Pezzi di te

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Musica: Goo Goo Dolls "Iris"

Voci, voci che si assomigliano ma i profumi no, ci sono profumi di cui serbiamo il ricordo per tutta la vita, profumi che ogni tanto riemergono dai meandri della memoria, uno di questi risvegliò Hermione. Era il profumo di un bosco, un profumo delicato ma virile, il profumo che le rammentò il passato, una delle lezioni di Lumacorno, una pozione subdola, che aveva lasciato in lei amarezza, la pozione che era riuscita a far nascere dei dubbi sui propri sentimenti: amortentia.

La strega aprì gli occhi e di fianco a sé vide Neville, Daphne e Malfoy che quando si accorsero che era sveglia le si avvicinarono, fu Draco Malfoy a chiederle: "Come stai Granger?" lei lo osservò e cercò tracce di ironia o del ghigno che aveva caratterizzato le loro schermaglie ma non trovò nessuna delle due cose; il suo volto esprimeva un'emozione che non sapeva come classificare, il suo corpo era teso e rigido, era evidente che non si sentisse a suo agio, la guardò direttamente negli occhi e attese pazientemente una risposta: "Sto bene, sono solo un po' stanca, ma abbiamo così tanto da fare...scusate per l'imprevisto" ma fu Daphne a rispondere: "Non scherzare nemmeno, è stata una giornata pesante, se stai meglio direi che possiamo raggiungere la McGranitt e gli altri per la cena" Hermione annuì e  scese dal letto, si sentiva fiacca ma doveva essere normale, si mise le scarpe e indossò una felpa, poi raggiunse gli altri, che l'attendevano sulla porta del loro dormitorio improvvisato, in sala grande. I quattro si diressero verso l'aula nella quale era stato allestito un tavolo abbastanza grande per accogliere un esercito e quando la McGranitt la vide, le sorrise nel suo modo speciale, che per Hermione volle dire ritrovare una parte di sé stessa. Alcuni di loro erano già seduti alla tavola. La cena fu spezzata da qualche divertente discussione tra i professori e schermaglie divertenti per cercare di risollevare l'umore generale ma quando ebbero finito calò il silenzio, il tintinnare dei calici era l'unico suono che si percepiva, improvvisamente Lumacorno, disse: "Bene, credo che nonostante il momento drammatico che stiamo vivendo, nessuno di noi merita di rimuginare e pensare alle cose brutte e tristi perché siamo sopravvissuti cari ragazzi" prese la bacchetta e quando la McGranitt sorrise accondiscendente, lui fece comparire una radio babbana, fece sorridere Hermione che chinò appena la testa. Il professore fece partire la radio e tra i corridoi  e le stanze distrutte di Hogwarts riecheggiarono le note della canzone: "I don't want to miss a thing" della band babbana "Aerosmith", quindi, Lumacorno si alzò dal proprio posto e invitò Madama Chips a ballare, mentre i loro studenti sorridevano a quella scena e iniziarono a lasciarsi andare: Blaise invitò Luna, Hermione sorrideva timidamente e Neville le porse la mano, lei si alzò in piedi e ballarono sul posto dondolandosi ma risero ancora quando il professore invito la McGranitt che si lasciò andare e ballò perfino con Zabini. Le risate e gli scherzi scaldarono quel luogo, nonostante la distruzione, il sorriso sui loro volti era luce, nel mare di oscurità attorno a loro.

Hermione si fermò solo per prendere un bicchiere d'acqua e la canzone finì, iniziò "Iris" della band "Goo goo Dolls, la grifondoro la canticchiò a labbra strette, chiuse gli occhi e si mosse a ritmo, finché sentì un tocco leggero sulla sua spalla, si voltò e vide Draco Malfoy, si era tolto la sua giacca formale ed era rimasto con una camicia candida, le si era avvicinato e sempre nel silenzio le porse una mano; era un invito a lasciare il passato alle spalle o una tregua. Hermione mise la sua mano su quella di lui e si avvicinarono, una mano del ragazzo scivolò sulla sua vita, con delicatezza inaspettata e lei lo percepì il lieve tremore in essa e nei loro corpi quasi avvinti; più vicini di quanto fossero mai stati in tutti quegli anni. Attraverso la camicia del serpeverde le sembrava quasi di percepire il profumo che ricordava, era lui ad averla soccorsa e ora che ne aveva la consapevolezza fu spontaneo per lei alzare lo sguardo, per osservarlo in volto, dovette alzare la testa perché lui era più alto, questo movimento li fece solo avvicinare di più. Hermione incontrò i suoi occhi e capì che anche lui la stava osservando, sapeva che era Malfoy, sapeva che era lo stesso ragazzo, vanitoso, con un ego spaventoso, sapeva chi era, ma in qualche modo non poté negare che era bello stare tra le sue braccia, non poteva negare a se stessa che le piaceva il tocco di quella mano sul suo corpo, percepiva attraverso il tessuto della felpa le sue dita, affusolate e calde. Hermione e Draco si osservavano, si studiavano apertamente senza alcun imbarazzo, la guerra aveva cancellato ogni timidezza, lasciando nel cuore di quei giovani maghi la sensazione di non avere più né il tempo, né la voglia, di stare dietro a formalismi e attenzioni vaghe; il tempo andava colto e così quelle fragili emozioni che li facevano sentire vivi. Il serpeverde e la grifondoro, in quel momento si percepirono, non si erano mai sentiti in quel modo fino a quel momento, entrambi colsero la bellezza di chi avevano davanti, erano il frutto proibito dell'altro. Intanto il loro piccolo gruppo continuava quel ballo ma si lanciavano occhiate sorprese e felici; i due ragazzi erano totalmente alienati da loro con la complicità di quella canzone, con la complicità dei loro caratteri stranamente simili.

Due vite, un'anima solaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora