Acqua e desideri

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Musica: Beth Crowley "Perfect doesn't last"

Nel pomeriggio la professoressa McGranitt, vide che i suoi studenti erano pensierosi, e decise che per il resto della giornata potevano considerarsi liberi; perciò, entrò in sala grande: "E' arrivato il momento di un po' di svago, consideratevi liberi per il resto della giornata, abbiamo fatto un grande lavoro finora e siamo più avanti nella ricostruzione di quanto avrei immaginato." Hermione si guardò attorno, vide i sorrisi dei suoi compagni, e un piccolo sorriso nacque anche sul suo volto; mentre tutti si organizzavano per una festicciola nel dormitorio, lei ne approfittò per uscire e si diresse verso il lago nero. Un sole timido faceva capolino fra le nuvole, era una giornata stranamente calda, più calda di quelle precedenti, quasi come se il cielo avesse concesso una tregua.
Hermione giunse di fronte al lago, tolse la felpa e rimase con jeans e maglietta, non osò di più, ma mise un piede nell'acqua, era fredda ma il sole scaldava la sua pelle, e creava un piacevole tepore, la bacchetta era nella tasca dei suoi pantaloni, di certo non aveva intenzione di spingersi troppo oltre la riva, in quelle acqua abitavano creature marine, alcune, anche pericolose. La strega sorrise mentre nuotava placidamente, si mise a pancia in su e si lasciò galleggiare; i suoni erano attutiti dall'acqua attorno alle sue orecchie; perciò, non sentì la voce che la chiamava ma avverti un improvviso sbalzò dell'acqua, il volto le andò sotto l'acqua, si sentì trascinare ma quando aprì gli occhi sentì solo delle braccia attorno a sé.

Draco Malfoy, era di fronte a lei e la guardava furente, le disse: "Salazar! Granger, ma sei forse impazzita?? Il lago è pericoloso! Non è il posto ideale per farsi un bagno! Mi hai fatto prendere un colpo!" lei rimase ammutolita, forse per la prima volta da quando si conoscevano non ribatté, quella rabbia l'aveva colta di sorpresa, e così anche lui stesso, erano vicini, le pallide braccia di lui stringevano la sua vita, ma erano ancora perlopiù immersi nell'acqua, voltò la testa verso il prato e vide il maglione di lui abbandonato nell'erba, vicino alla sua felpa, tornò a osservarlo e attraverso il riflesso dell'acqua lo vide: il tatuaggio era visibile attraverso la camicia bagnata, e si rese conto che non si era sbagliata, era un drago, e sembrava snodarsi tra il suo braccio sinistro e parte della sua schiena, e del costato. Le zampe del Drago sembravano artigliare il marchio, facendolo apparire accartocciato su sé stesso. Draco seguì lo sguardo di lei e capì che lei stava studiando l'intricato disegno sulla sua pelle, la vide sorridere e una delle sue mani si alzò esitante le sue piccole dita, arrivarono fino al muso tatuato della creatura, proprio sulla sua spalla e lo sfiorarono attraverso la camicia, le labbra di Draco si schiusero quando sentì quel tocco; non credeva che qualcuno avrebbe avuto il coraggio di sfiorare quel braccio, ma tutto si poteva dire di Hermione Granger, tranne che le mancasse il coraggio; le piccole dita di lei percorsero il suo braccio, carezzarono le linee di quel disegno intricato fino ad arrivare al marchio e a quel punto lui lo ritrasse spaventato. Hermione si stupì di sé stessa, imbarazzata si sciolse da quell'abbraccio e nuotò fino a riva, risalì sul prato, ma si ricordò troppo tardi di indossare solo una maglietta bianca ormai trasparente, sotto portava un reggiseno scuro, se ne ricordò tardi ma non importava, il pensiero che lui la vedesse non la spaventò. Hermione raccolse la felpa e la indossò, sapeva che lui le era vicino, era uscito dall'acqua e la guardava, osservava la sua schiena, uno sguardo che bruciava sulla sua pelle, semplicemente si allontanò da lui, in silenzio.
Entrambi avevano preso un pezzo dell'altro, avevano assaggiato l'intimità, il segreto, avevano percepito il flebile desiderio. Avevano sfiorato l'anima dell'altro ed erano pari.

