Percy non aveva bei ricordi legati alla sua famiglia.
Capitava, sporadicamente e quando aveva particolarmente voglia di deprimersi, di mettersi a pensare alla sua infanzia e alla sua adolescenza trascorsa nel maniero del terrore dei McCallister e non gli veniva in mente nulla di bello o divertente sulla sua famiglia, che non fosse collegato, solo ed esclusivamente, a sua zia Prudence.
Anzi, quando si metteva a pensare a quei tempi passati, di cui non sentiva minimamente la mancanza, si rendeva conto di avere anche dei vuoti, di non ricordare determinati passaggi o compleanni o cene trascorse in famiglia, e l'unica risposta che Percy aveva saputo darsi aveva finito per racchiudersi in un'unica parola: traumi.
Sì, quei vuoti nella sua memoria erano stati causati dai traumi che Percy, indubbiamente, aveva avuto.
Però, ricordava un suo compleanno in particolare, precisamente il suo dodicesimo compleanno, quando aveva chiesto un unico oggetto a sua madre, una sciocchezza che non avrebbe dovuto costare nulla; ma quella sua semplice richiesta aveva scaturito un effetto domino di proteste e discriminazioni verso un Percy dodicenne che lo avevano fatto scoppiare in un pianto disperato quando era andato a rifugiarsi a casa di zio Tristan, zio Juan e Lea.
Percy aveva chiesto una coroncina, una di quelle di plastica con i diamanti finti, che doveva costare al massimo tre dollari, ma Megan McCallister aveva risposto a suo figlio acidamente e facendo uscire fuori ogni briciola del suo naturale istinto materno.
«Non dire stupidaggini, Percy. Nemmeno tua sorella Lilian quando era più piccola mi ha mai chiesto una corona di plastica per un suo compleanno e ora tu, che sei anche maschio, me ne chiedi una? Io non riesco a capire cosa hai di sbagliato. Perché non sei come Richard?»
Cosa aveva di sbagliato? Perché non era come Richard?
«Tu non hai proprio nulla di sbagliato, Percy», gli aveva detto lo zio Juan quando aveva buttato tutto fuori insieme ad un paio di litri di lacrime salate.
«Tua madre è una scema», aveva replicato, invece, sua cugina Lea. Percy ricordava ancora il piccolo viso tondo di sua cugina, completamente accartocciato dall'indignazione e dalla rabbia.
«Lea, dovrei riprenderti, ma purtroppo hai ragione», aveva aggiunto lo zio Tristan, pragmatico come sempre.
Lo zio Juan, con lo stesso affetto che Percy aveva desiderato ricevere anche da suo padre, aveva asciugato le sue lacrime mentre Lea gli aveva regalato un biglietto di auguri fatto a mano da lei e che aveva riempito di brillantini, poi era arrivato zio Tristan con una torta piena di panna e zia Prudence, la quale si era imbucata in casa Davis insieme ad un grosso palloncino a forma di P fucsia e con un sacchetto con all'interno quella coroncina di plastica che Percy aveva tanto desiderato.
Solo alla fine era giunta sua nonna Florence, accompagnata dal fedele nonno Larry, con in mano una scatola piatta e quadrata; aveva borbottato a Percy un "aprila, forza" e lui lo aveva fatto con mani tremanti e con un grosso sorriso sulle labbra bagnate di lacrime.
Era la sua collana di perle, la collana che gli aveva donato il nonno quando si erano sposati, quella che aveva portato sempre attorno al collo da quando gliela aveva regalata e che aveva deciso di donare a Percy.
Ed in quel momento, davanti a sua madre, che lo stava guardando con la stessa indignazione di quando gli aveva detto di essere gay - anche se solo uno stolto non lo avrebbe capito -, si stava passando le dita su quella collana, sperando che gli avrebbe portato un po' di fortuna, mentre stritolava la mano di Akihiro.
Ed in quella casa, nel maniero del terrore dei McCallister, ce ne serviva molta di fortuna, ma anche di pazienza e di faccia tosta.
Gli occhi e le labbra di sua madre erano ridotti in tre linee sottili e severe; la fronte era tirata e priva di rughe. Si passò le mani sul vestito semplice color salmone, probabilmente cucito su misura, mentre i raggi del sole fecero brillare maggiormente tutte le pietre che le circondavano le dita sottili.
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Il Mal Riuscito
ChickLitMotivi principali per il quale sono il figlio Mal Riusciuto: sono l'ultimo, non sono per niente etero e odio la Medicina. Al quarto posto c'è il mio lavoro, che spiegherò in seguito, e al quinto è che ho deciso di diventare vegano. Odiare la Medic...