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× La osserva e sospira profondamente, mordendo nervosamente l'unghia del suo pollice mentre cerca di restare in silenzio e non dire tutto quello che gli passa per la testa. Ma fa davvero fatica. Alla fine è davvero necessario indossare un vestito così corto e pieno di paillettes (1) per un compleanno? Passare ore davanti allo specchio e truccarsi così minuziosamente?
Quasi rimpiange di averle detto di sì quando gli è stato chiesto se si sarebbe potuta preparare a casa sua dato che i suoi genitori non hanno idea del cambio di programma e della discoteca, perché sarebbero assolutamente contrari dato che domani sarebbe un giorno scolastico. Ha mentito sull'andare a dormire a casa della sua amica quando, in realtà, sarebbe rimasta a dormire dal fidanzato.

 Ha mentito sull'andare a dormire a casa della sua amica quando, in realtà, sarebbe rimasta a dormire dal fidanzato

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"Paulo." lo risveglia dai suoi pensieri.

Cammina velocemente da una parte all'altra della stanza e nella sua mente pensa ai suoi genitori che non approverebbero anche perché sanno di avere una bomba sexy come figlia.

"Eh?" sospira mentre la guarda.

"Quale metto?" gli mostra la sua enorme quantità di rossetti.

"Questo." indica una tonalità nude, non perché crede che sia più bello, solo per non farle mettere quello rosso.

"Mh, ok." gli da un bacio a stampo. "Grazie."

Torna davanti allo specchio. La guarda per un po', poi si alza e si avvicina a lei, poggiando le mani sui suoi fianchi mentre le bacia il collo e lascia unire definitivamente i loro corpi.

"Sicura di non poter ritardare un po'?" in realtà preferirebbe che non andasse del tutto.

"Dai Paulo." ridacchia mentre poggia le mani sul mobile davanti a lei e sotto lo specchio. "Non posso arrivare in ritardo."

"Nemmeno per stare con me?" preme di più contro di lei, facendola voltare così da averla faccia a faccia. La prende da sotto le cosce e la poggia sulla superficie piana. "Questo vestito ti sta troppo bene."

"Grazie amore, ma non posso adesso." gli accarezza le guance. "Dopo, quando torno se sarai sveglio."

"Non so se riesco ad aspettare fino al tuo ritorno." inizia a baciarle il collo.

"Dai." sospira mentre chiude gli occhi, sentendo la pelle d'oca.

"Ti voglio." stringe le cosce tra le sue mani, facendola sussultare.

"Anche io ma non adesso." si stacca un po' da quel contatto. "Dopo, te lo prometto."

"Quando?"

"Quando torno."

"E a che ora?"

"Non lo so.. l'una? le due? le tre?" scrolla le spalle, non avendo proprio idea di come potrebbe andare a finire la serata.

"Troppo tardi." si avventa ancora sulle sue labbra con fare maniacale, succhiando la parte inferiore.

"Paulo." si allontana, spingendolo dalle spalle. "Dai, ti prego."

"Uffa." gira gli occhi al cielo, poi sospira, spostandosi così da farla scendere.

Esa si allontana per prendere le scarpe, indossandole e divenendo immediatamente più alta del solito. Paulo, invece, si sdraia poi sul letto e inizia a scrollare la home di instagram senza dare troppo conto ad altro dato che, al momento, è troppo infastidito per aprir bocca. Chiude gli occhi per la seconda volta e la sua testa vaga così tanto da immaginare lei tra le braccia di un altro, gemente.

"Amore." lo chiama la ragazza che, però, viene ignorata prontamente. "Amore?" ma lui continua a guardare lo schermo del telefono. "Paulo, ti supplico." si siede accanto a lui e gli toglie il telefono dalle mani. "Puoi almeno guardarmi mentre ti parlo?"

"Cosa?" chiede scocciato mentre si tira a sedere.

"Sto per andare via." lo avvisa.

"Divertiti." riprende il dispositivo e torna com'era prima.

"Ma perché devi fare così?" sbuffa mentre si metti in piedi. "Ti sembra il momento di fare una scenata?"

"Ti ho detto di divertirti, Teresa, che cos'ho fatto che non va?" la squadra.

"Sai che c'è?" chiude gli occhi mentre alza le mani, riaprendoli dopo aver preso un respiro profondo. "Al diavolo, è inutile parlare con te quando ti convinci di aver ragione. Io esco e mi divertirò, che tu lo voglia o no." afferra la borsetta.

"Bene." risponde.

"Smettila di fare l'altezzoso con me!" esclama.

"Non ti sto nemmeno degnando di uno sguardo, smettila di atteggiarti come se tutto sia dovuto a te. Sei il centro dell'universo adesso?"

"Fanculo." apre la porta della stanza da letto ed esce, sbattendola alle sue spalle e facendo arrabbiare di più Paulo.

Scende velocemente le scale mentre afferra la sua giacca ed arriva alla macchina dell'amico che è venuto a prenderla, sedendosi sul sedile posteriore dopo aver salutato tutti. Sospira varie volte lungo il viaggio e avrebbe voglia di sfogarsi con i suoi amici, ma nessuno di loro sa di Paulo o della sua relazione, quindi deve mordersi la lingua e stare zitta. Odia litigare con lui, specialmente per cose inutili come questa. Non capisce perché debba essere così geloso quando, nel suo cuore, c'è solo lui. Si sforza di sorridere quando l'auto si ferma davanti alla discoteca e scuote la testa, cercando di mandare via i brutti pensieri.

Dal canto suo, invece, Paulo è ancora sdraiato sul letto con ancora un forte nervosismo addosso. No, proprio non riesce a starsene fermo lì. Cerca su internet il nome della discoteca, chiama velocemente il gestore e poi qualche amico, poi si infila sotto la doccia, si veste, si sistema, prende le scarpe ed esce, guidando fino al luogo designato.

"Paulo." lo chiama un amico in lontananza e lui sorride in loro direzione.

Per evitare casini, entrano dal retro dato che qualcuno avrebbe potuto riconoscerlo e poi si sistema nel privé che si trova nella parte alta della discoteca da dove può tranquillamente vedere le persone che si scatenano in pista. Dopo uno scambio di battute con gli amici, sposta immediatamente lo sguardo sullo spazio addetto alla danza e vaga alla ricerca di quella figura familiare che più gli interessa. La trova seduta al bancone del bar, affiancata da una ragazza che sicuramente è la festeggiata di questa sera; insieme bevono qualcosa e ridono. Il barista si avvicina per portare loro altro e l'argentino stringe i pugni quando vede che punta lo sguardo sulla scollatura della sua ragazza che, tuttavia, non sembra nemmeno accorgersene e prosegue con il suo giro.

"Tutto bene amico? Cos'è che guardi?" domanda uno membro della sua compagnia.

"Le bottiglie di vino appese alle dispense del bar, giurerei di non aver mai visto vino in discoteca." risponde prontamente.

"In effetti.."

Sospira e torna a guardare la scena dove, alle due, si è aggiunto anche quel tizio che sta dietro al bancone. Quel sorriso troppo amichevole lo manda fuori di testa.

Felicità / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora