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Sono scappata in bagno a nascondermi e non ho capito il perché. È un ragazzo impertinente, ha superato il limite fissandomi in quel modo e io ho provato a tenergli testa ma sono capitolata di fronte al suo sguardo. I suo occhi sono così belli, verdi e profondi, ti attirano come due magneti e poi mi sono sentita esposta, come scrutata da un giudice che ha la capacità di leggerti dentro. Avrei voluto dirgli di non fissarmi ma non ci sono riuscita, una strana sensazione ha invaso il mio corpo, le gambe tremavano, non ero in me. Sarò sembrata ridicola, sono fuggita; in quel momento mi è preso così. Ora sono calma, devo rientrare in classe, ma lui è ancora lì, con la Prof. Evans. Sono obbligata a passargli di fianco, evito il suo sguardo e per fortuna raggiungo il mio posto indenne.
Saluta e se ne va. Matilde, al mio fianco, è in fermento: "Emma ma lo hai visto?"
"Chi?" Parlo senza collegare il cervello.
"Marco, il ragazzo di terza; adesso è il mio crush."
Non so cosa dirle, mi sento ancora scossa dall'incontro.
"Voglio conoscerlo, mi aiuterai?"
"Penso sia un ragazzo troppo pieno di se." Rispondo sincera.
"Perché dici questo?"
"Hai visto con che spavalderia si è presentato? Sono Marco della 3b. Siete i benvenuti!"
"È stato carino invece."
Non ho mai sopportato i ragazzi presuntuosi, anche se è carino, non mi sarei fatta abbindolare.
"Mi aiuti a conoscerlo?"
Non credo sia una buona idea. "Come vuoi, però ti ho avvisata."
Non mi va proprio, cosa potevo dirle...
Finita la lezione torno a casa, mia mamma non c'è e mi preparo un panino da mangiare mentre guardo la tv. Metto un film a caso, che non sembra male, due ragazzi e una complicata storia d'amore.
Mi succede spesso di immedesimarmi nei personaggi di un film, ma questa volta la mia mente ha anche scelto Marco della 3b per ricoprire il ruolo del protagonista maschile e non dovevo permetterglielo. Il pensiero di me tra le sue braccia mi provoca un brivido e non so rinunciare. Che male c'è, è talmente figo? Se non fosse che ho promesso a Matilde che l'avrei aiuta mettersi insieme a lui.
Mi preparo per andare in palestra, è il mio primo allenamento con la nuova squadra. Gioco a pallavolo da tanti anni e mi auguro di poter entrare come titolare.
La sensazione al mio arrivo è positiva, il campo è ben illuminato e le ragazze si allenano con grinta.
"Ciao sono Emma." Sorrido alla ragazza che ho di fronte, sembra simpatica.
"Piacere. Io sono Sara e sono il capitano. Sei di prima, vero? Da quanto tempo giochi?"
"Ho iniziato a 8 anni."
"Bene. Vai in campo, vediamo come te la cavi."
Sono carica a mille, ho l'adrenalina della giornata addosso e penso di aver fatto una bella figura.
"Niente male. Ottima la schiacciata." Sorrido soddisfatta.
"Ti metto in prima squadra, proviamo. Comunque facciamo giocare un pò tutti, a giro."
"Certo, va bene."
Finiti gli allenamenti faccio una doccia veloce e poi scambio due chiacchiere con Sara, con la quale ho una bella sintonia. Anche le altre non sembravano male, mi hanno dato un sacco di consigli non solo sul gioco, anche sulla scuola, sui ragazzi, sui Prof.
Una frase in particolare mi ha allarmata. "Stai alla larga dai ragazzi della 3b, sono degli idioti e si divertono a fare i bulli, soprattutto con i ragazzi delle prime."
Ricordo benissimo, Marco è in 3b. Sta cercando una nuova vittima? Sono io a quanto pare. Devo essergli sembrata un facile obbiettivo per come sono fuggita. Il mio pensiero è fisso su di lui, peggio di prima e mi sento una stupida.
"Tutto ok?" Chiese Sara.
"Scusa mi sono distratta."
Sara è più grande di me, frequenta la quarta. Scopro che è fidanzata da quasi due anni, con Paolo un ragazzo di quinta. Da come ne parla si capisce che è molto innamorata. È gentile, sento a pelle che una brava ragazza e che diventeremo amiche.
È ora di tornare a casa.
"Ragazze, grazie di tutto. Settimana prossima, qui alla stessa ora?"
Sara risponde: "Sì. Emma tieni il mio numero, se hai bisogno, per qualsiasi cosa, chiama."
"Grazie, lo farò."
A casa mamma sta preparando la cena.
"Allora come è andata oggi?"
"Bene, ho conosciuto tante ragazze simpatiche. È pronto? Ho una fame tremenda."
"Hai mangiato a pranzo Emma?"
"Un panino."
"È troppo poco non trovi? Non potevi prepararti qualcosa? Adesso aspetti, sta rientrando anche tuo padre."
Lui entra proprio in quel momento e gli corro incontro per abbracciarlo.
"Tesoro, tutto ok?"
"Sì papà, ti voglio bene."
"Che cos'hai combinato questa volta? Sentiamo."
"Niente, sono un angioletto."
Papà è proprio bello quando sorride.
"Hai solo l'aspetto dell'angioletto tu. Cosa hai fatto oggi?"
"Sono andata a scuola e ho iniziato anche pallavolo."
Mi aggrappo a lui come un koala, mi tiene stretta tra le braccia come una bambina.
La ramanzina però non manca mai: "Sono contento principessa. Divertiti, ma mi raccomando la scuola viene prima di tutto."
"Lo so papà. Puoi stare tranquillo."
Guardiamo insieme il telegiornale, inizio a sentire la stanchezza. Vado in camera mia a pensare, il mio primo giorno in una scuola nuova e non è stato male. La giornata è stata piena e ricca di incontri. Certo l'incontro che mi ha colpito di più è con il ragazzo dagli occhi verdi che ho scoperto essere un bullo. Una parte di me, lo sapeva già.
Dovrò mettere in guardia Matilde domani.
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Qualcosa che non dimentichi.
RomanceEmma e Marco si conoscono a scuola e sono giovanissimi, hanno 14 e 16 anni. L'amore arriva all'improvviso, come un colpo di fulmine e sarà una novità per Marco che dovrà imparare a gestire nuovi sentimenti e situazioni impreviste. Emma e Marco son...