KAYLA POV
Il Mahatma Gandhi disse: "Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che per un certo periodo sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre."
C'erano mattine in cui volevo svegliarmi, andare in cucina e trovare anche mia madre, con la sua solita eleganza e raffinatezza a darmi il buongiorno. Quella mattina le avrei voluto dire che a volte saper sedurre un uomo non era importante. Che non sempre ciò che creiamo è un'opera d'arte, che siamo noi essere umani a essere degli schizzi che, insieme, messi su tela non creano altro che confusione, ma che nel mondo, delle volte, quel caos veniva apprezzato e amato. Le avrei detto che non erano gli uomini a essere ingannevoli o non erano i pennelli che usavamo a essere affilati, lo erano le emozioni. Nella vita lei non aveva fatto altro che insegnarmi a sedurre un uomo, a ingannarli, ma ciò che doveva insegnarmi veramente non lo aveva mai fatto; a maneggiare le mie emozioni. Quello sì che era potente.
E io, finalmente, avevo unito i miei schizzi a quelli di un uomo ed ero riuscita ad amarne in poco tempo la loro creazione. Così come faceva lui.
Avrei voluto urlare alla me di qualche mese prima che anche uno schizzo confusionario come me poteva imparare ad amarsi.
I raggi solari filtravano dalla finestra, colpendo i due corpi completamente nudi di me e Sean, stretti l'una all'altro. Sorrisi nel vederlo stringermi quando cercai di muovermi, così feci più attenzione e spostai il braccio che mi circondava la vita con lentezza, per poi sedermi al bordo del letto. Afferrai il reggiseno e lo infilai, così come feci con le mutandine, dopodiché indossai la mia vestaglia di seta nera e uscii silenziosamente dalla camera.
Andai in cucina e senza far troppo rumore iniziai a preparare la colazione; bacon, uova e fresca spremuta d'arancia fatta sul momento. Presi tutto l'occorrente e andai ai fornelli, accendendone uno e posandoci la padella al di sopra, aspettando che si riscaldasse a dovere. Non appena posai il bacon nella padella ormai calda l'odore di carne fresca e affumicata mi invase la cucina rendendo deliziosa quella mattinata. Passarono svariati minuti e la colazione era ormai quasi pronta, quando il mio cellulare squillò interrompendo quel bellissimo silenzio che avevo attorno. Arricciai il naso e sbuffando afferrai il telefono che avevo lasciato la sera prima sull'isola della cucina. Era persino scarico e dovevo sbrigarmi a guardare chi fosse.
ANONIMO:
Un giorno riuscirò a capire come tu, sanguinante e stanca, riesca a rimanere la cosa più bella che io avessi mai guardato.Erano giorni in cui l'anonimo che mi aveva mandato i fiori al mio compleanno e che mi scriveva ogni tanto frasi fuori contesto non si faceva sentire. In quel momento ebbi paura, forse nella mia testa giaceva l'idea che poteva essere il killer a fare un doppio gioco e cercava di portarmi dalla sua parte, non lo sapevo. Ora era tornato. Con il cuore a mille andai verso la finestra che si trovava in sala e osservai la strada, intenta a capire se qualcuno mi stesse osservando, eppure, non c'era nessuno... Come tutte le volte in cui mi scriveva. Riguardai ancora una volta il messaggio e sbuffai sonoramente, per poi andare davanti la porta d'ingresso e afferrare la maniglia con lentezza. Dovevo scoprire chi fosse quell'ammiratore o quel fottuto bastardo che mi stava prendendo per il culo.
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Dark Side (Dilogia intera)
Romance(+18) «Attente ragazzine, l'inferno è più vicino a voi di quanto crediate.» Ognuno di noi ha un lato oscuro, ognuno di noi è il cattivo di una storia raccontata male e ognuno di noi ha un passato con cui fare i conti. Si fanno chiamare "Bloody"...