Capitolo 1

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La porta si apre, si accende la luce, mi distraggo proprio quando sto per battere il record.

"Marco, hai un attimo? Ti devo parlare."

Sbuffo. "Papà, non potevi bussare? Mi hai fatto perdere."

"Sempre questi giochi al pc. Ascoltami un secondo."

Senza avere il mio permesso, entra, si ferma in piedi di fianco a me e io evito di guardarlo. Spingo in avanti il sedere sulla sedia e mi allungo con piedi sotto la scrivania, non ho voglia di dargli retta."Per forza adesso? Di cosa vuoi parlare?"

Mi arriva uno scappellotto dietro la nuca."Ti sembra il modo di stare seduto?"

Tamburello con le dita sul tavolo, aspetto che la ramanzina finisca."Ho saputo che non andrai a nuoto, nemmeno quest'anno."

Raddrizzo la schiena, ruoto la sedia e mi volto verso di lui: "Già."

Se è di questo che vuole parlare, abbiamo finito.

"Te l'ho detto tante volte, lo sport fa bene e sei anche portato. Non te la lascio passare questa volta."

"Non ne ho voglia. Da quando ti interessa quello che faccio?" 

Giro di nuovo la sedia per riprendere a giocare, afferro il joystick e lui stacca la spina del dispositivo, facendomi incazzare. Trattengo il mio istinto, lo ignoro, spero se ne vada.

"Sono tutte scuse."

I miei nervi tirano, sta cercando di provocarmi, non gli lascio questa soddisfazione, resto calmo."Non voglio andare a nuoto, non sprecate tempo ad iscrivermi."

"Puoi scegliere un altro sport. Magari un gioco di squadra, così frequenti di più i tuoi compagni invece di startene sempre chiuso in casa. Dammi retta: esci, divertiti, cercati una ragazza."

"La scuola inizia tra qualche settimana, ho finito tutti i compiti e voglio godermi le vacanze. Le ragazze sono noiose."

Riattacco la spina e inizio una nuova partita, mio papà esce rassegnato.

Che nervoso, non riesco più a vincere nemmeno una partita. Spengo il pc, non ho più voglia di giocare. Magari potrei chiamare Riccardo. No, meglio di no.Mio padre proprio non capisce che è tutta colpa delle ragazze se non esco più con i miei amici. Non pensano ad altro, non mi diverto più a uscire con loro.

L'unica con la quale c'è sintonia è Giulia, peccato che non la incontro quasi mai, anche se abita qui di fronte. Potrebbe essere anche più di un'amica, però temo che per lei mi consideri come un fratello. Ho sedici anni e lei diciotto, non è poi la fine del mondo, forse dovrei farle capire che mi piace. 

I miei pensieri vagano, ma vengono interrotti bruscamente dall'ingresso di mia madre. "Perché ti comporti così? È tuo padre e ti vuole bene, non è giusto come lo tratti. Ti posso assicurare che si è sempre preoccupato per te, anche quando non viveva con noi. Non ti ha fatto mai mancare niente."

"Si può sapere cosa avete oggi? Non si bussa più."

Mia mamma a pochi passi da me, gesticola ansiosamente. "I rapporti con tuo padre erano complicati, non era facile nemmeno per lui venire a trovarti. Dagli il modo di recuperare il tempo perso."

"Io non l'ho perdonato, non capisco come possa farlo tu. Mi spiace, io non cambio idea." 

Mia madre è troppo buona, nonostante tutto lo difende.

"Sei sempre categorico nei tuoi giudizi e troppo giovane per capire. Perdonalo, fallo almeno per me."

"Ci provo, ok, ma solo per te."

Quando esce dalla stanza, mi affaccio alla finestra e vedo Giulia. Esco di corsa per raggiungerla e per parlarle. Mi saluta con entusiasmo. "Ciao Marco, come va? È tanto che non ci vediamo."

"È vero, sto uscendo poco ultimamente. Ma tu dove stai andando, hai un appuntamento?"

"No. Ho chiuso con l'amore, troppe delusioni. Preferisco stare sola per un pò."

"Capisco, mi dispiace. Perché non andiamo a mangiare un gelato uno di questi giorni? Offro io."

"Mi offri il gelato? Sei carino. Ci sto, prossimo giro però pago io."

"Va bene, quando ci vediamo?"

 "Anche domani pomeriggio se vuoi."

Sorrido. "Domani è perfetto."

"Ciao, allora a domani." 

 È proprio una ragazza carina. Sono pronto, è la mia occasione. Perché dovrebbe prenderla male? Io non la farei mai soffrire, il mio interesse è sincero. 

Esco di casa e la raggiungo. "Ciao Giulia, andiamo?"

"Sì. Dove vuoi prendere il gelato?"

"In piazza, fanno il gelato migliore della zona."

Non sono per niente agitato, mentre mi racconta le sue ultime delusioni amorose penso a come potrebbe essere il nostro bacio. Che emozioni proverò? 

Davanti alla gelateria incontriamo Riccardo, è insieme ad una ragazza e mi guarda in modo strano. Lo so che non approva, secondo lui io e Giulia siamo strani insieme. Lei è più alta di me e anche più robusta; poi è più grande di età, ma io sto bene con lei, è l'unica cosa che conta. 

Ed eccolo che si avvicina: "Ciao Marco, come stai? Dove sei sparito in questi mesi?"

"A casa. Sono indietro con i compiti, devo studiare."

"Esci con la tua babysitter?" 

Avrei voluto tirargli un pugno: "Giulia, è una mia amica." 

Fa anche finta di non riconoscerla a quanto pare. 

Giulia gli porse la mano con naturalezza: "Piacere Giulia. Io mi ricordo di te, sei un amico di Marco. Ci siamo già incontrati.

"Adesso è lui in imbarazzo: "È vero, hai ragione. Comunque io sono Riccardo e lei è Tiziana, mia cugina." 

Dopo questa scenetta ridicola, ci salutiamo e per fortuna proseguono con il loro giro. Entriamo in gelateria.

"Che gusti prendi?" Chiedo per ordinare.

Giulia legge con attenzione tutti i cartellini. "Sono indecisa, cosa mi consigli?"

"Beh, bacio e magari panna. Che dici?" Già mi viene da ridere.

"Ok, allora bacio con panna."

Le passo il cono gelato, ne prendo uno uguale anche io. Ci incamminiamo verso il parco li vicino, noto una panchina libera, ci fermiamo. La giornata è calda ma si sta bene seduti all'ombra. C'è pochissima gente in giro, probabilmente c'è chi è ancora in vacanza. Credo sia il momento giusto per farmi avanti. "Avevi ragione è molto buono il gelato." 

Giulia non immagina quello che sto per fare, mi butto, senza troppo pensarci mi avvicino al suo viso e la bacio.

Si stacca subito, è a disagio. "Scusami Marco, non immaginavo di piacerti. Sei un ragazzo dolcissimo, ma per me sei come un fratello."

Temevo questa risposta e speravo in una reazione diversa dopo il mio bacio. "Te la sei presa?" 

"No. Ho una cotta per te da almeno due anni e volevo almeno che tu lo sapessi."

"Promettimi che siamo ancora amici."

Non riesco ad avercela con lei, è inutile: "Mi dispiace di non essere ricambiato, ma voglio ancora essere tuo amico."

"Vedrai, incontrerai la ragazza giusta e sarà molto fortunata."

La riaccompagno a casa, chiacchieriamo come se nulla fosse accaduto.Ho dato a lei il mio primo bacio ed è stato strano. Ero sicuro che avrei provato un'emozione forte, invece non è stato niente di memorabile. Forse è meglio così, lei non prova niente per me e me l'ha detto chiaro. Non voglio perderla, anche se sarà solo un'amica.

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