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Per un paio di giorni Chan riuscì ad accordarsi alternativamente con Jaehyun e Doyoung affinché gli facessero la carità e portassero un po' di cibo avanzato dal pranzo e dalla cena, ma quando capì che avrebbe fatto la fame si costrinse ad uscire dalla sua tana per affrontare nuovamente le infide difficoltà del mondo esterno. Avrebbe corso il rischio di imbattersi in Hongjoong, dopotutto – forse – anche la ninfa non era intenzionata a parlargli per un po'. Potevano evitarsi a vicenda e rivedersi quando gli animi di entrambi si sarebbero calmati. Scese al primo livello solo per la cena. Consumò il pasto con Jaehyun, Doyoung e Taeyong (sotto spoglie femminili) e tutto andò inaspettatamente bene. Non vide nemmeno l'ombra di Hongjoong, cosa che lo rassicurò e lo mise di buon umore. Doyoung aveva ragione, nonostante sapesse perfettamente che cosa dovesse essere fatto, la prospettiva di rivedere la ninfa lo agitava a morte. Preferiva darsi malato per un mese intero e vivere di avanzi pur di non trovarsi di fronte alla chioma rosso fuoco del maestro, e tutto ciò perché – per una volta – sapeva che non sarebbe stato in grado di tenere la situazione sotto controllo. Forse avrebbe lasciato che i sentimenti parlassero al posto del cervello, e non era assolutamente ciò che voleva.

Chan, scuse a parte, sentiva il bisogno di tracciare una linea di confine tra lui e Hongjoong. Si sarebbe aperto con lui una sola volta e poi, per un mese, avrebbe fatto il bravo allievo e tentato di non creare altri problemi. Una volta tornato a valle non avrebbe più rivisto alcuna ninfa e – ad essere onesti – gli andava pure bene così. A Doyoung e Jaehyun era andata fin troppo bene, lui aveva avuto la solita sfiga e ora, di ninfe, non voleva più sentirne parlare. Quasi quasi rimpiangeva la giocosa etnia dalla pelle abbronzata ed i capelli color oceano che abitava al suo villaggio a Sud.

Se durante la prima portata il biondo ancora ogni tanto squadrava i quattro angoli del refettorio con sospetto, durante il secondo – complici un paio di bicchieri di vino che Jaehyun gli versò per farlo smettere di comportarsi in maniera tanto esagerata – già appariva decisamente più rilassato. A fine pasto, dopo aver riconsegnato i piatti alla cucina, affermò addirittura con un sorriso: "Voi, se volete, tornate pure al dormitorio, io mi fermo qui ancora un po'. Faccio un giro veloce tra i negozi, magari prendo un regalo per le mie sorelle."

La recluta imboccò quindi uno dei corridoi principali del piano, nonostante fosse solamente metà settimana era particolarmente affollata. Da poco le ninfe si erano adoperate per rinnovare gli addobbi luminosi sulle pareti; intagliavano ogni mese sculture di ghiaccio sempre differenti che, poste ad una certa distanza dalle torce appese alle pareti, creavano caleidoscopici affetti di luce lungo le scabre pareti di roccia e ghiaccio. Anche Chan, pur non capendo nulla di arte, restava spesso senza parole nell'ammirare una bellezza tale, forse perché un po' gli ricordavano il modo in cui il sole di mezzogiorno di infrangeva sui vividi mosaici parietali tipici della sua regione.

Cullato dal placido ondeggiare dei frammenti di luce riflessa, il soldato si inebriò del calore delle ninfe e dei cadetti che le accompagnavano e si godevano una tra le tante tranquille serate alle Fucine. Gli era mancato stare in mezzo alla gente, avvertire sentore di festa e di danze, inebriarsi delle grida di gioia dei bambini che correvano nelle strade e facevano inciampare maldestramente gli adulti. Aveva bisogno di staccare la spina, di entrare in quel turbine di superficialità ed anestetizzare i pensieri che ancora mettevano in dubbio il suo atteggiamento da adolescente arrogante.

Avrebbe dovuto scusarsi con Hongjoong, ma perché non farlo il giorno seguente? O quello dopo ancora?

Hongjoong non sarebbe certamente scappato, le Fucine erano casa sua. Lo avrebbe atteso o, ancor meglio, sarebbe venuto lui per primo a domandare perdono.

Le ferite che si erano inferti a vicenda erano di eguale dimensione, quindi non era importante chi avrebbe mosso il primo passo, no? E nemmeno quando lo avrebbe fatto. Avevano ancora un mese abbondante davanti in fondo.

butterflies • bang chanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora