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Era noto, nell'ambito delle discipline alchemiche, che nulla in natura potesse essere creato o distrutto. Ogni atomo, deviando, unendosi a simili o respingendoli, decretava vita o morte di ogni individuo, animato o inanimato che fosse. È ribadire comune che anche i malesseri assumano lo stesso comportamento. Il cruccio di un uomo può significare l'insonnia del suo prossimo e la disperazione di un terzo.

Così effettivamente accadde anche alle Fucine.

Chan pareva più tranquillo dopo aver ricevuto nuovamente l'autorizzazione del fidanzato a partecipare agli allenamenti e Hongjoong si era finalmente messo l'anima in pace dopo la conversazione con Seonghwa, dunque l'Ansia che li aveva a lungo attanagliati necessitava di mietere una nuova vittima. Non ci sarebbe stato alcun divertimento nell'avvilire ulteriormente Taeyong, uno dei suoi schiavi prediletti, né sarebbe riuscita a scavalcare facilmente il fermo intelletto di Doyoung. Sdraiato sotto di loro, con un segreto nel cuore, Jaehyun invece rimuginava in silenzio. Accarezzava con gentilezza i capelli dei propri ragazzi, pettinandoli con cura. Sperava che, così facendo, almeno per loro si sarebbe avverato l'augurio che si erano scambiati prima di abbandonarsi al torpore: "Buona notte, sogni d'oro."

Ogni tanto allungava il collo per raggiungere con le labbra il capo di uno o dell'altro, eppure nemmeno la vicinanza di questi ultimi riusciva a farlo calmare. Ormai da un paio di giorni, in fondo, nella sua mente era stampata a caratteri cubitali un'unica domanda: "Perché Seonghwa ha baciato Hongjoong?"

Jaehyun era un ragazzo semplice. Alto, dal fisico statuario, aveva sempre riscosso un discreto successo tra i ranghi femminili dell'accademia militare. La sua scarsa parlantina era, secondo le reclute più audaci, simbolo di intrigante mistero, il fascino del seduttore oscuro certamente dava loro alla testa. Doyoung certe volte, notando come alcune ragazze squadrassero il più alto durante gli allenamenti, sbuffava e borbottava frecciatine quali: "Lo sai che ti guardano come io guardo un cruciverba da risolvere, vero?"

E la sua risposta era sempre la stessa: "Tanto avrebbero successo solo nelle verticali, alle orizzontali non ci arrivano."

Doyoung rideva per la battuta, e a Jaehyun pareva sempre di notare una vena di compiacimento in quel suono che aveva sempre trovato stranamente melodioso.

Nel loro gruppo erano sempre stati in tre. Se Chan era il ribelle e Doyoung la mente, a lui toccava interpretare l'unico con un briciolo di buon senso. Si era arruolato proprio per il rispetto immane che riponeva nelle istituzioni e nella difesa della Nazione e per il solido senso di giustizia che fin da piccolo lo aveva animato. La stazza ovviamente lo aveva reso subito uno dei favoriti all'interno del suo plotone, era quindi sempre restio nel lasciarsi coinvolgere nelle bravate degli altri due. Doyoung, comunque, era sempre stato bravo a convincerlo. Jaehyun ci aveva messo un po' a dare un nome al debole che aveva per lui, ma una certa ninfa e una montagna ghiacciata erano bastati a schiarirgli le idee. Alla fine, il maggiore lo aveva trascinato anche in quell'avventura.

Poteva chiudere un occhio sui diabolici scherzi che Chan e Doyoung architettavano ai danni del famigerato comandante supremo Lee, ne chiudeva due ben volentieri sulla relazione che aveva intessuto con quest'ultimo e con Taeyong, ma era certo, in cuor suo, che non potesse fare finta di nulla dopo aver assistito, due sere prima, al bacio tra Hongjoong e Seonghwa.

In quel momento stava accompagnando a casa Taeyong, che, dopo aver praticamente vissuto in camera con lui e Doyoung per più di una settimana, necessitava di recuperare altri cambi d'abito per poter proseguire la convivenza finché, per i due soldati, non sarebbe venuto il momento di tornare a valle. Il fidanzato probabilmente nella fretta non ci aveva fatto caso – entrambi avevano voglia di tornare al dormitorio per finire in bellezza la serata insieme a Doyoung – e lui invece era rimasto talmente scioccato dalla scena da non essere riuscito a confessare nulla nemmeno a loro due.

Jaehyun sapeva che avrebbe dovuto discuterne almeno con Doyoung, il maggiore dispensava sempre ottimi consigli, ma... questa volta la risposta non era scontata? Più ci ripensava, più Jaehyun si convinceva che i visi dei due fossero fin troppo vicini per continuare a definirsi 'solo colleghi'. Certo, all'interno dei lunghi budelli scavati nel ghiaccio la luce delle lanterne era sempre piuttosto fioca, ma per lui, nella sua semplicità e fedeltà, in una situazione tale non era possibile fraintendere.

Tenne quel segreto custodito dentro di sé ancora per diversi giorni.

Era deciso a confessare a Chan il misfatto, era il suo migliore amico e non sopportava di saperlo ignaro di ciò che Hongjoong e Seonghwa tramavano alle sue spalle, ma il cadetto non aveva affatto messo in conto quanto gli venisse difficile portare cattive notizie. A ruoli invertiti, Chan si sarebbe fatto avanti subito. Jaehyun meditava invece su quanto bene si stesse ora che l'altro, con il riprendere degli allenamenti e dello studio, sembrava essersi di nuovo calmato.

La partenza del loro gruppo, inoltre, cadeva esattamente due settimane più tardi. Avrebbe potuto lasciar correre solamente per non rovinare all'amico l'illusione che Hongjoong continuava a tessere alle sue spalle. Due settimane e, in fondo, sarebbero stati costretti a separarsi comunque. Chan era forte, era probabile che lo avrebbero inviato ad entrare a far parte delle guardie speciali sotto il diretto comando del sovrano alla Capitale. Solo ai soldati mediocri e sacrificabili era concesso restare a marcire alle Fucine; il clima inumano e gli aguzzi picchi ghiacciati erano abbastanza da scoraggiare qualsiasi eventuale attacco nemico proveniente da Nord. Questo comunque non era il caso di Chan.

Anche un'altra questione lo preoccupava: il biondo necessitava assolutamente di terminare in fretta il proprio pugnale. Aveva già forgiato la lama con l'aiuto di Taeyong, ma per l'elsa – un finissimo progetto di puntigliosa e ardita oreficeria – necessitava del proprio maestro. Purtroppo per lui, conosceva Chan così bene da immaginare che avrebbe potuto addirittura rifiutarsi di completare il lavoro se avesse scoperto troppo presto ciò che aveva da dirgli.

Jaehyun si informò quindi su quando Hongjoong avesse prenotato una delle fucine al terzo livello per terminare i progetti con i suoi allievi e programmò con assoluta meticolosità ogni singolo delicato passaggio del discorso con cui lo avrebbe avvertito che il suo fidanzato lo stava tradendo. Mancavano ancora cinque giorni, non era bravo con le parole come uno dei propri, di fidanzati, ma avrebbe sicuramente trovato un momento per fare pratica. Conosceva i modi da duro di Chan, ma voleva cercare di essere il meno rude possibile; se a lui fosse capitato lo stesso lo avrebbe apprezzato.

Eppure, trascorsi i fatidici cinque giorni, non tutto andò come il cadetto aveva programmato.

Jaehyun attese l'amico fuori dall'ingresso della fucina con il cuore in gola ed un macigno sul petto, l'ansia che, nonostante avesse la stazza di un armadio, lo sballottava come una fogliolina in mezzo ad una bufera. Chan fu il primo ad uscire dall'imbocco della caverna, seguito subito dopo da Hongjoong e Seonghwa che discutevano fitto fitto su qualche ultimo dettaglio da applicare all'arma che quest'ultimo aveva creato. Allungò una mano verso l'amico e la poggiò con timore sulla sua spalla, e l'espressione corrucciata e delusa che Chan gli rivolse non fece che andare ad intaccare maggiormente quel poco coraggio che era riuscito a racimolare.

Era un suo difetto, Jaehyun credeva nella giustizia finché erano gli altri a fare sì che fosse rispettata. Non aveva mai davvero sperimentato che cosa significasse essere giusto – e sincero – con una persona a lui tanto cara.

"Jaehyun?" il biondo salutò il compagno e il fidanzato con un cenno del capo, per poi rivolgersi di nuovo verso il più alto "Che c'è?"

L'aggressività a stento trattenuta che traspariva dal suo tono indicava quanto Chan fosse spazientito. Che fosse successo qualcosa con Hongjoong e Seonghwa? Che sospettasse di nuovo? In quel caso avrebbe fatto meglio a sbrigarsi a vuotare il sacco o l'amico avrebbe finito per scoprire tutto da solo in un batter d'occhio.

"Chan" Jaehyun strinse i denti e annunciò "Devo dirti una cosa."

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