Capitolo 7 -Ethan-

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Mi ero appena svegliato, erano le sei e mezza del mattino e Taylor stava ancora nel mio letto.

Sospirai, lo sapevo già che sarebbe rimasta.

Se le cercava di continuo, ogni volta gli strappavo le lenzuola di dosso dato che era nuda e in inverno sentiva subito freddo, si svegliava di colpo.

Mi alzai e mi diressi in bagno a fare una doccia e vestirmi.

Appena finito, lavai gli anelli uno ad uno, come facevo sempre e misi apposto quello che avevo messo in mezzo.

Ero un maniaco dell'ordine, se qualcosa era fuori posto mi imbestialivo.

Tornai in camera e Taylor stava ancora dormendo, così presi subito il lenzuolo e glielo sfilai di dosso.

Apparse subito il suo corpo ben realizzato da non so chi è soprattutto il suo culo che mi faceva venire di nuovo la voglia di sbatterla per bene.

Finalmente si svegliò e si girò verso di me.

«Sei pazzo?» disse con la voce impastata dal sonno.

«Cosa ti avevo detto stanotte? Mh?» buttai il lenzuolo a terra.

«Visto che ti sei trattenuta più del previsto, esigo che almeno te ne vada subito fuori di qui!» lei si alzò sbuffando e raccolse le sue mutandine da terra.

Si rivestì e poi mi guardò.

Io le lasciai lo spazio per uscire dalla stanza il prima possibile.

«Ti muovi?!» roteò gli occhi, odiavo i suoi modi di fare.

«Si ma sta calmo porca miseria, neanche ti avessi rubato qualcosa!» appena uscì dalla stanza ne approfittai per dargli uno schiaffo sulla natica.

Mi lanciò un'occhiata truce ed io gli sbattei la porta in faccia.

Cambiai le lenzuola del letto e aprii le finestre per far passare l'aria.

Mi piaceva l'odore del sesso ma amavo di più quello di pulito.

Accesi il portatile che avevo sulla scrivania e feci partire un documentario, oggi ne era uscito uno nuovo stranamente, di solito la domenica non usciva niente.

«Ultima notizia. Sfortunatamente stanotte è stato commesso un omicidio in via ***. Vi preghiamo di fare attenzione, grazie».

Un omicidio? Qui? Che strano.

La via era la...MIA?! AVEVANO PRONUNCIATO LA VIA DI CASA MIA?

Ma era surreale questa cosa, era impossibile non poteva essere.

Non avevano detto neanche l'ora.

Chiusi subito il portatile e aprii la porta della mia camera.

Speravo che Taylor adesso non fosse ancora uscita dalla villa.

L'avrei accompagnata io a casa.

«Taylor!» lei subito si girò a guardarmi.

Non era ancora uscita, stava per uscire dal cancello principale.

«Entra subito nella mia auto, immediatamente. Ti accompagno io» dissi e senza sentire la sua risposta mi avviai alla mia amatissima alfa romeo.

«Perchè mi accompagni tu? Guarda che posso andare anche da sola» mi disse salendo in auto.

Misi in moto e non gli risposi.

Aspettai che il cancello si aprì e poi la portai a casa.

Abitava a 20 minuti di distanza e col cazzo che sarebbe andata da sola.

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