Da qualche parte nel mondo
La stanza era buia e solo qualche raggio di sole penetrava attraverso il doppio tessuto delle tende scure. Aleggiava nell'aria il fumo proveniente dai sigari che rendeva ancora più difficile la messa a fuoco dell'ambiente. I tre uomini seduti intorno al tavolo rotondo non sembravano preoccuparsene.
Restavano in silenzio e si limitavano a fumare perlustrando la stanza con i loro occhi. Un bussare alla porta li destò da quella quiete. Un quarto uomo entrò senza attendere un cenno di permesso.
<<Ce ne hai messo di tempo ad arrivare>> disse uno dei tre mantenendo il tono calmo ma mal celando una nota di disappunto.
<<Chiedo scusa>> gli venne risposo prontamente <<Il traffico di questa città non ha giocato a mio favore quest'oggi>>
Un altro prese la parola <<Ora basta perdere tempo in questi inutili convenevoli>> esclamò spazientito alzandosi e appoggiando le mani sul tavolo.
<<Mantieni la calma>> l'ultimo, che fino a quel momento non aveva ancora parlato, si decise ad intervenire. «Non c'è poi così tanto da dire>>
<<Condivido>> prese posto anche l'ultimo arrivato <<So bene quale sia il mio compito>>
<<Allora spero tu sia consapevole anche di cosa ti aspetti qualora tu fallisca>> il più scorbutico dei tre si concesse un altro tiro dal sigaro per mantenere la calma.
<<Allo stesso modo mi auguro che abbiate ben chiaro cosa mi aspetto in cambio>> ribatté. <<Non mi importa nulla dell'oggetto, voglio la sua morte>>
<<Morirà, non preoccuparti>> lo rassicurò quello che lo aveva rimproverato per il ritardo inizialmente. <<Tu pensa solo al tuo lavoro>>
<<E vedi di sbrigare la faccenda il prima possibile>> l'uomo lo minacciò velatamente, sottintendendo che, nel caso avesse sbagliato qualcosa, avrebbe potuto temere le peggiori conseguenze.
L'uomo non rispose e afferrò la busta che quello più silenzioso gli stava allungando. La afferrò, la piegò e la infilò nel taschino interno della sua giacca <<Quando si parte?>> si prese il lusso di domandare.
Nessuno rispose e il silenzio aleggiò nella stanza mentre egli si alzò facendo strisciare la sedia all'indietro, si aggiustò la cravatta e diresse verso la porta. Aveva appena poggiato la mano sopra la maniglia quando quello che gli aveva passato il biglietto gli rispose <<14 luglio>> disse.
<<Molto bene>> commentò lui senza voltarsi.
<<Buona vacanza>> augurò sarcastico il secondo mentre quello sbatteva la porta alle sue spalle.
Si diresse verso la sua nuova destinazione e, una volta giunto, prese il telefono e digitò qualcosa, poi, visto che il destinatario aveva ricevuto il suo messaggio, lo gettò nel cestino a lui vicino e si avventurò nella tipica frenetica giornata di città.
Ci vediamo all'inferno.
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Under the same night sky
Tajemnica / Thriller«Mi serve un favore» dice all'improvviso e io inarco un sopracciglio «Mi hai detto che se avessi avuto bisogno di qualcosa avrei potuto chiedertelo» Lo blocco. «Mi ricordo quello che ti ho detto, dimmi pure» Inizialmente non parla, sembra sul punto...