32. La casa degli orrori

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KAYLA POV

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KAYLA POV

Un giorno Charles Baudelaire scrisse: "O tu, che come un coltello sei penetrata nel mio cuore gemente: o tu, che come un branco di demoni, venisti, folle e ornatissima, a fare del mio spirito umiliato il tuo letto e il tuo regno. Infame cui sono legato come il forzato alla catena, come il giocatore testardo al gioco, come l'ubriaco alla bottiglia, come i vermi alla carogna. Maledetta, sii tu maledetta."

Esisteva un momento preciso nella vita in cui comprendevi che il passato non era nient'altro che passato, che eravamo noi umani a dar lui il potere di influire sul nostro futuro. Lo si comprendeva sempre tardi, quando ormai il futuro era stato scritto per mano del passato.

Io ero la morte, ecco cosa pensavo di me stessa. Tutti quelli che amavo prima o poi morivano. Mia madre era morta nel tentativo di salvare me e mio fratello da persone sgradevoli, non capendo che sarebbe stato proprio il suo atto di morire d'overdose a metterci tutti in pericolo. Alaric non era altro che una conseguenza di quella morte, ma era un qualcosa che mi aveva segnata nel profondo, facendomi cadere in un abisso senza fine di pene e tormenti continui. Dopodiché arrivai a Long Beach, ritrovandomi in una guerra contro un dannato mascherato che attorno a me e ai Bloody portava solo morte.

La morte... Colei che mi perseguitava senza mai lasciarmi sola.

La discussione che avevo avuto con Colin, al funerale, aveva acceso qualcosa in me, mi aveva dato la voglia di provare a vedere se aveva ragione.

Nel mio profondo sapevo più di qualsiasi altra cosa che non tutti gli uomini erano uguali, che Colin e i suoi strambi amici non avevano l'obbiettivo di annientarmi... Allora perché quel ricordo non voleva lasciarmi andare? O forse eravamo noi umani ad aggrapparci a quei ricordi?

Tutto ciò che si doveva fare era provare. La verità era che io nascondevo al mondo la voglia che avevo di amare. La bramavo ma ne avevo anche una fottuta paura.

Quella mattina mi svegliai in un letto diverso. Non era il mio, ma non era neanche tanto scomodo.

Quando mi voltai, dopo aver aperto gli occhi, vidi dei lunghi e incasinati capelli blu sparsi per il cuscino, una schiena svestita di reggiseno, con una vita accentuata, che si ampliava verso il fondo schiena, mettendo in risalto la culotte della donna che era a fianco a me. I glutei sodi e ben piazzati erano rivolti verso di me. Io, come la ragazza che mi era accanto, ero in topless, vestita solamente con le mie mutandine.

La sera precedente ero andata a una festa, e molto probabilmente, presa dalla voglia, andai a letto con una delle ragazze che avevo conosciuto li. Era sempre stato così, ogni volta che la paura degli uomini dominava la mia mente, trovavo rifugio nel corpo di una donna. L'unico che non riaccendeva in me ricordi oscuri.

Mi protesi verso la ragazza, le stampai un dolce e delicato bacio sulla nuca e la ringrazia in silenzio. Lei non poteva sapere quanto quella notte mi aveva salvata da me stessa.

Dark Side (Dilogia intera)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora