CAPITOLO 14

48 4 0
                                    

Era una notte buia del mese di Dicembre.
Tutti dormivano, c'era chi dormiva sul divano da molte ore, chi per pensare non dormiva e passava le notti a piangere, a chi invece non importava niente, chi pensava a tutti i momenti belli passati insieme, ma che finirono troppo presto.
Chi non dormiva per salvare, e trovate delle persone.
E chi invece lotta tra la vita o la morte.
Lara era arrivata al margine e si teneva con un piccolo filo di spaco che ben presto si sarebbe spezzato.
I suoi battiti rallentamento e il calore del suo corpo aumentava.
C'era la luna piena, era la notte dei lupi.
In campagna c'ene erano tanti, specialmente di notte che escono per mangiare.
Dalla lontananza oltre agli animali, si sentivano delle sirene, procurarono un gran casino, ma non bastarono per svegliare quell'uomo.
Si avvicinavano sempre di più si sentivano sotto casa.
Al riflesso dei vetri si vide la luce blu e rossa.
Le macchine si erano fermate ma non avevano tutti spento le sirene.
Era quattro.
Scesero degli agenti che coprivano la trada, tenendo la pistola in mano pronti a sparare.
Da un'alta macchina scese il detective, e altri uomini.
Con loro c'era anche un'ambulanza, che era lì in casi di emergenza.
Gli agenti seguiti dal detective spondarono la porta della casa e si divisero, lo trovarono disteso sul divano russando.
Gli presero le mani e lo arrestarono, lui si svegliò in quel momento.
Tutti i suoi piano erano falliti e non poteva più nascondersi.
- Aspettate... che è successo?... io non ho fatto niente... sono innocente.
Disse mentre si alzava, con i polsi legati dalle manette.
- La dichiaro in arresto per omicidio.
Rispose l'agente che lo ammanettato e portò in macchina.
Gli altri perlustrarono la casa, tre agenti controllarono di sopra.
Le scale scricchiolavano ad ogni passo che facevano, si ritrovarono davanti ad una stanza, chiusa con delle catene.
Un agente, per aprire la porta sparò un colpo di pistola.
Subito dopo tolse tutte le catene e entrarono.
Aprirono la porta sempre puntando la pistola davanti a loro.
Appena si accorsero che dentro quella stanza c'era una ragazzina posarono le pistole, e pensarono subito al caso di Lara.
- A rapito lui la ragazza, quattordicenne scomparsa il 20 ottobre.
Disse uno di loro.
- O mio Dio!
Disse un altro.
- Se questo è umano, se è davvero una persona, dove si trova il coraggio di fare una cosa del genere.
Si avvicinarono e uno controllò se lei era ancora viva, si sentiva il battito ma era troppo debole Lara sarebbe morta molto probabilmente.
Comunicarono subito che c'era una ragazza, sequestrata e tenuta prigioniera in una stanza.
Le tolsero tutte le catene che la tenevano legata agli spigoli del letto.
Uno di loro la prese in braccio, delicatamente, e senza muoverla più di tanto, per non causare altri danni.
L'agente scese le scale lentamente, sembrava un eroe di un film, scese l'ultimo scalino, e tutti gli altri agenti insieme al detective lo quardavano in modo scioccato.
Il detective accompagnò l'agente fuori, che portò Lara dentro l'ambulanza.
Voleva vedere il viso della ragazza per capire se era la ragazza delle foto.
La sdaiarono è lei non dava alcun segno di vita, le attaccarono dei macchinari che segnarono il minimo nel battito cardiaco, dopo il minimo il cuore di Lara si fermò e il solito suono che si sente nei film era partito per avviare l'allarme.
I dottori uscirono una borsa dove dentro c'era un befibrillatore, che le attaccarono al petto, provarono e provarono ma il battito era assente, alla quarta scossa il battito si riprese e tutti i medici fecero un sospiro profondo.
Lara era sempre incosciente, ma almeno era viva, però le cominciò a salire la temperatura del corpo, e quando i medici dell'ambulanza se ne accorsero era troppo tardi.
Vennero chiamati i suoi genitori, per essere informati della situazione.
Il telefono squillò in mezzo alla notte, il padre di Lara si alzò lamentandosi.
- Pronto chi è?
Chiese il padre di Lara arrabbiandosi per l'orario.
- Abbiamo ritrovato vostra figlia.
Disse uno dei medici dell'ambulanza.
- Chi è lei?
Chiese suo padre.
- Io sono un dottore, e mi hanno dato il compito di chiamarla per informarla del ritrovo di sua figlia.
- Ma è viva?
Chiese quardando la moglie ancora coricata.
- Per ora si, ma circa un minuto fa stava quasi per lasciarci.
- Ok... allora dobbiamo venire in ospedale.
Va bene la ringrazio.
Disse tranquillamente staccando il telefono e buttandolo sul comodino.
- Svegliati...svegliati... hanno trovato tua figlia.
Disse scuotendo sua moglie.
- Ma Sara è a casa, chi hanno trovato?
Disse lamentandosi.
- Lara!...hanno trovato Lara!
Disse spiegando alla moglie chi fosse sua figlia.
- Io non vengo, ho sonno e non voglio vederla, doveva morire.
Disse restando ancora sdraiata nel letto.
- Devi alzarti subito!
Dobbiamo andare lì per far vedere che siamo contenti che l'hanno trovata, dobbiamo fingere che ci importi, tu dovrai piangere, e io farò quello scioccato.
Dobbiamo fare in modo che il risarcimento aumenti così ci andiamo a fare una bella vacanza.
Disse il marito per convincerla.
- Se è per soldi allora vengo.
Disse alzandosi dal letto.
Non si vestii nemmeno, si mise solo un giubbotto.
Doveva far sembrare che aveva premura di vedere sua figlia.
Chiamarono anche Sara, lei era spaventata e arrabbiata, non sapeva come era conciata fisicamente Lara e a lei avrebbe fatto impressione.
Lei lo disse anche a Daniele di raggiungerli in ospedale.
L'ambulanza arrivò molto prima dei genitori, coprivano Lara con delle coperte di plastica,perché era quasi nuda.
Entrarono correndo e l'affidarono ai dottori che la aspettavano.
Lei non dava nessun segno di vita ma respirava...poco ma respirava.
La fecero passare nel corridoio i lampadari emormi simulavano un effetto di morte o di confusione, mille voci parlavano e Lara non capiva niente.
" È la ragazza che cerchiamo da mesi ".
Le misurarono la febbre e videro che era troppo alta, e avrebbero dovuto abbassarla in qualunque modo.
Allora dissero di preparare una vasca con il ghiaccio, e di immergere subito la ragazza.
Lara sognava, credeva di essere morta, c'era vicina, ma ancora non era arrivata la sua ora.
La portarono in una stanza, c'era freddo lì dentro, solo freddo, non passava nessun tipo d'aria, c'era solo ghiaccio.
Misero la sua barella accanto alla vasca e dopo aver contato fino a tre con l'aiuto di quattro dottori la sollevarlo e la immersero dentro l'acqua fredda.
Lara cadde, le sembrava di cadere nel vuoto, sembrava che il ghiaccio le fosse entrato nelle vene, e scorreva insieme al sangue diritti verso il cuore.
Appena il sangue tocco il cuore, gli occhi di Lara si aprirono sotto tre strati di ghiaccio.
Non riusciva a muoversi, ma subito dopo la uscirono e la rimisero nella sua barella.
Vedeva sfocato e non riusciva nemmeno a parlare, le penzolava una mano dalla barella che lei fissava, perché dal dito medio le cadevano delle gocce d'acqua che facevano il rumore dei suoi passi sul pavimento.
I suoi occhi si chiusero di nuovo, immezzo alle sirene e ai dottori che le stavano accanto.


IL DOLORE DELL' AMORE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora