"Uno, due, tre... Questi scalini sono scivolosi e alti..."
"Ma questo non ci fermerà."
"Quattro..."
Sei curiosa, Ari. Entreremo nella torre. Io non posso contraddirti, non ci riesco, sono la tua ombra ora.
"...cinque, sei, sette..."
Posso solo osservarti. Credevo di averti inventata con l'immaginazione, ma sbagliavo. Ti osservo quando cerchi te stessa dentro uno specchio...
"... dieci, undici... Che fatica!"
...e posso essere me stesso solo quando anche tu lo sei completamente. Quando solo l'istinto ci guida e non esiste altro.
"...quattordici, quindici e sedici. Ci siamo."
Davanti a loro, un ponte levatoio permetteva di entrare nella Torre. "Oscurità, assi di legno vecchio e scricchiolante... Sei proprio sicura di voler andare fino in fondo?"
Ari camminava verso il portone aperto e guardava giù: "Tra le assi si vede come anche il mare, al di sotto di noi, ha preso i colori della notte... è bellissimo, vero?"
"Lo è."
Oltre il portone c'è un ampio cortile, e oltre ancora s'intuisce il susseguirsi di stanze e scalinate che si sviluppano verso l'alto, culminando in un torrione che sembra toccare il cielo. Le pareti sono costruite con quelle pietre scure e consumate dal tempo che, con le loro forme irregolari, conferiscono l'aspetto cupo ma affascinante che ha colpito Ari fin dalla comparsa della facciata.
"Guarda Lewis: qualche zona, qua e là, è dipinta! I colori sembra fossero vivaci, una volta, ma ora sono sbiaditi, sembra tutto molto vecchio!"
"Tutto è più vecchio del normale: l'illuminazione è data solo da quelle torce infuocate. Non c'è elettricità, sembra."
"Insomma, sembra cada tutto a pezzi, ma in realtà non è male... A ben guardare, non sembra pericolante o altro."
"Fuoco alle pareti a parte, sembra quel vecchio quartiere, ti ricordi, dove vivevi con i tuoi, da piccola..."
Ari inspira forte, colta dalla nostalgia. "Ecco perché mi sembrava così familiare. Però... vale solo per questo enorme cortile! Guarda lassù... una montagna di scale e di case... Vista dall'interno, non sembra più una torre, sembra..."
"Non somiglia a nulla che abbiamo mai visto."
Poco più avanti, in ombra, una sagoma attira l'attenzione di entrambi. Una signora vestita in lungo, forse anziana, data l'andatura claudicante.
"Scusiiiii!" grida Ari.
Correndo assieme a Lewis, Ari raggiunge il porticato dove la vecchia sembra essersi infilata. "Signora, ci scusi!"
Arrivano col fiatone, ma quando la donna – se così può definirla – si gira verso di loro, lo stupore mozza il respiro a entrambi.
"Ditemi, bimbi. Allora? Che c'è?"
Ari, io non so tu, ma sono incapace di parlare con... con questa...
"Ditemi, che c'è? Siete nuovi?"
Ari, non guardare me: rispondi a lei. L'hai chiamata tu.
"Ecco..." prova Aradia, "Dove siamo?"
"Sì, siete nuovi." Commenta la donna. "Sentitevi liberi di curiosare in giro, anche se ora è notte e dovreste riposare."
"Va... va bene," dice Ari, allontanandosi.
Bene, andiamocene... accelera il passo, brava... "Il mondo dei sogni, Ari? Ne sei ancora convinta?"
Ad Aradia scappa una risata. "Il mondo degli incubi!"
"Ridi per non piangere?"
"No, cioè... forse!"
"Già avvicinandomi e vedendola di spalle, avevo trovato che il suo modo di vestire fosse decisamente antiquato..."
"A dir poco! Abito lungo fino alle caviglie, di quel rosa pallido ma... cangiante! Cangiante sull'argentato, con arabeschi in fucsia acceso!"
"E il cappello: enorme! E quei riccioli biondi..."
"Quei riccioli troppo biondi! Strutturati e ossigenati come quelli di una vecchia bambola. Ma quando poi ho visto la faccia..."
"Faccia... Chiamala faccia! Non avevo mai visto una cosa del genere! Sembrava fosse il trucco a tenerla assieme!"
"Stucco rosa e viola!"
A quel punto la risatina nervosa di Ari viene condivisa da Lewis, la visione surreale assume contorni più grotteschi e meno inquietanti.
"Quella scalinata..." dice poi Ari. "Voglio vedere dove si arriva!"
E va bene, ti sto dietro: esploriamo questo... mondo degli incubi!
I due corrono, attraversano portici e vialetti sormontati da contrafforti, piccoli cortili e scale che sembravano infinite. Si fermano solo quando sono davvero stremati.
"Va bene, Lewis, mi arrendo: non ho idea di quanto sia lontana la cima!"
"Colpa della struttura arroccata... siamo sempre troppo a ridosso dell'edificio per vederne la sommità."
"Una città dormiente, o disabitata. A parte quella vecchia, non abbiamo più visto nessuno!"
"La vecchia, già..."
"Non farmici pensare, ora non me la levo dalla mente!"
"Era davvero... strana."
"Già."
"Ari?"
"Cosa?"
"La vuoi ancora sentire una teoria migliore?"
"Migliore?"
"Sì. Migliore del tuo siamo su un altro pianeta."
"Sentiamola."
"Desideravi un mondo senza la morte."
Ari si sente per un attimo frastornata, scorge una panchina e sente l'esigenza di sedervisi. "Non ci pensavo più, Lewis."
"Ma ci hai pensato intensamente. Il pensiero crea. Forse hai creato un mondo senza morte, così come, forse, io ho creato te."
"Smettila, era solo una brutta vecchiaccia, non uno zombie."
"Io credo che tu sappia che c'è qualcosa di più in tutto questo..."
"Io credo che... stanca come sono, dormirò profondamente. E così mi risveglierò nel mio letto. Spero di sognarti ancora, Lewis."
E va bene, Aradia, dormi, riposati. Ma temo che tutto questo non avrà fine così facilmente...
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La Guardiana della Torre
FantasíaARADIA E se il mondo dei sogni fosse Reale? Aradia e i suoi amici stanno per scoprire qualcosa di inatteso a riguardo...