Amici

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Musica: Nathan Wagner  "Innocence"


Il giorno successivo, Hermione rimase a lungo seduta sulla sua brandina, ignorò chiunque cercasse di penetrare la sua corazza, non uscì dalla sala grande nemmeno per la colazione. Sentiva i compagni camminare su e giù per la sala, ma lei rimase sdraiata, inespressiva e indifferente al mondo esterno. La strega lasciò la brandina solo in tarda mattinata, si diresse verso i bagni e si concesse di osservarsi allo specchio, vide una ragazza giovane, gli occhi stanchi e rossi, dovuti al pianto, il volto pallido, ma dentro di sé la sentiva ruggire quella forza che continuamente le rammentava lo spirito grifondoro che l'aveva sempre contraddistinta, sentì di doverlo a sé stessa. Hermione si osservò allo specchio per un periodo di tempo imprecisato, cercò di districare la matassa di riccioli che aveva finché capì cosa doveva fare, fece passare una mano tra le ciocche e decise di riprendere in mano la sua vita. In quel momento nel bagno entrò Pansy Parkinson, quando la vide rimase immobile si osservarono finché la serpeverde le disse: "Io e te Granger, non siamo mai state amiche e so che è difficile fidarsi di noi, di coloro che per tanto tempo ti hanno presa di mira... ma voglio dimostrarti che puoi farlo, dimmi cosa posso fare per dimostrarti che dico sul serio" Hermione era inespressiva ma animata da una forza disperata, le disse solo: "Se mi puoi aiutare a tagliarli, io non li voglio più vedere così..." mise in chiaro il proprio proposito quando si tirò una ciocca e la lasciò ricadere; mise le mani ai bordi del lavandino, di fronte allo specchio e attese,  sentì la ragazza avvicinarsi a lei. La compagna non uso la bacchetta ma evocò un paio di forbici e fece quello che le aveva chiesto con una delicatezza che non si sarebbe mai aspettata, entrambe rimasero nel silenzio più assoluto, che solo un momento come quello meritava. Ogni ciocca caduta era leggerezza in più per l'anima di Hermione, che rammentò le parole di sua madre: "Quando una donna si taglia i capelli, lo fa perché sente la necessità di rinascere, di cambiare qualcosa" sorrise mentre qualche lacrima le scendeva sul volto. Pansy finì il proprio lavoro, mentre con discrezione osservava il leggero sorriso della ragazza davanti a lei, seppe che non erano diventate amiche ma entrambe avevano fatto un piccolo passo avanti, le sorrise dallo specchio. 

Quella sera, prima di cena, indossò i suoi jeans preferiti e una maglia con le maniche appena più corte del solito; prese la bacchetta e rimosse l'incantesimo di disillusione che aveva posto sulla cicatrice inferta da Bellatrix, non le importava che gli altri potessero vederla, né temeva le parole e gli sguardi impietositi; perciò, si diresse verso l'aula per la cena, sfoggiando il suo nuovo taglio orgogliosa. Hermione entrò nell'aula e a testa alta si diresse verso il suo posto, captò lo sguardo di due occhi azzurri, lo sentì bruciare su di sé, mentre sul suo volto si apriva un sorriso. Quando ebbero terminato di cenare, la percepì, la figura alta alle sue spalle, lo capì già dai respiri trattenuti, dei loro coetanei, perciò, si voltò e alla distanza di un respiro lo vide: Draco Malfoy;  il mago,  non vestito alla solita maniera bensì con pantaloni scuri e un maglioncino azzurro che aderiva al suo busto tonico, le maniche sollevate che lasciavano intravedere il tatuaggio, anche lui la osservò, vide i capelli tagliati e i riccioli appena accennati sulle punte e qualcosa in quegli occhi azzurri, le fece battere più forte il cuore, lo vide perché in un modo del tutto assurdo anche lui sembrava un nuovo Draco, una versione diversa di se stesso. La stanza pareva più silenziosa del solito e né il serpeverde né la grifondoro seppero per quanto rimasero a osservarsi, a studiarsi, prima che lui dicesse con un leggero sorriso: "Bel taglio, Hermione..." pronunciò il suo nome con reverenza, a lei sembrò una formula pronunciata con intensità e sentimento, che ottenne il suo effetto rimbalzando sulle persone attorno a loro prima di finire la sua corsa sul cuore della principessa grifondoro e imprimervisi a fondo, al sicuro, protetto.

I giorni successivi furono lenti e piovve spesso, questo causò malumore in molti. L'estate era atipica il cielo era grigio e plumbeo, pioveva a dirotto e molte zone della scuola ancora non erano state controllate. Visto l'aiuto di altri maghi e streghe finalmente erano un numero sufficiente per potersi dividere e coprire un'area maggiore, furono divisi in gruppi di due o tre, e Hermione capitò con Malfoy e Daphne, Luna con Blaise, Neville con Pansy e McLaggen, Seamus con Nott e altri serpeverde, i gruppi si divisero le aree in cui lavorare, al piccolo gruppo di Hermione capitò la torre grifondoro, perciò iniziarono la salita, si aiutarono nei punti in cui le scale erano crollate, finché giunsero alla parete che una volta ospitava il quadro della signora grassa ma che ora era ridotto un ammasso di legno da una parte, Hermione lo raccolse da terra e lo appoggio alla parete adiacente, poi entrò seguita a rotazione da Daphne e da Malfoy. La sala comune, era perlopiù caratterizzata da detriti ma il sole uscì inaspettatamente da dietro le nubi e iniziò a scaldare quel luogo, i suoi raggi penetravano attraverso le finestre e Daphne disse: "Io inizierei da qui, voi andate a controllare i dormitori..." la grifondoro annuì e si voltò verso il ragazzo, gli disse soltanto: "Io vado a vedere i dormitori dei ragazzi, Devo recuperare anche delle cose di Harry" Draco annuì, le sfiorò il braccio con una mano, lievemente, una carezza vaga ma le rispose: "D'accordo, ma se avessi bisogno di noi mandaci un patronus e arriviamo da te", insieme presero la via dei dormitori, poi si separarono prendendo ognuno la direzione opposta. Hermione giunse al dormitorio maschile e notò che non era ridotto poi tanto male, perciò si dette da fare, afferrò una coperta da uno dei letti e iniziò a raccogliere gli oggetti che l'amico le aveva chiesto, poi mise la coperta da una parte, e iniziò a recitare le formule per ricostruire ciò che era crollato o che si era rotto; andò camera per camera, improvvisamente si sentì spossata e decise di riposarsi per qualche istante, si sedette a terra e appoggiò la testa al muro, chiuse gli occhi con l'intenzione di riposarli per qualche istante, il silenzio di quel luogo la rilassò, il cinguettare degli uccellini fuori la fece allontanare da ogni pensiero negativo, si sentì a casa. Hermione aprì gli occhi di scatto quando sentì delle mani sulle sue braccia e si scostò si soprassalto, presa alla sprovvista, sguainò la bacchetta puntandola di fronte a sé ma si rese conto che davanti aveva Daphne, che la guardava spaventata la ragazza alzò le mani e le disse atterrita: "Scusa Granger ma ti ho vista qui a terra e mi sono spaventata non volevo farti prendere un colpo..." Hermione abbassò la bacchetta e si alzò in piedi, le disse solo: "No, scusami tu, sono distrutta, e nel riposare gli occhi devo essermi addormentata, tutto bene nella sala comune?" Daphne annuì e disse: "Si, la sala comune è tornata come nuova, alla fine era meno disastrata di quanto sembrasse... non voglio immaginare il sotterraneo serpeverde, non invidio affatto Blaise..." Hermione sorrise accondiscendente: "Vedrai che piano piano ce la faremo, questa scuola tornerà come nuova... Draco? Lo hai visto?" Daphne annuì: "Si, aveva tutto sotto controllo, stava ultimando le stanze infondo, poi ci raggiunge" Hermione allora le rispose: "Bene, allora senti se voi volete avviarvi fate pure, io vi raggiungo appena ho fatto" Daphne la guardò sorpresa: "Ma... Granger, in due si fa prima, e poi siamo un gruppo, non si lasciano i compagni indietro..." Hermione le sorrise e le disse: "Ti ringrazio Greengrass, davvero; ma vorrei finire io, qui. Ho perso tempo ma non manca molto, voi finite e raggiungete gli altri" la serpeverde sembrò sul punto di ribattere ma dovette arrendersi perché le rispose, blandamente: "Come vuoi" e la lasciò lì nel corridoio, Hermione poi riprese il lavoro e portò a termine la ricostruzione delle altre stanze; quando finì era l'ora di pranzo, già passata. 

Hermione tornò nella sala comune e vide Draco, appoggiato con fare indolente alla finestra, attirò la sua attenzione quando disse: "Finalmente Granger" lei si guardò attorno, non vide Daphne, perciò gli disse: "Avevo detto a..." lui la interruppe: "Si, lo so, Daphne me l'ha detto ma la regola è che dobbiamo restare insieme, la scuola ancora non è del tutto sicura... ho accompagnato giù Daphne e sono tornato qui" lei fece un sorrisetto e disse: "Ma nel tornare su eri da solo..." lui ghignò: "Non ti preoccupare Granger...", i loro sguardi si incrociarono, si agganciarono e fu un gesto d'intesa, l'intesa di due anime vicine, l'intesa che nasce dal dolore e si cura con la vicinanza, con il calore di un cuore coraggioso, e un altro audace. 

Insieme iniziarono a scendere le scale e man mano ricostruivano i punti in cui erano crollate, finché si resero conto che la torre era tornata come nuova e si sorrisero, spontaneamente. Hermione si fece prendere dall'entusiasmo e alzò una mano, la posizionò di fronte a lui il palmo aperto e disse al serpeverde: "Questo è il momento giusto per imparare un gesto babbano, dammi la mano" il compagno la guardò sospettoso ma l'assecondò, lei gli aprì la mano e la posizionò di fronte alla sua, gli disse: "Adesso sta fermo e osserva" lei batté il suo palmo su quello di lui e sorrise mentre lui la guardava confuso, poi le chiese: "Mmh, cos'è appena successo?" lei alzò gli occhi e spiegò che quello era un gesto che si faceva quando due persone finivano qualcosa, insieme, avevano collaborato, o erano amici, l'espressione del mago cambiò e le disse: "Noi siamo... amici?" Hermione sorrise e rispose: "Lo siamo, se anche tu lo vuoi" il mago la osservò, mentre rigirava il pollice sul dorso della mano di lei, ancora strette l'una nell'altra, e le sorrise: "Amici..." vide la strega al suo fianco sorridere e lui sentì la crepa nel ghiaccio, la sentì quella viscida, spaccarsi, definitivamente e irrimediabilmente, la strega si allontano da lui con il sorriso sulle labbra e lui, guardò la sua mano e la contrasse, la mano che lei aveva intrecciato alla sua,  il profumo di lei ancora nell'aria, un leggero profumo vanigliato, che gli ricordò una delle lezioni che preferiva, rammentò l'odore della sua amortentia e un sorriso segreto nacque sulle sue labbra.


Angolo della scrittrice: 

Questa è una storia diversa, non inizia nel migliore dei modi, ma rappresenta crescita, cambiamento, la voglia di riprendere la propria vita in mano e a prescindere da ciò che pensa tutto il mondo magico, trasformarsi nella versione migliore possibile. La guerra, finita da poco ha  lasciato ferite che bruciano ancora, ma i maghi e le streghe le stanno curando, gradualmente; Ricostruiscono il castello ma anche loro stessi. 

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Un abbraccio

Cassie

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