13. Sono fidanzata

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<<Quindi un totale sconosciuto viene da te e ti propone di fingerti la sua ragazza per tre mesi>> si prende una pausa di riflessione <<TRE CAZZO DI MESI, CATHERINE>> sottolinea in tono abbastanza elevato, questa volta perdendo totalmente il controllo <<E tu accetti?>> conclude Cole, ricomponendosi. Sta camminando avanti e indietro da circa venti minuti, sbraitando rimproveri per la mia irresponsabilità e temo che se continua così finirà col creare un solco sul pavimento.
Anche evidente.

Una parte di me riflette davvero su quello che dovrei dirgli in risposta, qualcosa che lo convinca davvero del fatto che io non mi stia cacciando per l’ennesima volta nei guai. Poi, però, non riesco a frenare la mia lingua e rispondo d’istinto. <<Devo ricordarti che la prima volta che ci siamo visti mi hai proposto, da ubriaco, di tuffarci in piscina lanciandoci dal trampolino più alto?>> domando inarcando un sopracciglio. <<O che, ancora peggio, ho accettato?>> insisto e lui sospira sconfitto, avvicinandosi al suo stesso letto e prendendo posto accanto a me.
<<Te l’ho sempre detto che sei un’idiota>> si stende sulla schiena.
<<Mi hai detto anche di peggio>> rido imitandolo e girando la testa per riuscire a guardarlo negli occhi.

Noto che mi osserva con un leggero sorriso sul volto e inevitabilmente viene da sorridere anche a me. Lui lo nota e la curva delle sue labbra si allarga automaticamente.
<<Tu non ce la fai proprio a farmi stare tranquillo per un giorno>> allunga la mano e mi scompiglia affettuosamente i capelli.

<<Daii!>> tento di divincolarmi e lui, lasciando la presa sui miei capelli inizia a farmi il solletico sul collo. Comincio a ridere e, facendo ricorso a tutta la forza nel mio corpo, riesco a sottrarmi alla sua presa e a mettermi in piedi. <<Stupido!>>
Mi volto per guardarmi allo specchio e controllare le mie condizioni ma quando i miei occhi si posano sul mio riflesso inorridisco: i miei capelli sono completamente in disordine e questa mattina ci ho messo quasi un’ora per cercare di dargli una forma per lo meno decente.
<<Cole!>> mi giro furiosa verso di lui che si alza, come se fulminato, per cercare di scappare <<Ti ammazzo!>>

<<Non è poi così male… Insomma, a chi non piace uno stile più… wild?>>
<<Wild?>> ricalco l’aggettivo da lui scelto <<Sembra che io abbia un nido di rondini in testa!>>
<<Ma non è vero!>> con estrema cautela si avvicina e poggia le mani sulla mia testa allisciando i capelli verso il basso e sistemando come meglio può il disastro da lui combinato.
<<Ecco vedi>> cerca di sedare il mio animo rivoltoso e placare la mia “ira”, per cui mi parla a voce bassa, con molta cautela e un tono dolce e smielato. <<Sei di nuovo bellissima… Come sempre del resto!>> conclude dandomi due piccoli schiaffetti sulla testa e tornando a sdraiarsi sul letto, ormai al sicuro dalla mia vendetta.

Io mi studio un attimo di troppo, poi alzo le spalle abbastanza indifferente. E vabbè! Andranno bene anche così. Ciò nonostante, cerco  anche io di dare un po’ di ordine alla mio chioma passandoci le dita attraverso. <<Cosa facciamo oggi?>> domando osservando dal grande oblò della sua cabina la bellissima giornata che c’è fuori. Lui mi guarda spaesato qualche secondo, poi distoglie lo sguardo, alimentando inevitabilmente la mia curiosità.
<<Quello che vuoi tu… a me va bene qualsiasi cosa >> risponde semplicemente.
<<Che ne dici di provare il circuito dello sport? Sarà divertente!>> esclamo con la voce piena di entusiasmo.

Mi dedica un'occhiata scettica. <<E da quando sei una sportiva?>>
<<Oh no, io sono tutto tranne che sportiva: al liceo ero quella che veniva costantemente insultata perché ero responsabile di tutte le sconfitte della mia squadra a pallavolo…non a caso ero sempre l’ultima ad essere scelta, però c’è il ping-pong… e io amo il ping-pong!!>> è letteralmente l’unico sport che riesco a fare senza rompermi un braccio, perdere momentaneamente la vista o mutilarmi una gamba.
Lo sento sbuffare leggermente. <<E va bene! Andiamo a provare questo circuito!>> si tira su a fatica e non riesco a trattenere l’entusiasmo. Saltello sul mio posto in preda all’eccitazione e comincio a spingerlo in direzione dell’uscita in modo tale da accelerare il processo.
<<Vedrai che ci divertiremo tantissimo!>> esclamo chiudendo la porta alle mie spalle.

Under the same night sky Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora