Capitolo 2

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Mi avvia a scuola con calma,non volevo arrivare troppo presto, volevo godermi le mie ultime ore da erudita e non volevo nemmeno essere nervosa e quindi cercai di rilassarmi e a pensare alle parole di mio padre,al fatto che avrebbe sostenuto ogni mia decisione. Così quando arrivai davanti all entrata della scuola ero più tranquilla e mi misi in fila dietro a una lunga coda di ragazzi eruditi. Mi guardai un po' intorno e notai che nella fila dei candidi c'era un ragazzo,credo si chiamasse Peter,che avrò picchiati si o no una decine di volte a scuola. Stava prendendo in giro un gruppetto di ragazze abneganti così gli urlai-"Peter,porca miseria,Smettila se non vuoi che venga li e te le suoni come l ultima volta". Quando mi senti si giro e inizio a fissarmi. Il suo non era uno sguardo preoccupati, anzi era uno sguardo arrabbiato, vendicativo,quasi volesse sfidarmi.'Che lo faccia'pensai'avanti Peter non ho paura di te'. Mi divertiva pensare queste cose,mi faceva sentire meno erudita e più,non so,forse più intrepida.
Dopo qualche minuto di silenzio mi accorsi che era arrivato il mio turno e con un profondo respiro per fermare il nervosismo e la paura che stavano per risvegliarsi in me entrai nella stanza del test. Era una stanza non molto grande,piena di specchi,con al centro una specie di poltrona con un macchinario e un computer appoggiati su un tavolino li vicino. All inizio credevo di essere sola ma poi sentii una voce maschile che mi disse-"hey ciao,io sono Eric e sarò io a farti il test". Mi girai di scatto e mi trovai avanti ad un ragazzo sui 18 anni,alto con i capelli biondi,con una cresta e rasati ai lati. Aveva un pearcing sul sopracciglio destro e dei tatuaggi sul collo e sulle braccia. Nel complesso era davvero un bel ragazzo soprattuto per i suoi occhi che erano di un verde così chiaro da sfociare nell azzurrino. Dopo qualche secondo gli risposi dicendo-"ciao io sono Rosalie". Lui mi sorrise con quello che sembrava un sorriso senza gioia, e si capiva benissimo che non aveva voglia di stare li a fare il test a dei ragazzini di 16 anni.
Mi disse di accomodarmi e di bere un liquido trasparente. Io obbedii e all'improvviso tutto divenne buio. Mi ritrovai nella stessa stanza di prima, ma il macchinario,il computer e il ragazzo chiamato Eric erano spariti. Mi alzai e mi guardai nello specchio. Wow quella mattina avevo proprio un brutto aspetto. Poi notai un grosso cane dietro di me che mi ringhiava contro. Io non avevo paura dei cani ma quando inizio a corrermi contro e ad abbaiare iniziai a preoccuparmi. Ad un certo punto il cane mi salta a dosso ma riesco ad evitarlo.Mi giro e vedo dei piedistalli: su uno c'è una fetta di carne e sull altro c'è un coltello. Senza pensarci due volte prendo il coltello e squarcio la gola al cane che nel frattempo era diventato un po' più grande.divenne di nuovo tutto buio e mi ritrovai avanti ad un uomo che riconobbi come il capofazione degl intrepidi,che mi disse-"dimmi chi è,lo so che lo sai, dimmelo";contemporaneamente mi mostrava la fato di un uomo che io conoscevo ma mi rifiutavo fidi dirgli il nome. Torno il buio e mi risveiai. Guardai il ragazzo che mi aveva fatto il test: aveva un espressione preoccupata.così gli chiesi-" allora qual è il mio risultato?". Lui mi guardo preoccupato e mi disse-"senti il risultato del tuo test e' inconcludente"
"Significa che sono..." Non terminai neanche la frase perché lui disse" si sei una divergente" probabilmente aveva notato che ero molto spaventata,perché aggiunse-"Non preoccuparti non lo dirò a nessuno. Comunque sei risultata divergente solo al 5 per cento".io gli chiesi di specificare meglio il mio risultato e il ragazzo intrepido mi disse-"sei al 5 per cento erudita e al 95 per cento..." Fece una piccola pausa per riprendere fiato e disse-" al 95 per cento sei un intrepida".

Rivisitazione di divergentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora