Ari che non è più Ari.

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Nel frattempo era passato un altro giorno, e la nonna di Aradia aveva deciso di fare un salto al poliambulatorio pubblico di Taurunì. Dietro una vecchia scrivania, sedeva il medico di famiglia al quale confidava i suoi crucci:

"Tutto è iniziato dopo la morte improvvisa di una sua compagna di classe, appena un paio giorni fa. Dopo un primissimo momento in cui ha pianto e si è confidata con me, ha iniziato a sembrarmi completamente apatica, assente... Dal pomeriggio stesso, fino ad oggi, non ha mutato espressione. Non piange, né ride, né si arrabbia... ci crederebbe?"

Il dottore solleva lo sguardo: "Credo che..."

"Ecco, so che probabilmente non c'è da preoccuparsi, ma nel caso... Vorrei risolvere la situazione prima che peggiori... per non dovermene pentire..."

Il dottore riprova a prendere la parola: "Certo, e..."

"Sa bene che ho già perso mia figlia, ora la mia nipotina è il mio mondo!"

"Lo credo, ma..."

"Sa che ha fatto? Lo ha fatto il pomeriggio stesso, poi di nuovo ieri: senza dir nulla a nessuno, è uscita di casa per andare a trovare una coetanea che vive nel nostro stesso quartiere... ed è tornata a casa con i capelli acconciati in modo buffo, ieri aveva persino del trucco sul volto e qualche ciocca colorata!"

"Questo non..."

"Quella Vale! Sembra che Ari sia diventata la sua bambola! E se le parlo... Alza le spalle, al massimo fa sì o no con la testa. Sembra non le importi nulla di me e di come mi fa sentire."

Il dottore resta in silenzio, si accerta della fine del monologo. Poi prende un respiro e domanda: "Quanti anni ha sua nipote?"

"Ha dodici anni."

Il dottore annuisce. "Visto che ha parlato di un lutto così recente, visto il pregresso... ha pensato di farle fare un salto da uno psicologo?"

La donna fa segno di sì: "Me lo dica lei, sono qui per sapere cosa sia meglio fare..."

"Le scrivo il nome di una psicoterapeuta specializzata in bambini e preadolescenti: male non le farà."

Nhaomi sospira, evidentemente a disagio.

"C'è altro, vero?" arguisce il dottore.

"Mio genero, il padre di Aradia..."

"Sì..."

"Mio genero ha reagito molto male quando sua moglie – mia figlia- è entrata in coma... Ha perso completamente la testa, poco a poco... alla fine gli è stato diagnosticato un deficit neurologico, ad oggi irreversibile..."

"E lei, per un paio di giorni di apatia, per un po' di trucco di troppo... teme stia accadendo una cosa simile anche a sua nipote?"

La nonna scuote la testa: "Lo so che è assurdo, ma vedo nel suo sguardo l'assenza che vedevo negli occhi di lui. La vedo fregarsene di ogni cosa, non con quell'atteggiamento strafottente che hanno alcuni suoi coetanei, ma proprio come se nulla la riguardasse... proprio come faceva suo padre quando tutto è cominciato."

Il dottore sospira: "Credo che un lutto in un'età tanto delicata possa turbare, forse anche sconvolgere, specie considerando che Ari ha già visto uscire dalla propria vita entrambi i genitori. Ma non è certo causa di un deficit neurologico. Credo che quanto accaduto a suo genero sia estremamente raro..."

"Lo dicevano anche di mia figlia! E se fosse ereditario? Entrambi i genitori di Ari sono predisposti a cose... estremamente rare!"

Il dottore scuote la testa: "Non pensi subito al peggio, la prego. Le suggerisco di sentire prima di tutto la psicoterapeuta. Se poi dovesse continuare a nutrire dubbi simili, anche solo per la sua tranquillità, non esiti a portarmi la ragazzina, d'accordo? Vedrei con i miei occhi, ed eventualmente le scriverei qualche esame mirato. Ma affronti questa cosa con più calma, per il bene di entrambe."

Nhaomi ringrazia ed esce dallo studio con il nome della psicoterapeuta stretto nella mano destra. Mi sento un po' meglio.

Se non che, attraversando il viale, vede in lontananza Aradia, Vale e Tersy. Dovrebbero tutte quante essere a scuola, non a zonzo per la città. Senza contare che Ari è fuori zona, sa benissimo che non dovrebbe venire fin qui da sola! Non è proprio da lei comportarsi così...

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