CAPITOLO 2

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Era tardi, e Lara stava ancora dormendo spensierata, doveva andare a scuola, ma si era dimenticata di impostare la sveglia.
Le arrivò una chiamata e si svegliò spaventata. Era Dario.
Si alzò dal letto e prese il telefono sul comodino, appena si accese lo schermo gli occhi di Lara si spalancarono, era tardi.
Decise di rispondere a Dario, anche se era in ritardo.
- Hey Dario, che succede?
Disse Lara ancora assonnata.
- Nulla, mi chiedevo se oggi pomeriggio ti andrebbe di uscire?
Disse balbettando per l' ansia
Lara sorrise e rispose.
- Questa notte hai dormito? O hai pensato a questo? Comunque si, ci sarò.
- Diciamo che ho dormito pensando solo a te.
Ma quando ti sei svegliata?
Dalla voce sembra adesso.
Disse ridendo.
Era sollevato, contento, rideva come un bambino. Non sembrava che potesse essere così carino e affettuoso. Era semplicemente perfetto.
- Si proprio adesso, infatti ti ringrazio.
Disse Lara mentre sistemava il letto.
- Non ti preoccupare, ti ho solo salvata.
Disse ridendo.
- Va dene, adesso devo proprio prepararmi. A dopo.
- Va bene.
Ci vediamo.
Lara non riusciva a dire ciò che diceva lui come " Questa notte ti ho pensato ".
Non riusciva ad esternare le sue emozioni dietro il telefono.
Dario le piaceva tanto, per questo aveva paura di sbagliare.

Aveva solo pochi minuti per uscire di casa, aprì l'armadio e scelse i vestiti.
Si preparò davanti allo specchio del bagno, si spazzolò i capelli e prese le scarpe, le appoggiò sulla sedia della scrivania, e andò a prendere lo zaino.
Aprì la porta di camera sua e si guardò intorno, i suoi genitori stavano facendo colazione e non la guardarono nemmeno.
Chiuse la porta di camera sua, e camminò fino alla porta principale, strinse il pomello tra le mani, e aprì la porta, all'improvviso sua madre iniziò a ridere a squarcia gola, e Lara si girò a guardare.
Vide che sua madre le stava guardando i piedi, allora lei si guardò le gambe, e si accorse di non avere le scarpe.
Lara sentii un vuoto dentro, voleva solo piangere, sua madre adesso la stava insultando, e suo padre stava ridendo.
Lara corse in camera sua e si mise le scarpe, uscì di casa e ad aspettarla c'era Anna.

- Buongiorno.
Disse Lara, tutta rossa.
- Quando ti sei svegliata?
Di solito sei tu ad aspettare me.
Chiese Anna, un pò seccata.
- Ieri non ho messo la sveglia mi sono alzata tardi.
Ma penso che non dimenticherò più di impostarla.
Disse Lara camminando con la mani kn tasca, si vergognava, aveva paura dei suoi genitori.
- Allora sei stata veloce!
Disse Anna ridendo.
- Per fortuna.
Arrivarono dai ragazzi, si salutarono con un bacio.
Mancavano cinque minuti per entrare a scuola, appena arrivati si divisero.
Entrarono in classe, Lara e Anna si sedettero al loro banco, era appena entrata la professoressa di italiano che stava cominciando a fare l'appello.
Dopo cominciò ad interrogare.
Lara si stava annoiando allora decise di giocare a tris con Anna.

Si divertirono parecchio ma poi la prof decise di spiegare e allora loro dovettero smettere di giocare.
Parlava talmente piano che la sua voce divenne quasi rilassante.
Lara chiuse il libro annoiata, e aprì la finestra.
Il sole splendeva, c'era un po di fresco ma sopportabile.
Si vedevano due piccoli passerotti, stavano sul ramo dell'albero, erano davvero carini.
Uno si avvicinava all'altro, e lui si allontanava.
Andarono avanti allungo così assomigliavano davvero a una coppia di innamorati.
Il pensiero di Lara era sempre Dario, lui l'aveva cambiata in così poco tempo.
Lara non sapeva cosa fosse l'amore fin quando vide Dario, per lei era diventato un rifugio, un posto sicuro.
Suonò la campana, e la professoressa dovette uscire, entrò la professoressa di storia con le verifiche corrette.
Durante il tempo della lezione Lara continuò a pensare a Dario.
Anna invece disegnò un cuore rosso per Luca.
- Sai Lara, poi a casa prenderò un rossetto rosso, e riempirò questo cuore di baci e lo darò a Luca.
Sussurrò Anna sorridendo.
- È bellissimo Anna.
Davvero mi piace molto.
Disse Lara guardando il disegno di Anna.

Quando arrivò l'ora della ricreazione i ragazzi andarono fuori, nel giardino.
Mangiarono, e non dissero nulla.
Suonò la campana e si dovettero dividere.
Lara e Anna tornarono in classe, entrò la professoressa di scienze non stava molto bene allora decise di non interrogare, diete il permesso ai ragazzi di usare il telefono e le cuffie, a lei bastava solo che non facessero confusione.
Tutti fecero un respiro di solievo erano salvi.
Uscirono i telefoni e le cuffie, e  ascoltarono la musica tranne Lara.
Lei guardava il cielo, pieno di nuvole, e pensava alla sua vita.
" Prima o poi tutti dovranno crescere. Nella realtà non esiste l'isola che non c'è, dove non si diventa mai grandi, e non si hanno delle responsabilità.
Sarebbe bello poter vivere tranquillamente"
Pensò la ragazza.

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