Epilogo + Ringraziamenti

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FALLON POV

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FALLON POV

Cinque anni dopo.

Io e Alex ci eravamo trasferiti a Quantico, in Virginia. Avevamo deciso quel posto perché oltre le grandi possibilità che lui aveva nel mondo dell'architettura, c'era l'accademia dell'FBI. Da pochi mesi vi feci accesso, realizzando quello che era il mio sogno; diventare specializzata in analisi del comportamento e profiling.

Andare avanti dopo tutto quello che avevamo visto non era facile, eravamo caduti più e più volte nei mesi successivi. Eravamo soli, in una città nuova e io avevo iniziato un percorso con una psicologa, per riuscire a uscire dalle mie dipendenza e dal mio disturbo alimentare. Avevo momenti di pieno buio, dove mi chiudevo in camera e non riuscivo a uscirne neanche se volevo, ma avevo accanto a me l'uomo più forte del mondo, che nonostante tutto mi rimase accanto dandomi metà della sua forza.

Passò un anno prima che entrambi ci riprendessimo un quasi del tutto, passò altrettanto tempo prima che gli incubi cessarono di tormentarmi la notte, ricordandomi come non ero riuscita a salvare Kayla. Tornammo a fare l'amore e ricordavo che ogni volta che finivano Alex mi doveva controllare tutto il corpo, assicurandosi di non avermi ferito. Non mi aveva mai fatto male, ma da quando tra noi era diventato tutto ufficiale la sua paura di essere come suo padre si era alimentata e doveva sempre assicurarsi che io non mi facessi male.

Quando dopo un anno tornammo a fare l'amore lo facevamo continuamente, ogni volta che stavamo assieme. Trovavamo il modo per farlo al college, a casa, in un bar o ristorante, qualsiasi posto andava bene per placare le nostre voglie. Così, rischiammo così tanto, che alla fine accadde; rimasi incinta di un maschietto. Quando partorii non capii cosa ci accadde ma tutto riaccadde, ogni nostra voglia venne riaccesa e rimasi incinta qualche mese dopo di un secondo maschietto. Ora, da quasi sette mesi, avevo partorito l'ultima arrivata. Dal suo arrivo ci promettemmo di fare attenzione e non aumentare più la nostra famiglia, dato quello che sarebbe diventato il mio lavoro in futuro.

Il primo nostro arrivo lo chiamammo Jack, in memoria del mio defunto padre, dato che somigliava a me. Il secondo, invece, lo chiamammo Brian, dato che la sua iniziale ci ricordava la nostra famiglia. Brian, contrariamente a Jack, era tutto suo padre, anche con quel caratteraccio. Per la nostra bimba lo scelse Alex il nome, la chiamò Katherine, dando lei la stessa iniziale di Kayla. Kat era un miscuglio tra noi, aveva lo sguardo, gli occhi e le labbra di Alex, ma i capelli e i lineamenti li aveva ripresi da me.

Era sera, io stavo tornando nel nostro appartamento, sentendo già da fuori le risate dei nostri bambini. Inserii la chiave nella serratura, girai la chiave e aprii la porta. Trovando Alex, sdraiato a terra sul tappeto, mentre faceva fare l'aereo alla più piccola, le loro risate si diffusero per tutta la stanza ed era la parte migliore del mio ritorno. Alex lavorava in uno studio come architetto, molto spesso faceva tardi la sera, ma fortunatamente avevano dato lui l'opportunità di poter finire i suoi progetti nello studio che avevamo a casa. Io, invece, dal mio accesso all'accademia tornavo sempre tardi e non avevo altre opzioni, ma fortunatamente, quando entrambi eravamo assenti fortunatamente avevamo una babysitter; una ragazza che andava al college, ma molto fidata dopo attente ricerche da parte mia e di Alex.

Dark Side (Dilogia intera)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora