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× Ripensa a quando, durante la tensione post litigio, Paulo e lei non si guardassero nemmeno più negli occhi quando facevano l'amore. O quando facevano sesso. Non è poi così diverso per lei, l'importante è farlo con chi si ama. Ricorda la paura di non essere più voluta da lui dal punto di vista amoroso e si sente così stupida da ridere da sola a quel pensiero.

È già sveglia da un paio di minuti ma non ha proprio voglia di alzarsi. Ha guardato l'ora dallo schermo del telefono, rendendosi conto di quanto fosse tardi per andare a scuola e così si è girata per abbracciare Paulo che, però, si era già alzato. Ha sentito dei rumori provenire dalla cucina e si è tranquillizzata al sapere che fosse in casa, così è tornata sotto le coperte.

"Che bello questa mattina ti sei svegliata col sorriso." mormora lui con quell'accento che tanto le piace. "Buongiorno amore mio." poggia il vassoio sul comodino e si siede sul letto, baciandola.

"Buongiorno." si bea delle sue coccole e poi si tira in piedi, sbadigliando ancora una volta.

"Ti ho preparato la colazione, deduco che tu ieri non abbia cenato e non ci ho nemmeno pensato quando sei piombata qui."

Sorride davanti alla brioche con la cioccolata che le sistema davanti, poi ne prende un pezzo e sente le papille gustative far festa.

"Mi sposi?" domanda ironicamente, facendo ridere Paulo.

"Magari tra qualche anno." le pulisce gli angoli della bocca. "Quando sarai un po' più grande."

"Sarà." mugola, poi finisce di mangiare e si sporge in sua direzione.

Lo tira a sé, facendolo sdraiare sul suo corpo e lo stringe in un forte abbraccio.

"Come sei affettuosa oggi."

È felice di starle così vicino. Ha quei momenti in cui non vorrebbe vedere né toccare nessuno, fredda come un blocco di ghiaccio, poi ci sono altri momenti in cui si attacca alle persone con forti abbracci e, solo per Paulo, riserve quelle leggere carezze, quei baci un po' timidi, quelle parole senza senso, quelle risate più spontanee e quelle chiacchiere profonde.

"Hai gli allenamenti oggi?" chiede, sperando tantissimo in un 'no'.

"Eh si." risponde lui, scoppiando a ridere quando la vede fare una brutta faccia. "Sto scherzando amore, oggi sono tutto tuo."

"Tutto mio." ripete mentre gli bacia la guancia.

"Proprio così." passa una mano tra i suoi capelli. "Allora? Cosa vuoi fare?"

"Qualunque cosa." alza le spalle, dando a lui la completa scelta.

"Allora oggi porterò la mia bellissima ragazza a pranzare fuori in un posto davvero stupendo."

"Mi porti al ristorante?"

"Ad un bellissimo ristorante, uno che possa pensare di farti giustizia anche se non ci riesce." insinua le mani sotto la sua maglietta, accarezzando i suoi fianchi nudi.

"E i paparazzi? Insomma fotografi o persone dotate di cellulare?"

"È un posto tranquillo, conosco il proprietario." la tranquillizza, poi sorride.

"Però non ho niente di bello da mettere, dovrei tornare a casa prima e.." sospira, non avendo voglia di avere a che fare con i suoi genitori e, quando ieri ha preparato il borsone, non ha pensato che sarebbero usciti per andare da qualche parte.

"Allora adesso ti alzi, ti vesti e andiamo a fare shopping." si stacca da lei che corruga la fronte.

"Non ce n'è bisogno, passo a casa mia più tardi."

"Ma non ne hai voglia, giusto?" le accarezza il viso. "E poi mi piace riempirti di regali e non te ne faccio uno da tempo, quindi, almeno per oggi, senza fare storie, fatti coccolare un po'."

"Ma non voglio che tu.." si Interrompe, riflettendo sulle sue parole.

"Spenda soldi? Beh, mettiamola così, ne ho così tanti che mi danno fastidio quindi o li butto nel water o ti faccio un regalo." scherza.

"Puoi fare beneficenza." scrolla le spalle mentre gioca con le sue dita.

"Sai che la faccio già, quindi alza quel bellissimo sedere che possiedi e vestiti o giuro che ti faccio uscire così." la tira così da farla mettere seduta sul letto ma, per quanto tenti, lei non sembra essere convinta. "Sarà peggio se spendo soldi e non so nemmeno se ti vanno bene perché saranno un vero e proprio spreco."

Sospira mentre si mette in piedi e si avvicina a lui, poggiando le mani sulle sue spalle ed alzandosi sulle punte per dargli un bacio, sussurrando un 'grazie'. Si veste e usano la scusa del freddo e delle restrizioni per coprirsi, indossano cappelli, mascherina e quant'altro. Non sarebbe stato un problema se lui fosse stato visto con una 'compagnia' ma bensì se avessero scoperto qualcosa su di lei. Camminano per il centro di Torino e Paulo la trascina in vari negozi, chiedendo sempre la massima discrezione per privacy. La guarda mentre prova vestiti su vestiti e, ogni volta che esce dal camerino per farsi vedere, gli sembra di non dirle mai abbastanza quanto sia bella.

"Tu che dici?" chiede mentre si guarda allo specchio, provando a tirare giù la gonna.

"È un po' corto e si vedono quelle bellissime cosce che hai." si alza e le accarezza i fianchi. "Ma ti sta divinamente, in più si intona perfettamente con i tuoi occhi."

"Ne vorrei uno che stia bene con i tuoi, anche se è impossibile." parla e sa che, per quanto possa cercare, non esisterà mai un verde più bello di quello dei suoi occhi.

"Amore." le accarezza la guancia, tirandole giù la mascherina per darle un bacio. "Darei oro per vederti sempre così sorridente."

"Sei tu che mi fai sorridere, non hai bisogno di oro." lo abbraccia. "Se avessi sempre avuto te nella mia vita sarei sempre stata più sorridente." ricorda la classica frase che i suoi genitori le dicevano sempre prima di andare a cena da amici: 'sorridi di più questa volta'. "Però tu sei nato in Argentina, bello come un dio greco, mentre io sono nata qui a Torino, nel gelo."

"Non sei nata in inverno, amore." le ricorda. "E poi sembri più tu una dea greca, ti renderesti conto di quanto bella sei se potessi guardarti con i miei occhi anche solo per un istante. Sei la donna più bella che io abbia mai visto."

Si stringe istintivamente a lui, avendo bisogno di ogni parte che lo costituisce.

Felicità / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora