Percy era alla guida dell'Opel grigia metallizzata, che prima di lui era stata di Larry, suo nonno materno, e che quell'anno avrebbe compiuto vent'anni tondi tondi. Era vecchia, ammaccata e ogni tanto cacciava un po' di fumo nero, giusto per aumentare il livello di CO2 nell'aria, ma gliel'aveva regalata suo nonno, che prima di lui l'aveva trattata e lucidata come un gioiello prezioso. Percy aveva mantenuto quasi del tutto intatta quella sua eredità, ammaccature a parte.
Nonostante avesse la patente da un bel po' di anni, ancora non aveva ben capito come fare un parcheggio senza prendere in pieno un marciapiede o un palo della luce o un bidone dell'immondizia o... le signore con i passeggini.
Comunque, ammaccature e incapacità di parcheggiare a parte, era affezionato a quella macchina; era un'estensione su quattro ruote del suo appartamento, quindi un vero caos. Ma era un caos pulito e profumato.
Percy era solo... poco organizzato, ma non c'erano avanzi di cibo ammuffito o macchie d'olio sui sedili o cadaveri di insetti sotto i tappetini. Anzi, aveva un gradevole alberello che ciondolava dallo specchietto retrovisore e che faceva profumare l'aria di limone radioattivo. Lo aveva posizionato accanto al suo santino di Beyoncé; quel santino pieno di pagliuzze oleografiche, pescato per puro caso in mezzo ad altre cianfrusaglie durante il mercatino dell'usato e dell'artigianato che si teneva una volta al mese lungo la via dove si trovava la pasticceria di sua nonna, lo assisteva giornalmente quando circolava sulle strade acciottolate di Savannah, la sua fantastica città.
Aveva letto da qualche parte che quegli affari a forma di alberello profumato erano tossici, ma tanto prima o poi sarebbe dovuto passare a miglior vita.
Suonò con il clacson a un gruppo di ragazzini che si muovevano in bici al di fuori della pista ciclabile. I ragazzini ruotarono il capo e, quando videro l'Opel di Percy, si infilarono immediatamente nella stradina asfaltata che era stata fatta apposta per loro. Bravi ragazzini.
A Percy piaceva la sua città, era un mix perfetto tra vecchio e nuovo. Si immerse nel centro storico e passò davanti al museo Telfair. Ricordava di esserci andato in gita alle medie, nonostante fosse stato letteralmente costretto da sua madre a parteciparci, gli era piaciuto. Passò davanti la piazza più grande, quella che affacciava sulla riva destra del fiume Savannah e la trovò brulicante di persone. In quella stessa piazza, suo nonno Larry gli aveva insegnato ad andare in bici.
Percy adorava la famiglia di sua madre. Sua nonna Florence e suo nonno Larry - che purtroppo non c'era più da qualche anno - erano le persone più importanti della sua vita; subito dopo arrivavano i suoi zii, Tristan e Juan, e sua cugina Lea. Lea era anche la sua migliore amica, insieme a quel pazzo di Jeremy.
Per quanto riguardava la carissima famiglia McCallister, la sua famiglia paterna, Percy, chi più e chi meno, li odiava un po' tutti. Cioè, non li odiava così tanto da augurargli ogni male perché, nonostante le brutte parole ricevute negli anni, non era mai riuscito a odiarli davvero. Li considerava solo tante unghie incarnite, ecco.
L'unica persona che stimava dei McCallister era sua zia Prudence, che, come lui, era considerata una mal riuscita nel clan McCallister.
Il soprannome Mal riuscito gli era stato gentilmente affibbiato da suo padre, che prima di lui lo aveva affibbiato a sua sorella minore, quando negli anni ottanta aveva deciso di diventare hippy e girare l'America Latina con un gruppo di vagabondi e un sacco a pelo.
Sua zia Prudence non era più hippy, ma aveva deciso di aprirsi una scuola di danza latino americana e ogni tanto si fumava ancora qualche canna. Anche in compagnia di Percy.
Il suo bisnonno era stato un medico di famiglia; suo nonno aveva la stessa laurea attaccata alla parete dietro la scrivania nel suo studio; suo padre si era specializzato in cardiologia, suo fratello maggiore Richard in neurologia e sua sorella maggiore Lilian in logopedia.
Una famiglia piena di medici che avevano contribuito ad aumentare l'ipocondria di Percy.
Percy, però, non era un medico, se ne era andato via di casa a diciott'anni, subito dopo il diploma, e non aveva mai frequentato il college.
Il solo pensiero di dover mettere i punti in testa a un bambino sanguinante lo faceva sentire male ogni volta. Per non parlare del pensiero di dover controllare i calcoli renali o le emorroidi...
Preferiva di gran lunga i suoi lavori discutibili. Discutibili per i McCallister, ovviamente. Per lui erano perfetti.
Durante la settimana lavorava nella pasticceria di sua nonna materna insieme a suo zio Tristan e, per l'appunto, insieme a sua nonna Florence; il sabato e la domenica sera faceva la Drag Queen al Pepper Club; il martedì, però, era il giorno di chiusura della pasticceria quindi era la sua unica giornata di riposo.
Il secondo motivo per il quale era considerato il Mal riuscito rimaneva, indubbiamente, il suo travestirsi da donna.
Il primo motivo era che l'ultimo figlio di Megan e William McCallister era venuto fuori proprio male, rispetto ai primi due figli, diventati in seguito anche loro dei medici stimati.
Era una delusione su due gambe avvolte da un paio di jeans sexy.
Il terzo motivo? Non si sarebbe mai sposato con una donna, così da procreare altri futuri medici di sangue McCallister da mandare a studiare nella Ivy League perché era gay. Ma Percy era proprio super gay. Talmente gay che quando il gay-radar passava accanto a lui prendeva fuoco. Così gay che la sua verdura preferita erano i piselli.
Il pisello è una verdura, giusto?
Il quarto motivo era che, oltre a non essere laureato, a non essere un medico come i suoi fratelli, suo padre, suo nonno e via dicendo, oltre a fare la Drag Queen nel fine settimana e a farsi piacere particolarmente i piselli, era anche - shock degli shock - vegano.
Oh, che brutte persone che erano i vegani.
Quando a diciassette anni lo aveva detto a sua nonna Florence, l'anziana donna aveva sussultato e si era portata una mano al centro del petto.
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Il Mal Riuscito
ChickLitMotivi principali per il quale sono il figlio Mal Riusciuto: sono l'ultimo, non sono per niente etero e odio la Medicina. Al quarto posto c'è il mio lavoro, che spiegherò in seguito, e al quinto è che ho deciso di diventare vegano. Odiare la Medic...