Tredicesimo capitolo

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Alex's Pov
Mi trovavo seduto sul muro di un grattacielo, uno di quelli scuri e grigi, pieno di vetrate asimmetriche.
Pensavo a quanto il mondo conosceva così poco di noi e quanto noi invece conoscevamo tanto del mondo.
Vedevo la città a 20 metri di distanza dal suolo e guardando giù era tutto così piccolo e insignificante.
Mentre ascoltavo il silenzio, in un panorama pieno di luci d'ufficio, squillò il mio iPhone e sopra c'era scritto un nome a cui sapevo di dover dare delle spiegazioni necessarie. Ma allo stesso tempo non volevo.

Guardai lo schermo un'ultima volta e poi mi decisi a rispondere:

<< Pronto Alex mi senti? >>

<< Si Adele ti sento...>>

<< Allora? >>

<< Allora cosa?>>

Cercai impacciatamente di sviare la domanda e pensai di intraprendere qualsiasi discorso, pur di non affrontare l'argomento

<< Non pensi che avrei dovuto sapere da te che tu e Aron siete fratelli? O volevi dirmelo nel duemila mai? >>

"Touché"

<< Lo so Adele hai ragione ma non pensavo che Aron sarebbe venuto così presto da Oxford... >>

Non sapevo proprio come avrei mandato avanti questa faccenda di cui si sentiva odore di banalità da milla miglia. Ci avevano creduto quasi tutti alla storia del fratello che va a studiare all'estero ma ora che Aron era qui, si sarebbe sicuramente sgonfiata come un palloncino bucato data la sua personalità

<< Beh... sarebbe potuto venire anche tra due anni o addirittura dieci ma non è stato bello scoprire per caso chi era il fratello del mio migliore amico >>

<< Si lo so...>>

Non finii di rispondere che Adele mi attaccò il telefono in faccia e anche sbottando. Se le avevo mentito e continuavo tutt'allora a mentirle era per proteggerla da una bugia più grande, una da cui non ci si sarebbe più potuti tornare indietro.

<< Allora fratellino tutto bene? A giudicare dalla tua faccia mi sembra proprio di no però potresti rilassarti un po', sennò poi ti si formano le rughe >>

disse Aron porgendomi una sigaretta. Quella che prima aveva tra le labbra quando evidentemente a mia insaputa stava ascoltando la conversazione con Adele

<<Ah no, scherzavo, purtroppo non siamo soggetti alla labilitá del tempo>>
aggiunse con faccia divertita

<< È possibile che non riesci mai ad avere un momento di serietà? >>

<< Penso che tu debba farti da parte e pensare agli affari tuoi >> continuai

<< Non gliel'hai ancora detto vero? >>

<< Detto cosa? >> feci finta di niente

<< Guardati fratellino, sei così spaventato dal rivelare chi sei che neanche più ricordi di essere un Melek >> disse a piena voce

Aron prese la sigaretta che aveva tra le mani e fece un profondo tiro. Saltò in piedi sul muretto di pietre grigie e cacciò uno sbuffo di fumo grigio dalla bocca.

<< Strano modo di essere il suo migliore amico >>

<< Che vuoi saperne tu dell'amicizia Aron...>>

<< Sicuramente so che tra migliori amici non dovrebbero esserci segreti o quantomeno segreti grandi come questi che abbiamo noi >>

Aron buttò giù la sigaretta e si avvicinò a piccoli e cauti passi.

<< Pensi che queste piacerebbero ad Adele? >>

Spiegò le ali dal colore nero con sfumature blu. Percepii come se le onde di un oceano mi stessero divorando mentre con i suoi occhi mostrava quanto poteva essere scaltro e potente.

<< Non potresti mai dirle la verità anche se volessi e questo è abbastanza rassicurante per me >> dissi

<<Non posso dirle la verità ma posso sempre fare in modo che la veda>>  rispose ghignando

Alzò entrambe le braccia verso il cielo e si levò da terra all'altezza delle nuvole biancastre. Chiuse gli occhi e fu proprio un attimo dopo quando li riaprì che erano grigio elettrico come se due fulmini fossero stampati nel suo sguardo. Infine si lasciò dietro la neve che scendeva a fiocchi su tutta la città.

<< Sai bene che questa decisione non spetta a te Aron >> dissi mentre lui era già sparito nel blu del cielo











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