× Oggi è quel giorno che stavano aspettando entrambi da moltissimo tempo. Il giorno del loro primo anno insieme, il loro primo anniversario. Paulo progettava questo giorno già da un bel po', aveva scelto dove portarla, il regalo da farle, pianificato l'intera serata dato che avrebbe avuto gli allenamenti nel pomeriggio e la mattina lei sarebbe stata comunque a scuola. Voleva sfruttare il fatto che venisse di venerdì, ma è stato inutile. Lei è comunque a scuola, lui dovrà andare comunque agli allenamenti ma non passeranno la serata insieme. Almeno questo è quello che pensa Esa che se ne sta con la testa poggiata sul banco durante la ora di supplenza, sentendo un forte nodo allo stomaco che la fa stare male. Oggi è peggio degli altri giorni. Paulo non si è fatto sentire dopo le dieci di ieri sera e crede che sia dovuto appositamente perché neanche lui vuole pensare al fatto che passeranno separati questo giorno. Sbuffa sonoramente mentre l'intera classe è piena di casino, lasciando agli altri l'opportunità di ripassare, di parlare, di giocare o anticipare i compiti dato che il prof nemmeno si cura di far fare loro silenzio. Vorrebbe solo tornarsene a casa e non uscirci mai più.
Paulo, invece, si trova in un negozio per farsi gonfiare vari palloncini dopo essere passato dal supermercato, dal fioraio e da altri numerosi negozi. Ha dovuto rinunciare al ristorante e alla cena a lume di candela ma non al desiderio di passare con lei la sera che verrà. Sistema in macchina tutto e prega di non prendere fossi che possano causare lo scoppio dei palloncini, poi guida verso casa e inizia a trovare una scusa per convincerla a farla venire. Nel mentre sistema tutto nel salone ed apre il cassetto dove la sera prima ha sistemato le foto che ha fatto stampare dal fotografo. Sono un bel po' e sono tutte di loro due, tutte foto piene di amore e che riportano alla sua mente momenti di gioia e spensieratezza.
Sistema e rende tutto più bello, impegnandosi anche parecchio per rendere questo anniversario indimenticabile per entrambi.
Passate le due del pomeriggio, si cambia velocemente e va al campo per allenarsi, contando il tempo che passa."Ti vedo bello carico, che cos'è successo?" ride Perin che gli ripassa il pallone per farlo tirare ancora in porta.
"Ho delle cose da fare dopo l'allenamento." si limita a dire e segna un altro goal.
Corre e, arrivate le sei, si lava velocemente e torna a casa dove si cambia ancora una volta, indossando un semplice jeans e una camicia bianca. Quella che a lei è sempre piaciuta da morire. Chiama un taxi e da all'autista l'indirizzo di casa di Esa, dicendogli di aspettare sotto casa sua fino a quando non sarebbe scesa. Poi prende un profondo respiro, riflette bene su cosa dirle e spera davvero che risponda quando digita il numero sulla tastiera e preme la cornetta verde. Gli squilli gli mettono addosso un po' di agitazione e chiude per un attimo gli occhi quando sente finalmente la sua voce.
"Pronto?"
"Esa, sono io." parla a voce bassa.
"Paulo? Tutto ok? Perché mi chiami?"
"È urgente Esa, ho bisogno che tu venga qui adesso." cerca di essere il più convincente possibile.
"Che? Perché?" inizia a preoccuparsi.
"È troppo lungo da spiegare. Perfavore, ho bisogno di te."
"Ok, ma.. come arrivo lì?"
"Ho chiamato un taxi, tra poco sarà lì."
Quando lei accetta dopo un pesante sospiro, chiudono la telefonata e lui si passa le mani sul viso. Sa già che si arrabbierà da morire quando scoprirà che non è successo nulla in realtà, ma non sarebbe venuta nemmeno se l'avesse pregata in ginocchio insieme a tutti gli angeli del paradiso. Vede il taxi fermarsi davanti la porta di casa e lei scendere di fretta e furia mentre cammina velocemente verso il cancello già aperto. Apre la porta quando sente bussare ed incontra il suo sguardo terrorizzato.
"Che cos'è successo?" chiede con un po' di fiatone.
"Niente, non è successo niente." la fa entrare e lei lo guarda confusa.
"Cosa? Hai detto che era urgente, non capisco."
"Ti scongiuro, non arrabbiarti. Era una bugia perché voglio parlarti e chiarire, non esiste giorno migliore di oggi quindi, prima di insultarmi, picchiarmi e probabilmente uccidermi, fa' parlare me."
Lei spalanca gli occhi ma prima ancora che possa dire qualcosa, è già nella stanza a cui Paulo ha dedicato tutta la giornata. Si guarda intorno, notando che il buio è spezzato da candele a forma di cuore rosse e bianche. Ci sono dei fiori in ogni angolo e tantissimi palloncini che decorano il soffitto e il pavimento. Poi nota delle foto e le studia attentamente, ripercorrendo le tappe della loro vita insieme.
"Io.. non capisco.." mormora mentre accarezza una rosa bianca.
"È il nostro primo anniversario oggi." le afferra la mani e bacia il dorso di una di esse. "Mi dispiace Esa." sospira. "Dico davvero, per tutto. Per la storia delle ex e per quella dell'età. Parlo sul serio quando affermo di amarti. Non è solo per il sesso o per il tuo corpo, ti amo perché sei tu. Mi hai rubato il cuore dal primo istante in cui ti ho vista e sono fiero di averti nella mia vita. Te l'ho detto, sei il mio vanto più grande. Qualcosa che non potrò mai avere né con i soldi o con la fama. E non sopporto quando litighiamo e finiamo col non parlarci perché mi fa male la lontananza con te, fosse per me ti terrei sempre qui ma non perché sono geloso. È solo che.. tu sei più giovane di me, vieni da una realtà diversa dalla mia e ho paura che tu possa innamorarti di qualcuno che possa capirti meglio di quanto possa fare io, con cui condividi più interessi e passioni. Ho 26 anni e tu 19, non posso entrarti nella testa per capire cosa tu stia pensando ma fidati che voglio sul serio provarci. Voglio il meglio per te, per noi due e poi per me. E so che il meglio per me sei tu, tu soltanto."
Rimane senza parole. Adesso capisce che, infondo, Paulo cova nel cuore le stesse parole che custodisce lei insieme ai suoi sentimenti. La paura che la loro diversità possa portarli a non capirsi e a cercare in qualcun altro quello che loro non possono darsi. Abbassa lo sguardo e stringe le sue mani, sentendo gli occhi pizzicare.
"E tu hai fatto tutto questo? Nonostante io e te avessimo litigato?" ha la voce un po' incrinata.
"Si."
"E perché?"
"Già lo sai, perché ti amo." accarezza il suo viso, asciugando la lacrima che corre lungo la sua guancia con il pollice. "E perché oggi, proprio un anno fa, mi sono messo con la donna più bella che sia mai esistita. È passato un anno da quando è arrivato un angelo come te nella mia vita." le bacia la fronte. "Buon anniversario amore mio."
Lei scoppia definitivamente a piangere e si spinge contro di lui per abbracciarlo, non riuscendo più a resistere alla voglia che ha di abbracciarlo e di respirare il suo profumo.
"Paulo.." singhizza mentre sente il cuore esplodere.
"Ssshh, va tutto bene." la stringe.
"Ti amo." si mette sulle punte per essergli più vicina. "Ti amo da morire."
"Anche io."
Si abbassa quanto basta per darle un bacio, sospirando dal sollievo quando sente le sue labbra contro le proprie. Gli sembra di essere davanti alle porte del paradiso dopo aver passato gli ultimi giorni tra i gironi più dolori dell'inferno. È lì, finalmente Esa è lì con lui.
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Felicità / Paulo Dybala
Fanfiction[ REVISIONATA ] - Ma come si fa? Eri solo tu che assomigliavi alla felicità -