Capitolo 29 -Taylor-

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Gli accarezzai la schiena e lentamente arrivai al suo ventre.

Salii fino a toccare il reggiseno e finii col poggiare la mano sul suo petto.

Il cuore gli batteva fortissimo.

«Sta tranquilla Chloe, sei troppo tesa» gli sussurrai all'orecchio.

La vidi deglutire e poi portai di nuovo la mia mano dietro la schiena, gli slacciai lentamente il reggiseno e glielo tolsi facendolo finire a terra.

«Se vuoi che mi fermi, dimmelo, d'accordo?» dissi
«Voglio che continui» anche meglio.

La feci girare e poi la sdraiai sul materasso.

Dio quanto era bella da morire.

Gli mantenni i polsi ai lati della testa e iniziai a baciarla.

Le lasciai un polso e li presi entrambi per bloccarli sulla testa.

Ci staccammo un attimo per riprendere fiato e poi tornai sulle sue labbra.

Feci scendere  lentamente la mano fino al basso ventre.

Alzai il capo per guardarla negli occhi e vidi qualcosa che non avevo mai visto prima.

Lussuria.

La mano scese ancora di più fino al suo interno coscia e passai a toccargli l'intimità.

Lei chiuse gli occhi, tirò un respiro profondo e li riaprì di nuovo.

Gli lasciai i polsi.

Mi slacciò il reggiseno e lo fece finire per terra.

Gli abbassai la mutandina
«Taylor»
«Non avere paura» dissi e gliela tolsi facendola rimanere completamente nuda.

Lei strinse le gambe dalla vergogna.

Che cazzo di dea.

«Apri le gambe Chloe» lei si morse il labbro.

Non si mosse di un millimetro
«Mi devo fermare?» chiesi ma lei scosse la testa.

«Bene» gli aprì le gambe e mi misi in mezzo.

Mi avvicinai al suo viso.

«Adesso voglio sentire la tue voce chiaro?» gli sussurrai all'orecchio e poi lo stuzzicai con le labbra.

Lei sospirò.

Feci entrare due dita.

«Taylor!» ghignai.

«Dimmi» dissi facendo finta che non fosse successo niente.

Non mi rispose quindi andai avanti.

Iniziai a muoverle e lei gemette, dio santo avrei pagato oro per sentirla tutto il giorno.

«Sto andando piano Chloe, vuoi che aumenti?» lei mi guardò con sguardo supplichevole.

Si.

Aumentai il ritmo e lei gemette di più.

Andai avanti così per dieci minuti e la mandai in estasi.

Con la lingua tracciai il contorno della aureula e gli stuzzicai un capezzolo.

Lei mi strinse i capelli e inarcò la schiena.

«Taylor»
«Mh?» alzai il capo e poi estrassi le dita.

La baciai e gli palpai un seno.

«Che c'è, già sei stanca?» 
«No è che... Cioè... L'hai già fatto con...»
«Se l'ho già fatto con una donna?» finii la frase al posto suo e lei annuii.

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