19. Please, don't forget me

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BAILEY POV

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BAILEY POV

Voltaire scrisse: "Ci sono uomini che usano le parole all'unico scopo di nascondere i loro pensieri".

Halloween.
Dove gli umani potevano circolare ignari del fatto che i mostri potevano uscire liberamente senza dover nascondersi dietro una maschera.

Erano ormai giorni che passavo le notti in bianco seduta davanti la mia scrivania a fissare il computer, cercando le parole adatte per continuare il mio romanzo.

C'erano parti di quella notte -nel capannone- di cui nessuno di noi aveva parlato, parti che non sapevo nemmeno se le altre conoscessero. Ma di una cosa ne ero certa, quella parte mi avrebbe rovinata portandomi ad autodistruggermi e io ancora una volta avrei dovuto lottare per non ricadere in quel vortice.

Erano giorni in cui facevo finta di essere felice, facevo finta che non possedevo dolori al basso ventre sin dal mio risveglio in quel capannone. Forse era proprio per questo che mi feci torturare, il solo pensiero che quegli schifosi mi avessero toccata faceva troppo male e l'unico metodo che conoscevo per alleviare il dolore mentale era provocarmi del dolore fisico.

Ma appena tornai alla normalità i pensieri non mi lasciarono via di scampo. Si erano impossessati della mia mente, del mio corpo, di ogni centimetro della mia pelle mentre i miei occhi erano caduti in un profondo sonno. La notte avevo gli incubi sognando le loro mani sfiorarmi mentre affondavano in me.

Quei due si erano presi tutto... persino la mia felicità.

La penna verde... erano giorni di cui non ne vedevo traccia, su quei quaderni dominava il rosso. Un rosso acceso che spiccava sulle pagine mettendo in risalto il mio dolore. L'unico modo che avevo per dare un senso a quei ricordi. Forse un giorno mi servirà tutto questo dolore affinché chi legga il mio romanzo e ci fosse passato potesse sentirsi capito, mi ripetevo ogni volta che prendevo quel computer tra le mani.

La nostra generazione era quella più distrutta contrariamente a ciò che gli anziani o chi proveniva da una generazione precedente pensava. Eravamo solamente dei ragazzi a cui i sogni venivano infranti ancor prima di poterli sognare. Ed era ciò che era successo un po' a tutti noi, ci avevano infranto i sogni quella notte riempiendo quei vuoti con dei buchi neri chiamati incubi.

Non parlai agli altri di ciò che mi accadde mentre dormivo, non volevo essere capita o peggio ancora compatita. Ma era successo... poco prima che ci risvegliassimo tutte qualcosa era accaduto al mio corpo e quel dolore al basso ventre poteva indicare una sola cosa. Ero stata stuprata.

<<Qualcuno può elencarmi le cause più comuni di una febbre post-operatoria?>> esordii il signor Gerald ad alto volume da infondo all'aula. Ero di nuovo persa nei miei pensieri, non avevo ascoltato neanche metà lezione. <<Signorina Reed, lei sa dirmi quali sono le cause più comuni?>> mi domandò.

Improvvisamente tutti si girarono per osservarmi. Sentii il cuore battere a mille, le mani sudare e la bocca diventare improvvisamente secca. Cazzo, non ricordavo nulla perché io non avevo seguito nulla.

Dark Side (Dilogia intera)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora