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Chan non pensava che Hongjoong sarebbe scappato via da lui anche dopo averlo difeso. Era stato sincero, voleva sinceramente aiutarlo – e non per pena o pietà – ma perché la ninfa si meritava che qualcuno finalmente prendesse le sue parti. Aveva fatto il gioco delle ninfe, si era adattato al sistema ancora prima che venisse a conoscenza dell'esistenza del sistema stesso e non si era accorto di quanto la sua superficialità avesse intaccato la vita del coetaneo. Se quelle ninfe lo avevano attaccato era anche colpa sua, se si fosse dimostrato un allievo modello magari Hongjoong sarebbe stato, se non ben visto, almeno rispettato.

Doveva chiudere la faccenda quella notte, o non se lo sarebbe mai perdonato. Sapeva che, con i suoi poteri, Hongjoong avrebbe potuto nascondersi ovunque, ma se si fosse dimostrato abbastanza testardo da cercarlo per tutta la notte forse, alla fine, il rosso gli avrebbe rivelato il suo nascondiglio. Non era più ferito, ma non doveva certamente essere al pieno delle forze, non sarebbe potuto andare lontano. Vagò per ogni corridoio ed ogni cunicolo finché non giunse di nuovo nel centro della movida del primo livello.

Era convinto che fossero tornati al dormitorio, eppure si imbatté in Doyoung, Jaehyun e Taeyong che, evidentemente, non vedevano l'ora di potersi liberare di lui per godersi una serata intima tra di loro. Prese il primo per le spalle con foga e, con la medesima veemenza, sbraitò: "Hai visto Hongjoong?! Dimmi che hai visto Hongjoong!"

Non ricevendo risposta, il biondo si scaraventò allora su Jaehyun, che lo squadrava ancora più sconvolto, incapace di decifrare il comportamento dell'amico. Solo Tae sembrò invece comprendere quanta preoccupazione si celasse sotto l'agitazione del minore. Si fece avanti con estrema timidezza e, gentilmente, separò il cadetto più giovane dal fidanzato.

"Come mai cerchi Hongjoong?" domandò quindi con estremo garbo.

La delicatezza nella voce della ninfa fece sciogliere Chan che, più tranquillamente, riuscì finalmente a confessare ciò a cui aveva assistito: "L'ho visto... Ho visto che cosa gli fanno. Volevo aiutarlo, ma lui si è curato da solo e poi è scappato e..."

La delicata curva delle fini sopracciglia di Tae si incrinò pericolosamente: "Noi non possiamo curarci, Chan. Possiamo variare il nostro aspetto affinché le ferite non si notino, ma non è che una copertura temporanea."

Il biondo sgranò gli occhi nell'apprendere quell'evidente verità.

Era ovvio dove Hongjoong si sarebbe diretto, fino a quel momento aveva solo perso tempo. Yoora gliel'aveva anche detto, che Hongjoong preferiva abitare sul versante opposto della montagna per restare solo quando litigava con le madri. Nella casetta in cui lo aveva portato più volte non era raro trovare vecchie provviste o cibi da buttare, eppure bende e stracci erano sempre perfettamente puliti ed in ordine.

Ringraziò Taeyong, per poi fiondarsi verso le scale che l'avrebbero condotto verso il fianco proibito delle Fucine. Scavalcò, ormai esperto, i cancelli sorvegliati dalle guardie – di notte era ancora più semplice che con la bassa luce del pomeriggio, se si conosceva bene il percorso per aggirare l'ostacolo – e si fiondò verso l'insenatura in cui si trovava l'abitazione dell'altro. Non era sicuro di trovarlo lì, forse Hongjoong aveva previsto che l'avrebbe raggiunto e aveva scelto un altro nascondiglio. Prima o poi, però, sarebbe tornato di certo, e Chan aveva tutta l'intenzione di attenderlo lì anche per giorni interi.

Non fu questo il caso, la porta dell'abitazione era aperta, la chiave ancora piantata nella serratura, e le cerniere metalliche mugolavano a causa dei ruggiti del vento che si insinuava nella fessura rocciosa. Con il cuore in gola, in preda ad un sofferto sollievo e – allo stesso tempo – ad un'agitazione febbrile, il cadetto sbirciò dentro e, strizzando gli occhi, distinse al buio la minuta sagoma di Hongjoong intento a strappare grossolanamente lunghi lembi di stracci per tamponare le ferite che gli avevano inferto, ora di nuovo visibili.

butterflies • bang chanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora