Capitolo 28 -Taylor-

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Non sapevo perché.
Non sapevo come fosse successo e non sapevo come eravamo finite così.

Chloe Patterson, la persona che più odiavo al mondo, fino ad un mese fa, stava insieme a me.

«Taylor aspetta» disse Chloe mentre riprendeva fiato.

«Finalmente mi respingi?» dissi ironica.

Era ormai da due settimane che andavamo avanti così, ero sempre io a cercarla e non sapevo perché ma mi faceva stare tranquilla pur non facendo niente.

«Non... Possiamo andare avanti così, io, io non sto capendo niente» dovevo aspettarmi una cosa del genere prima o poi.

Ma mica potevo dirgli che mi piaceva così, su due piedi.

E invece fu quello che feci.

«Dimmi cosa vuoi Chloe e io lo farò»
«Allontanati, per favore» dopo averla guardata per un attimo, almeno il tempo di realizzare quello che aveva detto e poi mi allontanai.

«E ora?» chiesi.

Lei alzò lo sguardo per guardarmi dato che aveva il capo abbassato.

«Io non ho capito cosa vuoi da me. Io... Non... Bacio chi mi capita ecco poi...» avevo capito cosa voleva dire.

Era il tipo di persona che preferiva una relazione.

Avrei tanto voluto una relazione con lei ma sarebbe stato troppo complicato.

Però, nonostante questo...
«Mi piaci Chloe» dissi senza aggiungere molte parole.

Lei rimase un attimo a realizzare.

«Come?» ecco, ora io sarei rimasta come la cogliona dato che non sapevo che cazzo dire.

«Ci vediamo, d'accordo? Ciao» dissi e feci per uscire, ma non mi diede neanche il tempo di aprire la porta.

«Anche tu... Anche tu mi piaci però...»
«Sei confusa, vero?» lei annuii.

Avevo fatto tutto troppo velocemente, senza neanche dargli il tempo di riflettere su cosa o chi volesse davvero.

Ma sapevo che se saremmo finite insieme.

Alla fine sarebbe stata con Ethan quindi io me la potevo godere per poco.

«Dove andiamo Taylor, non ho avvisato nessuno» e io non avevo avvisato mia madre.

Mi avrebbe ridotto a brandelli, almeno con lei mi sarei distratta.

Mi farmai e mi girai verso Chloe.

«Vuoi venire con me?» presa dai troppi pensieri, non avevo neanche chiesto a lei cosa avrebbe voluto fare.

«Si ma mi devi dire dove andiamo»
«Ho un appartamento qui vicino... In realtà era di mio padre però ecco... Avvolte lo uso per, per stare un po' da sola» non avrei voluto dirglielo però ormai.

«D'accordo» disse e ci avviammo.

Lei nel frattempo chiamò la sorella di Ethan, che non ricordavo neanche come si chiamava.

Entrammo nel palazzo e presimo l'ascensore.

Cliccai il tasto con scritto 8 e salimmo.

«Sta all'ottavo piano?» disse e sembrava impaurita.

Ghignai
«Hai paura delle altezze?»
«Io? Ma va, scherzi» come no.

Stavo iniziando a sudare, non andava affatto bene.

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