Hermione rientrò nel dormitorio ma non trovò nessuno, raccolse alcuni abiti per cambiarsi e si diresse verso i bagni riservati alle ragazze; Si fece una lunga doccia rilassante e non riuscì a non ripensare all'incontro di quel pomeriggio, ripensò a quegli occhi azzurri e chiari che la osservavano, ai brividi che aveva sentito sulla pelle di lui, quando aveva sfiorato il tatuaggio, e si disse che in qualche modo quel Draco, le piaceva. Aveva segretamente apprezzato la preoccupazione del mago, nei suoi confronti, anche se non riusciva a capire cosa fosse cambiato per ottenere la sua attenzione. Si riteneva sempre la stessa, era sempre stata longilinea, occhi marroni, e capelli castano dorato, ricci ribelli, e non riteneva di essere cambiata, quanto al resto si era sentita schiacciata dalla colpa, quando aveva capito di essere sopravvissuta, mentre altri suoi compagni non ce l'avevano fatta, ma si rese conto che non poteva perdere quella seconda occasione e non l'avrebbe fatto, avrebbe vissuto, approfittando di ogni buona occasione le fosse capitata, avrebbe sempre dato il meglio di sé, per questo aveva testimoniato in favore di Malfoy, lo aveva fatto perché in qualche modo aveva visto lo sguardo spaventato del mago, aveva percepito la paura e lo sdegno verso le azioni compiute dal mago oscuro che si era imposto sui Malfoy,si era approfittato della loro ingenuità e li aveva tenuti in ostaggio nella loro stessa casa. Durante i primissimi interrogatori Hermione, insieme ad Harry e alcuni Auror, avevano parlato con Narcissa Malfoy che aveva raccontato tutta la verità, si era confidata, aveva raccontato tutto sotto veritaserum e aveva anche concesso di osservare i propri ricordi. Tutto ciò che la donna aveva detto era vero, aveva parlato sempre con la solita compostezza e alla fine li aveva ringraziati per aver salvato il futuro di suo figlio. Hermione era rimasta rigida, mentre la donna la osservava, ma aveva tenuto alto lo sguardo, mostrando la sua forza anche quando segretamente si sentiva a pezzi. Lei era Hermione Granger e non sarebbe mai crollata.
Il castello stava tornando a vivere, altri studenti si erano uniti a loro, sembrava che la paura della guerra stesse mutando, assumendo i tratti del coraggio; maghi e streghe forse spinti dalla necessità di dire alle generazioni successive che erano stati  lì durante la guerra ed erano tornati di nuovo per ricostruire quel luogo, quel punto di ritrovo, quella grande casa chiamata Hogwarts. Ad ogni modo la sala grande non fu più sufficiente per ospitare i letti dei nuovi arrivati perciò fu deciso di tornare a dividere gli studenti per case; la McGranitt, avanzò la proposta durante uno dei pranzi, Daphne Greengrass si alzò dal suo posto sotto gli occhi basiti della futura nuova preside, disse: "Non sono d'accordo, con tutto il rispetto, credo di parlare a nome di tutti se dico di non voler essere di nuovo la serpeverde o Hermione la grifondoro. Non ancora. Non adesso che stiamo imparando a conoscerci. Io sono Daphne, lui Neville, lei Hermione o Luna, io non sono la casa a cui appartengo, preside. Non dopo tutto quello che è successo." Lo sguardo della strega saettò sui compagni, alla ricerca di appoggio, Hermione la guardò e dopo un primo momento abbassò lo sguardo, ma alla fine prevalse quella fiamma che aveva dentro, vinse su tutto, si alzò in piedi e disse: "Sono d'accordo con Daphne, professoressa. Questa volta dovremo rifare tutto nella maniera giusta; credo che le case siano state create per un motivo, ma dopo tutto quello che è successo, sono disposta a accantonare le nostre ideologie, i punti e tutto il resto;" uno sguardo, bruciò sulla pelle di Hermione, sul suo volto; ma la strega non era ancora pronta per tornare se stessa, i ricordi squarciarono la sua mente, la attraversarono come un fulmine nel cielo plumbeo, sentì mancarle l'aria, senza fretta, nel silenzio della paura scostò la sedia e sott gli sguardi di un centinaio di maghi e streghe uscì dalla stanza, uscì dal castello, corse, mentre i riccioli le ballavano davanti agli occhi, il vento le sferzava addosso e la pioggia le bagnava il volto, lavando via le paure che la stavano divorando da dentro; e fu lì, sotto la pioggia battente che qualcuno la osservò, strappandola da quella intimità, da quel momento che fu rubato da due occhi di ghiaccio.

Hermione rientrò dopo un pò di tempo, andò a farsi una doccia calda e indossò il suo pigiama, mentre sul loro dormitorio improvvisato era calata l'oscurità e il silenzio, interrotto di tanto in tanto da un russare ritmico, che la fece sorridere mentre afferrava la bacchetta e indossava i calzini più pesanti che aveva; nell'oscurità sussurrò "Lumos!" e dalla bacchetta scaturì un fiotto di luce fredda, che rischiarava l'ambiente attorno a lei. Hermione con passo cauto si diresse verso la cucina improvvisata, sentiva la necessità di una bevanda calda; giunse fino alla cucina e poggiò la bacchetta su un ripiano, affinché illuminasse lo spazio accanto a lei e si mise all'opera, afferrò le erbe essiccate contenute nella confezione e fece scaldare l'acqua magicamente, poi attese che la tisana fosse pronta; si appoggiò al ripiano con i gomiti, persa nei propri pensieri, quando una mano le si posò sulla spalla, e lei si voltò di scatto come se fosse stata morsa da un'acromantula, afferrò la bacchetta e la puntò nella direzione del tocco; una voce, che riconobbe, sembrava scocciata: "Granger, sei forse impazzita per caso?" lui la osservava immerso nell'oscurità quando lei prese la sua tazza e se la portò alle labbra,  sempre con lo sguardo sollevato nella sua direzione, rispose con tono calmo: "No, non direi, Malfoy; sei tu che compari alle spalle della gente, a sorpresa, in piena notte per giunta" il mago biondo stava li in piedi di fronte a lei, gli occhi erano ben aperti, non erano quelli di una persona appena sveglia, piuttosto sembrava che non avesse ancora chiuso occhio, indossava un pesante maglione nero e un pantalone scuro ma più simile alla tuta dei babbani. Quell'abbigliamento lo faceva apparire più avvicinabile; Hermione era distante, talmente concentrata sulle proprie macchinazioni che  non si accorse subito che Malfoy si era avvicinato, di qualche passo, tanto vicino da sentire il profumo di lui, della sua persona, pulito e fresco, come un bosco d'inverno. Hermione non sapeva come spiegarselo ma quel profumo la scosse fin nel profondo e si chiese se infondo conosceva davvero la persona che aveva davanti. Malfoy osservava Hermione con un sopracciglio alzato, vedeva gli occhi marroni di lei sgranarsi appena, mentre tra le mani stringeva la tazza con la bevanda calda e ancora fumante, lui ammiccò verso la tazza e disse: " Granger saresti così gentile da offrire un pò della tua tisana?"  La strega lo guardò stringendo appena li occhi ma sospirò e lui capì che la sua era una capitolazione, perciò gli disse: "D'accordo, ma solo per questa volta" la strega raccolse un altro bicchiere e ci verso una metà del liquido caldo nella sua tazza, infine gliela porse; Malfoy la afferrò e ghignò, e in silenzio sorseggiarono la tisana appoggiati al tavolo; quando ebbero terminato Draco disse: "Pulisco io qui, bastano due secondi con un gratta e netta, aspettami che torniamo insieme al dormitorio, è più sicuro" Hermione voleva ribattere ma era troppo stanca, perciò sbuffò e si sedette sulla poltroncina in un angolo.

Quando Malfoy tornò trovò la strega con le gambe raccolte e profondamente addormentata, la osservò e la trovò tenera con i riccioli che le cadevano sulla fronte, pensò di svegliarla  ma poi ricordò che erano amici e come amico doveva prendersi cura di lei; sicuramente Wesley o Potter, l'avrebbero sollevata con la bacchetta e fatta levitare fino al letto, fece per prendere la bacchetta, quando la voce di lei attirò la sua attenzione: "Draco..." disse la ragazza mentre dormiva, lo disse con un tono particolare, un tono che rese il mago acutamente consapevole del profumo di lei, il profumo del mughetto e del the verde, un profumo fresco e piacevole; si avvicinò lentamente e fece passare un braccio attorno alle spalle di lei e ancora sotto alle sue ginocchia e la sollevò, non era leggera ma capì che gli piaceva sentirla vicina, gli trasmetteva un senso di pace che non ricordava di aver mai provato, quindi con lei tra le braccia incantò la bacchetta affinché lo anticipasse e illuminasse il suo percorso fino al dormitorio.

Draco, depositò la strega sul suo letto e la coprì, e dopo averle lanciato un ultimo sguardo si diresse al proprio letto, ma sentì freddo, il corpo di lei lo aveva scaldato tanto da fargli dimenticare il gelo della notte, e fu quello il momento in cui realizzò che lei aveva fatto anche molto di più senza che se ne accorgesse.


ANGOLO DELLA SCRITTRICE:

Grazie per il vostro tempo, spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo!

Purtroppo non ho avuto molto tempo per revisionarlo, provvederò nei prossimi giorni.

Lasciate una stellina o un commento se vi fa piacere.

Un abbraccio.

Cassie

Due vite, un'anima solaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora