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Appena entrarono in casa c'erano la nonna, Dante e Anita che li aspettavano.
"Allora che ti ha detto il medico?" Chiese Anita andando verso il figlio
"Ho recuperato un po' di memoria" disse Manuel in modo superficiale
"Per un po' intende che ha recuperato la memoria fino alla festa di Chicca" specificò Simone
"Oh ma é che bello" la nonna si mise la mano sulla bocca con le lacrime
"Si é bellissimo" disse Dante abbracciando la nonna
"Si già é bellissimo, ora sono stanco vado a dormire" disse Manuel sapendo le scale
"Ma che ha?" chiese Anita a Simone
"Non lo so prima era così felice" rispose
"Vado io" decise la nonna e salendo le scale andò da Manuel e bussò alla porta
"Avanti" la nonna trovò Manuel sul letto
"Che hai?" chiese la nonna
"Niente, perché?" cercò di essere il più freddo possibile e nel mentre stava abbracciando il cuscino
"Non é vero hai qualcosa, é inutile che fai il finto duro mentre ti trovi quindi ad abbracciare un cuscino" si avvicinò al letto e si sedette 
"No é che sto recuperando un po' della mia memoria e mi sento una merda per come ho trattato Chicca, ma allo stesso tempo non mi sono accorto che ho fatto soffrire anche Simo, lui non lo sa ma ho recuperato la memoria fino a quando non se ne andato a Glasgow dalla madre per colpa mia, ho chiesto al medico di mentire, penso che sia solo senso di colpa e poi penso che a volta non voglio ricordare tutto quello che ho passato, perché é sempre stata una merda la mia vita e non posso dire che anche se avevo Simo nella mia vita era migliore, anzi, lui me l'ha fatto solo vivere in un altro modo" spiegò Manuel
"Perché hai chiesto al medico di mentire?" chiese la nonna
"Erano mangiato dai sensi di colpa e non voglio affrontare l'argomento con Simone, perché so che se gli dicessi che ho recuperato la memoria fino a quel punto dovremo affrontare un argomento che non mi piace" spiegò Manuel
"Che argomento?"
"Argomenti che fanno male a lui, ma anche a me, perché ho capito troppo tardi di amarlo e l'ho ferito, tanto"
"Io penso che Simone ti sia tanto grato, é vero forse non si può dire che è quando é arrivato Simone la tua vita non é stata più incasinata, però anche ciò che hai detto, che te l'ha fatta vivere in un altro modo é una bella cosa.
Si é vero l'hai ferito tanto, tu non ti ricordi tutto, ma le sofferenze per lui non sono finite, però é anche vero che  grazie all'amore che prova per te ha capito che prima non era lui a essere quello sbagliato, grazie a te ci sono stati dei periodi in cui non si riconosceva, ma che l'ha portato a essere ciò che é ora.
Simone non si ricorda solo dei momenti brutti, tiene nel cuore sia i belli che i brutti e anche se te non te li ricordi sono dentro di te devi solo trovarli dentro di te"
"Come?" chiese Manuel
"Quello lo sai solo tu o almeno lo scoprirai" rispose la nonna alzandosi e andando verso la porta
"Ah e di a Simone tutta la verità, perché se ti allontani da lui lo farai soffrire di nuovo" aspettò un cenno con la testa e poi uscì dalla stanza.
Dopo un po' prese coraggio e andò della camera di Simone, ma lui non c'era.
Allora cercò Dante, ma sembrava non esserci nessuno in casa finché non arrivò in cucina
"Dove sono tutti? chiese alla nonna
"Dante é a scuola, tua madre é andata a lavorare e Simone non lo so quando se ne va non sai mai dove va e quando ritorna" spiegò la nonna
"E se provassi a chiamarlo?" chiese Manuel
"Non lo so prova"
Manuel prese il telefono e andò nella sua rubrica "a ricordarsi come l'ho salvato" digitò il nome del suo ragazzo e sullo schermo c'era scritto "simo🖤"
Il cuore nero, gli ricordava qualcosa, ma non si ricordava cosa, dopo di che chiamò, ma nessuno gli rispose
"Non mi risponde" disse un po' arrabbiato buttando il telefono sul divano
"Biscotti?" chiese la nonna andando verso di lui con un vassoio piano di biscotti.
E così passarono il pomeriggio a mangiare biscotti e ad ascoltare la nonna parlare della sua vita
"Sai la tua vita non é stata noiosa, come immaginavo" la nonna si mise a ridere
"Ora vado a preparare la cena".
Cenarono tutti insieme,ma mancava una persona, Simone.
"Io vado a dormire domani devo andare a lavoro" si congedò Dante e subito dopo Anita.
Dopo aver sparecchiato e pulito anche la nonna fece la stessa cosa "tu non vai a dormire?" chiese la nonna a Manuel  che era striato sul divano
"No aspetto Simo" rispose
"Notte"
"Notte"
Dopo due ore arrivò Simone, si reggeva a stento in piedi
"Dove sei stato?" chiese Manuel a Simone
"Non sono fatti tuoi" gli rispose Simone
"É inutile che fai il freddo" si alzò dal divano Manuel
"Ah scusa é vero il re dei freddi sei tu, quello che cambia umore da un giorno all'altro sei tu, quello che prima era felice e poi si rinchiude per tutti il giorno in stanza sei tu" alzò la voce
"Non ho intenzione di parlare con te ridotto così"
"Fai proprio di tutti per evitare di parlarmi eh"
"Se non mi fosse fregato un cazzo di te, se non ci tenessi a te, se non volessi parlarti pensi che sarei qua sul divano ad aspettarti o sarei nel letto tranquillo" alzò la voce pure lui
"É normale che sei una stai tutti il giorno in camera tua, almeno stai qua per prendere un po' di aria che non sia quella della tua fottutissima camera"
"Tu stai facendo la predica a me perché non  esco mai dalla mia stanza vuoi sapere dove sono stato per tutto il pomeriggio? Con tua nonna a magiare biscotti e ad ascoltare la sua vita" stavano ancora urlando
"Wow vuoi un applauso per non aver passato tutto il giorno nella tua camera?"
"Sai perché sono uscito? Perché volevo parlare con te" e gli toccò con l'indice il petto
"Ma questo a te non ti importa" andò verso le scale quando Simone con vece calma chiese "perché volevi parlare con me?"
"Non te lo dirò da ubriaco, ne parliamo domani" rispose senza nemmeno girarsi
Aveva fatto male, per entrambi.

due persone e una sola anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora