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Contro ogni previsione, il piano di Hongjoong andava a gonfie vele.

Dopo avergli fatto pena con la storiella del fratello ribelle che abita lontano dalla famiglia, Chan si stava dimostrando sempre più diligente ed attento, con ogni probabilità intenzionato a fare di nuovo bella figura con Yoora. L'avrebbe rivista la domenica successiva, così la ninfa almeno gli aveva promesso in cambio che il biondo continuasse a rispettare il loro patto.

Hongjoong non poteva che dirsi più soddisfatto di così, aveva risollevato la situazione completamente da solo e si stava anche divertendo, e in più aveva convinto l'allievo a riprendere la meditazione mattutina (fonte inesauribile di ilarità visto che le agghiaccianti espressioni di Chan lasciato al freddo erano spettacolari). Rispetto alle prime due settimane, comunque, le giornate scivolavano ora via lente, tranquille, solide e placide nella stretta routine che la ninfa si era preoccupata di risistemare. Calmati i bollenti spiriti, aveva avuto la premura di indire un nuovo programma di allenamento, parecchio ridotto rispetto alla prima modifica, ma decisamente più ampio in confronto alla base che l'accademia pretendeva. Si era preso alcuni giorni per studiare Chan, i suoi interessi ed i suoi punti di forza, e alla fine si era di deciso a concentrarsi in modo specifico su di essi. Fu una mossa che, nonostante l'antipatia reciproca, a Chan non dispiacque. Pur essendo ottuso, l'allievo aveva compreso che quello era il modo del maestro di ammettere il proprio sbaglio e chiedergli scusa per aver inizialmente preteso troppo. Il soldato si era ritrovato ad apprezzare le scelte del rosso e, dopo un mese abbondante di conoscenza, spronato dai racconti e dalle promesse di Yoora – alla quale gli sembrava di avvicinarsi giorno dopo giorno – aveva anche cominciato a contribuire maggiormente durante il corso delle varie lezioni. A livello teorico di tanto in tanto poneva domande o, semplicemente, faceva lo sforzo di ammettere di non aver capito qualcosa; a livello pratico, invece, si divertiva davvero. Una volta apprese le basi, non gli veniva difficile proporre nuovi schemi, nuovi percorsi, nuove trappole che inventava e costruiva sul momento sfruttando le caratteristiche dell'ambiente che lo circondava. Hongjoong aveva iniziato a pensare che fosse un peccato che Chan fosse particolarmente negato nello studio, aveva le mani abili come quelle di un artigiano e sarebbe potuto diventare un buon ingegnere, o un architetto, o un artista...

Eppure, più la convivenza proseguiva, più Hongjoong si rendeva conto di quanto portato fosse Chan per la strada che aveva scelto di percorrere. Fuori dal contesto militare continuava a mostrargli il suo lato tristemente adolescenziale, ma quando era il momento di fare sul serio ormai non esitava a dare tutto se stesso. Che un po' fosse merito di Yoora non era nemmeno da mettere in dubbio, da quando la finta sorella era comparsa nella vita dell'allievo – quasi come se Chan avesse finalmente visto realizzarsi il suo agognato capriccio – questi aveva addirittura smesso, con il tempo, di accanirsi su Hongjoong e sul suo aspetto – a suo dire – poco gradevole. Visti dalla prospettiva di chi non era a conoscenza dei problemi iniziali sarebbero certamente sembrati una normale coppia formata da allievo e maestro.

Dopo un mese trascorso in assoluta tranquillità, sebbene non volessero ammetterlo, sia Hongjoong che Chan iniziarono ad abituarsi alla presenza l'uno dell'altro e, nonostante ancora non riuscisse a digerire l'odioso trattamento che il biondo gli aveva riservato all'inizio, la ninfa si ritrovò ad imparare a sua volta dall'allievo come quest'ultimo faceva con lui. Chan migliorava le sue tecniche di combattimento e teneva finalmente a bada gli ormoni, Hongjoong invece prendeva spunto dalle capacità sociali del coetaneo. L'estroversione del biondo era contagiosa, a forza di stare a contatto con lui gli era venuta l'inspiegabile ed irrefrenabile voglia di imitarlo. La riservatezza in cui, fino a quel momento, si era chiuso pareva ormai stargli stretta, era una pelliccia sporca che puzzava di vecchio.

Di Chan, anche se faticava tremendamente a digerire la dura verità, adorava gli occhi. Abbracciavano il mondo come avrebbe voluto che anche i propri, ricolmi di fredda e stoica curiosità, facessero.

Appresero come comunicare, e il loro rapporto – così distante – iniziò a farsi ricco di scambi. Forse venne tratto in inganno dal ciuffo rosso – identico alla chioma di Yoora – ma Chan cominciò a condividere anche con lui le sue battute di quart'ordine. Hongjoong, sia nelle vesti della sorella che nelle proprie, fingeva di ridere ogni volta.

Beh... forse non proprio ogni volta. O, almeno, la maggior parte delle volte fingeva di fingere di ridere. Era l'unico modo che aveva per ricordarsi che Chan, nonostante con Yoora tirasse fuori (per davvero!) il meglio di sé e apparisse il ragazzo più buono del mondo, era lo stesso stronzo che lo aveva fatto sentire tanto incapace ed inadeguato al momento del suo arrivo alle Fucine. Chan – e questo Hongjoong aveva iniziato a faticare a ricordarlo – era il ragazzo a cui avrebbe dovuto spezzare il cuore.

butterflies • bang chanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora