CAPITOLO 15

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Lara era da sola, ma sentiva e vedeva delle presenza strane.
I suoi genitori erano tornati a casa, era scomodo dormire nella sedia per una figlia che non volevano.
Daniele e Sara sarebbero tornati al più presto.
Lara stava male sia pissicologicamente che fisicamente.
Non si muoveva non camminava, ed era piena di lividi.
Sin dal suo risveglio cominciò a vedere sua nonna.
( La nonna di Lara era morta quando Lara aveva nove, dieci anni, e per lei era una figura importante, perché era sempre presente, e soprattutto la ascoltava e la capiva).
Quella mattina vide un'alta persona, una ragazza.
Era morta anche lei, perché i dottori non la vedevano.
Lara era contenta di rivedere sua nonna perché sembrava reale, come se fosse rinata.
L'altra figura invece era misteriosa, Lara pensò molte volte che quelle visioni potevano essere solo il frutto e la prova che stava diventando pazza per colpa di un trauma.
Lara non si spaventava di loro perché sembrava che le stessero dando un supporto emotivo.
Ma Lara voleva capire chi fosse l'altra.
- Tu... tu invece chi sei?
- Io sono Lia.
Lara sembrava che capisse ciò che le aveva appena detto leggendole la mente, stavano comunicando da mente a mente.
Solo sua nonna non riusciva a parlare.
- Lia? Bello!
Perché sei qui?
Chiese Lara a Lia, però vista da un medico sembrava che stesse parlando con il pavimento.
- Lia non è un nome diffuso, e sono onorata di portarlo con me, io sono uno spirito che non ha passato il confine tra la vita e la morte, e così sottile, e fragile che ti sembra di caderci dentro.
Io non lo ho passato perché non ho ricevuto quello che mi meritavo, la giustizia che aspetto da una vita.
Disse Lia.
- Come giustizia cosa ti è successo a te?
Chiese Lara.
- Nulla di importante, e stata solo la paura di essere venduta, la paura di parlare, molte persone sapevano ma non parlavano.
Disse Lia, spiegando a Lara cosa le era successo.
- Come puoi fare per passare nel regno dei morti?
Chiese Lara.
- Non posso fare nulla sono bloccata ormai in un vuoto che mi impedisce di andermene.
- Puoi raccontarmi tutta la storia? Perfavore.
Chiese Lara.
- Non è importante, sai non è facile da raccontare sai cos'è l'omerta?
Chiese Lia.
- Sono stata uccisa dal omertà, e dalla paura di chi non vuole rischiare.
Disse Lia, con un nodo alla gola.
- Ok, basta, non c'è bisogno che tu me lo racconti, non ti preoccupare.
Disse cercando di consolarla. Lia si riprese e Lara le chiese di nuovo.
- Ma tu quanti anni hai?
- Sedici.
Rispose Lia asciugandosi le lacrime.
- Puoi anche piangere!
E come se tu fossi reale o viva!
Disse Lara un po scossa.
- Io sono viva, solo che gli umani non mi vedono, e non posso mangiare e questo è un gran peccato, perché io amo mangiare.
Disse Lia cercando di far ridere Lara.
- Hai raggione.
Disse Lara sorridendo.
- Solo io riesco a vederti?
Chiese.
- Si, mi vedono solo le persone che sono a un passo dalla mo...
Lia non finì la frase non voleva spaventarla.
- Cosa?
Puoi ripetere?
Chiese Lara.
- Non mi va, possiamo chiudere il discorso, non mi piace parlare di queste cose.
Disse Lia provando a cambiare discorso evitando le domande di Lara.
- È morta una bambina.
Disse Lia, fissando la finestra.
- In che senso?
Scusa.
Chiese Lara.
A quel punto si sentii una donna piangere e gridare.
- È la madre.
Disse Lia.
- Come fai a saperlo?
Un'anima si fa sentire.
Solo gli spiriti come me possono sentire il suo rumore.
- Non ci credo.
Disse Lara scioccata.
- In questo ospetale quanti spiriti come il tuo esistono?
Chiese Lara.
- Solo io.
Rispose.
Il tempo passava e Lara continuava a parlare con Lia.
- Posso farti un ultima domanda?
- Dimmi!
Disse Lia scoltando.
- Tu sai cosa pensano i miei genitori di me?
Chiese Lara.
Lia lo sapeva, ma le dispiaceva dirlo perché era un momento difficile per lei.
Provò a dirlo ma pensava a raccontarglelo in una maniera più dolce.
- Credono che te lo sei cercato, e meritato, non ti vogliono non ti hanno mai voluta e non ti vorranno mai, per adesso sono così perché vogliono i soldi del risarcimento.
- Davvero?
Puoi lasciarmi sola, perfavore.
Chiese Lara con un nodo alla gola.
- No, dai non intendevo quello, scusa!
Disse Lia, aveva esagerato molto.
- Non è colpa tua, ma mia.
Potresti andare via?
Per favore.
Chiese cortesemente Lara.
Certo vado via, non ti preoccupare.
Lara restò nuovamente sola, e piangeva, non capiva cosa aveva sbagliato e quale era la sua colpa.


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