CAPITOLO 11

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I giorni passavano e Lara stava sempre più male.
Era tutto uguale.
Le ricerche per Lara continuavano, ma nessuno aveva delle tracce, non si sapeva nulla e ormai si pensava che fosse già morta, questo lo pensavano in molti, solo i ragazzi non perdevano le speranze, Dario che quasi ogni giorno andava in giro in cerca di indizi, perché lui credeva in Lara e sapeva che lei non avrebbe mai mollato, anche se voleva.
La famiglia della ragazza era ogni giorno più angosciata e in cerca di risposte, almeno al di fuori della loro abbitazione era così.
Il cielo era buio e sembrava che stesse per piovere.
Lara sognava ogni notte, l'omicidio della sorella di lui.
La parte dove gli punta la pistola in testa, ma era normale che l'avrebbe uccisa, non poteva lasciare che lei, sua sorella proprio lei lo avrebbe fatto rinchiudere in una cella.
Il giorno dopo l'omicidio quell'uomo si dedicò a pulire profondamente la casa eliminando ogni singolo oggetto che apparteneva a sua sorella, ogni singola cosa che poteva essere usata come prova contro di lui, e lui non aveva intenzione di rischiare.
A quell'uomo non importava nulla di sua sorella che era morta tra le sue mani, e del bambino che portava in pancia, e di Elena, sua nipote, che da qel momento avrebbe dovuto cominciare a stare da sola, sapendo la madre scomparsa.
Le allucinazioni nei giorni aumentavano ed erano sempre più reali.
Vedeva le sue persone più care da sole e in difficoltà, ma per più care Lara intende Dario, Luca e Anna.
Della sua famiglia non c'era nessuno, erano tutti falsi, e tutti hanno continuato a fare finta di niente fino alla fine, come Sara.
Che dice di volere bene a Lara ma non lo dimostra e nemmeno lo fa capire.
Per Lara era già un traguardo, avere tre persone a cui rivolgersi, visto che aveva imparato a non parlare e a non dire niente, non socializzare, non parlare se non vuoi che tutto venga raccontato a chiunque.
Ed ecco il motivo per cui Lara non ha mai detto niente a nessuno.
Neanche hai ragazzi, non si fida degli altri.
E brutto sapere che la tua famiglia non combatterà mai per te.
Ma Lara se ne fece una raggione, capiva perfettamente che hai suoi non importava più di tanto.
Lara aveva infiniti dolori e crampi insopportabili.
Le catene erano sempre legate strette, nonostante la ragazza non aveva più la forza di muoversi.
I segni che lasciavano le catene bruciavano, erano rossi come il fuoco, e restavano con la forma precisa della catena.
Era piena di tagli e di cicatrici, il suo materasso era pieno di sangue, ma non era tutto suo, una piccola parte era della sorella.
E quella stanza faceva puzza di cadavere.
Quell'uomo non era a casa, stava sempre fuori.
Non portava in dosso neanche un briciolo di rancore, o di dispiacere per ciò che aveva fatto.
Era libero, sapeva che nessuno lo avrebbe scoperto, nessuno avrebbe trovato delle tracce che avrebbero portato a lui.
Era troppo bravo in queste cose, e soprattutto salutava le forze del ordine, quando le incontrava per strada.
Ma sarebbe bastata solo una piccola distrazione per incastrarlo.



Prima che quell'uomo partiva di casa, vide se in macchina c'erano tutti i sacchi che contenevano i vari pezzi del corpo della sorella.
La macchina faceva puzza di morto, e c'erano anche dei vermi nel cadavere.
Lui salì in macchina e se ne andò.
Avrebbe buttato tutto in un burrone.
Li dentro nessuno avrebbe trovato la macchina e il corpo della sorella.
Più che un burrone poteva essere un'enorme crepa in una roccia, un buco nero.
Era abbastanza profondo e buio, lui avrebbe potuto buttarci dentro tutti i cadaveri e le macchine che voleva.
Quel burrone si trovava in una campagna deserta vicino a una strada deserta.
Lui era molto preparato, prima di partire mise un telo bianco sul sedile, per poi torlgliello e buttarlo, così che non avrebbe lasciato nessuna traccia del suo DNA.
Arrivò a destinazione e scese dall'auto, lasciò la retro marcia e la macchina cadde nel burrone da sola.
Fece un rumore spaventoso e poi si sentii il rumore dell'acqua.
La macchina era sprofondata, e da fuori non si vedeva nulla.
Lui era soddisfatto di tutto e rideva, era contento era salvo, l'unica cosa che avrebbe dovuto fare era tornare a casa. A piedi.
Perché la macchina l'aveva eliminata.
Ora poteva continuare a vivere in pace, da criminale assassino maniaco e pervertito.
Si tolse i guanti per metterli in tasca, erano sporchi di sangue, e di DNA.
Infilandoli in tasca uno dei due guanti cadde a terra e lui non se ne accorse.
Cominciò a tornare a casa, la strada era lunga, e c'era anche molto freddo.
Nel suo tragitto non incontrò nessun auto, quasi a metta strada si fermò una macchina.
Quell'uomo alzò lo sguardo da terra e guardo dentro l'auto.
Era Ale.
- Che ci fai qua da solo?
Chiese Ale.
- Nulla una semplice passeggiata. Rispose lui.
- Vuoi un passaggio amico?, ti porto a casa.
Chiese Ale.
- Si, perché no.
Disse lui.
Era molto bravo a negare tutto, sembrava un'altra persona quando c'erano le persone, poi da solo diventava un animale.
Forse era bipolare.
O forse era tutto studiato e pronto.
Lui salì in macchina, e chiuse lo sportello.
- Allora, perché hai scelto di fare una passeggiata con questo freddo?
Chiese Ale.
- Perché mi andava.
Rispose schitto.
- Bello, bello, anche piace passeggiare.
Disse Ale.
- Ok.
Rispose, non aveva alcuna voglia di parlare.
- E il cane come sta?
lo hai spostato fuori nel giardino?, mi piacerebbe molto vederlo, sai com'è io sono molto appassionato di animali. Chiese lui sperando di poterlo vedere.
- Non puoi vedere il mio cane.
Disse lui arrabbiandosi.
- Dai perché no, io voglio vederlo.
Ribatté lui.
- Senti, sei davvero riticolo sembri una bambina che frigna, perché vuole comprata una bambola.
Basta si può avere del silenzio grazie. Disse quell'uomo per farlo zittire.
Ale non parlò più una parola, era diventato serio.
Lui era molto noto per la sua parlantina che ti portava via il cervello.
Arrivarono a casa e quell'uomo si fece lasciare fuori.
- Ciao, grazie.
Disse lui.
Lui non rispose, c'era rimasto male per ciò che gli aveva detto.
Ale girò la macchina e se ne andò.
Lui entrò dentro, e prese dal frigo cinque dottiglie di birra che servivano per festeggiare che tutto era andato perfettamente bene.
Mancava solo un ultima cosa da fare uccidere Lara, ma era ancora troppo presto avrebbe prima dovuto trovarsi un'altra ragazza da rapire e poi avrebbe ucciso Lara.
Lui uscì fuori di se con l'alcool e si addormentò sul divano.
Lara era sveglia, ma non del tutto, aveva capito che lui era andato a nascondere il cadavere e la macchina della sorella.
Era terrorizzata al fatto che lei sarebbe stata la prossima, a morire.
Lei stava scomparendo era sempre più magra, si stava rimpicciolendo ogni giorno di più.
Ma non mollava mai perché lei voleva restare sveglia ancora per un po.

IL DOLORE DELL' AMORE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora