Dimenticarsi di essere umani

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"Cosa... Cosa è successo?"

"Ari... Non ricordo."

"Niente?"

Il ragazzo scuote la testa.

"Io riesco a ricordare... immagini... Eri un gatto... E giocavamo... Abbiamo corso..."

"Goditelo."

"Come?"

"Ti senti come me ora, ne sono certo. Per poco, forse, è tornato tutto normale."

"Vuoi dire che... Che in realtà sei un gatto?"

"..."

"E allora che cosa vuoi dire?"

Il ragazzo socchiude gli occhi, inspira. Poi si lascia cadere sulla sabbia bianca, apre gambe e braccia come una stella marina.

Ari fissa l'orizzonte. Siamo arrivati vicino al mare... Ed è così vasto... "Vuoi dire che per te è sempre stato così?"

"No, non proprio. Solo... Prima, per un po', era tutto naturale. Abbiamo corso, giocato, seguito solo l'istinto, senza pensieri. Non ho veri e propri ricordi, ma so che è stato così. Ed è così, per me, quasi sempre. Quando invece non è così... nei miei pensieri ci sei tu, la tua vita. Se penso a te, allora cambia tutto."

Ari si guarda attorno, indica un cespuglio di fiori di ibisco. "L'ibisco rosso era il fiore preferito di mia madre. Quando l'ho visto, pensando a lei, è cambiato tutto..."

"Certo: se fai pensieri da umano, non puoi più goderti la vita da gatto, è naturale."

Naturale, già...

Ari stende a sua volta le gambe nella sabbia. "Mi è rimasto il pelo da gatta... Meno male, visto che ho gettato i vestiti nella pineta."

Il ragazzo riapre gli occhi. "Anche questo è normale... Non puoi distaccarti completamente dalla tua natura animale. Sai Ari... non so come sia possibile, ma inizio a credere che tu sia... vera."

"Ottimo."

"Dico davvero, Ari."

"Ho capito, sul serio, mi fa piacere, ma per me questa non è una novità: so di essere vera."

"Invece... non sai nulla di me..."

Ari scuote la testa. "Hai pensato che potremmo essere su un altro pianeta?"

"Come no."

"Allora elabora una teoria migliore!"

Il ragazzo richiude le palpebre.

"Hai notato il cielo?" insiste Ari, "se questo mondo gira su sé stesso lo fa molto più lentamente del mio. Il cielo ha i colori del tramonto da... da... Da quanto? Da quanto siamo qui?"

"Questa è la cosa che meno mi preoccupa... Chi sono io, Aradia?"

Bel quesito... Eppure sembra così calmo, per uno che ha completamente perso la memoria. Dev'essere l'effetto di questo strano posto. Forse... "Io sono Aradia, e vengo da un mondo dove il sole sorge, splende e tramonta. Tu sei... Qualcuno di questo mondo, non credi?"

"Ti dico che non lo so, davvero."

"Ma sei diventato un gatto, nella notte, e poi hai trovato quella colonia! E continui a dire che tutte queste assurdità sono normali!"

Il ragazzo, con movimenti lenti, si mette seduto. "E va bene, sia pure. Io sono di questo mondo, tu di un altro. Io ho perso la memoria. Tutto bene, ma perché conosco la tua vita come se l'avessi scritta io frase per frase?"

Frase per frase... Quindi conosci anche ciò che io ho solo intravisto? "Allora vorrei sapere cos'è davvero accaduto quel giorno, con Ludo, alla fiera: come ho fatto a difenderla da sua madre?"

Il ragazzo si acciglia, si irrigidisce. "Non sei stata tu... Non solo..."

"Dunque?"

"Sono stato io..."

Certo, sei tu... siamo noi... "Sei... il mio riflesso dietro lo specchio!"

I due rimangono in silenzio, gli occhi persi all'orizzonte. Ora, le loro menti sono piacevolmente vuote, e restano tali per lunghissimi istanti. Finché Ari si rende conto che...

"Sai che devo farlo, vero?"

"Immagino di sì..."

"Sai ogni cosa di me..." Ari si alza, cammina verso il mare. "Sai che ho visto il mare solo nei film, e ora devo proprio..."

"Giocare con il bagnasciuga."

"Dai, vieni anche tu... si muove, e luccica!"

Il ragazzo raggiunge Ari, fissa lo specchio d'acqua. Intanto lei gioca, schizza, si diverte. "E' stupendo, lo adoro!"

Poi si ferma, lo nota:

"Non abbiamo riflesso..."

"No, non lo abbiamo."

Siamo noi. Assurdo, ma siamo davvero noi due: l'uno il riflesso dell'altra.

"Come posso chiamarti, ragazzo dietro lo specchio?"

"Ragazzo dietro lo specchio."

"Ma no, meglio... Lewis."

"Come... Lewis in Wonderland, o Lewis beyond the looking glass?"

"Già... impossibile non pensare alle vecchie favole Universali di Alice Carrol, dove un ragazzo vola giù dalla tana di un coniglio, o attraversa uno specchio... e scova nuovi mondi al di fuori di ogni logica!"

"Però non ricordo di aver attraversato alcuno specchio. Ricordo te, sul tuo letto, che desideravi di raggiungere Ludo. E ricordo di aver avuto un gran brutto presentimento!"

"Ma poi mi sono addormentata e sono finita qui, dove possiamo assumere diverse forme, vedere posti esotici... proprio come un sogno... Ma non riusciamo a svegliarci. Insomma, pensaci: e se mondo dei sogni non fosse solo un modo di dire?"

Non dici nulla? Che hai in mente? Io credo che... "Se esiste un mondo dei sogni ci siamo rimasti incastrati..."

Lewis annuisce.

"Non sembri convinto, ma allora..."

Ari si zittisce. Il suo sguardo, così come quello di Lewis, è stato catturato da qualcosa che va formandosi in lontananza, sul mare.

"Sono nuvole?"

"Sembra più... qualcosa di solido!"

Solido... Sì, sembra davvero solido, sta diventando... "Una scalinata di pietra, e più in là un portone."

"Ma... è enorme!"

Attorno al portone si vedono sempre più nitidamente grossi blocchi di pietra scura, levigata dagli anni e chiazzata di muschio.

Una visione affascinante ma... opprimente. Mi ricorda qualcosa: "È come la Torre dei miei tarocchi! Solo... gigantesca, come un intero castello!"

"Tanto grande da oscurare il cielo... o forse si sta solo facendo buio?" "Mi spaventa, ma..."

"Vorresti entrare?"

Ari annuisce. "Se questo è il mondo dei sogni, cosa possiamo rischiare?"

"Spero tu abbia ragione. Andiamo."

La Guardiana della TorreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora