mele-

Si allontanò da me e indietreggiò di qualche passo. Mi giró intorno e poi si fermò dietro alle mie spalle

-Non sono bugiarda, forse non accetti il fatto che io ti rifiuti-

-Se mi rifiutassi allora non parleresti di me al tuo canarino-

- Quale canarino?...-

-Si può sapere perché cazzo mi spii ora?-

- Okey ora ne ho la certezza anche se non ti ho sentito personalmente-

-Cretino- rispose andandosene

- Un cretino che però trovi terribilmente attraente- risposi salendo le scale della cantina con le bottiglie di vino in entrambe le mani

Adele's Pov

"Ora devo anche proteggermi dai canarini traditori"

Era stata una pessima idea quella di andare a prendere le bottiglie di vino in cantina perché al cento per cento Aron mi avrebbe raggiunto.
Ora ero di nuovo al punto di partenza, con la mia testa che diceva di no e il mio stomaco che gli andava contro.
Il bello della situazione è che io neanche lo sopportavo Aron, lo trovavo irritante e spocchioso. Probabilmente dovevo solo fargli notare la mia non tolleranza nei suoi confronti in pubblico.
Mi diedi una sistemata senza contare il fatto che ero talmente accaldata in viso come se mi fossi mangiata un chilo di peperoncini piccanti.
Tirai giù la gonna e salii le scale dirigendomi verso la sala da pranzo, nella quale c'era mia madre che aveva avuto la brillante idea di invitare tutti a cena, compresa la famiglia di Aron.

"Quello stronzo di canarino a cui ho dato da mangiare sulla finestra...non parlerò mai più con un canarino giallo"

- Allora ragazzi avete preso questi vini?-

-Si eccoli qui- rispose Aron

- Pensavo che vi foste persi, non venivate più - disse mia mamma

Mi sedetti al mio posto accanto a mia sorella.

- Forse si sono persi a fare qualche altra cosa- disse mia sorella

- Vuoi essere messa con la testa nel piatto?- le sussurai

- Che c'è? Tanto lo so che ti piace il tizio lì seduto-

- Sai a volte penso che ci trovi gusto a essere risposta male-

Mia sorella fece spallucce e come al solito la sua risatina del cavolo

- Oddio che sbadata mi sono bagnata tutta - rispose Lucy

Lucy era la mamma di Aron. Il figlio le assomigliava sorprendentemente solo nei colori che erano chiari come i suoi.

- Ora ti accompagno in bagno, Adele tu e Leila andate a prendere il dessert-

-Si dai, Adele andiamo-

"Bene, la tortura sta per finire"

Andai in cucina per prendere la panna cotta che la mamma di Leila aveva preparato. Prendemmo tre o quattro porzioni ciascuno e le mettemmo al centro tavola per chi ne volesse una. Feci per andare al mio posto e notai che si era seduta la mamma di Aron.

- Adele mi alzo subito... scusami- mi fece cenno

-No, non si preoccupi posso aspettare-

- Adele qui c'è un posto libero, perché non vieni a sederti...- rispose Aron accennandomi un sorriso sornione e indicando il posto accanto a lui

- Si Adele vai a sederti ci penso io a ripulire- disse la mamma di Anthony

Sbuffando come una bambina di cinque anni a braccia conserte, andai a sedermi nell'unica sedia libera accanto ad Aron.
Lui mi guardò con un sorriso sfacciato  e masticava il cibo con un espressione divertita e compiaciuto.

-Non so a che gioco stai giocando però mi irriti abbastanza-

- Adelaide dai non fare la brontolona-

"Ma questo è stupido forte!"

-Fatti gli affari tuoi-

- Ora non urlare e sii silenziosa-

- Ma che stai dicendo...-

Da sotto la gonna sentii la sua mano fredda risalire fin sopra il ginocchio e ad un certo punto si fermò. Arrivò fin sopra il ginocchio e strinse il muscolo della mia coscia

- Che stai facendo...stiamo cenando in mezzo a un quintilione di persone...vuoi essere mutilato?-

- Ad ogni parola che dici farò un passo in più-

- Di che passo stai parlando...-

Sentii la sua mano risalire ancora di un centimetro mentre la mia mano che teneva la forchetta incominciò a tremare.

-Hai capito ora?- rispose sornione

Gli puntai il coltello contro e lo minacciai di tagliargli veramente l'altra mano

A fatica trattenevo il respiro che si era fatto davvero affannato ed era buffo come gli altri tranquillamente mangiavano mentre la sua mano mi teveva l'interno coscia.

- Cosí però non riesco a mangiare-

- Manca poco se fai così...-

Risalì ancora più su con una mano

"Tra poco svengo"

-Manca poco a cosa?- domandai facendo finta che non fossi diciamo alquanto emozionata

Arrivò fino a miei slip e me li pizzicò facendomi sussultare a bassa voce.
A quel punto capii che più parlavo e peggio era.

- Lo vedi allora che ti piaccio?-

Tolse la mano da sotto la gonna facendola scivolare lungo la mia gamba e si alzò da tavola.





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