Capitolo 9 Marco

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Al suono la campanella, molti dei miei compagni sgomitano per uscire.

Aspetto che finisca la ressa e mi avvicino ai gemelli per controllare i compiti che ho assegnato. Devo anche organizzare il loro studio in previsione delle prossime verifiche, il mio obiettivo è di fargli raggiungere una piena sufficienza.

Sono abbastanza soddisfatto del loro lavoro.

"Siete stati bravi a copiare."

Come sempre, rispondono in coro: "Lo pensi davvero?"

Evito di rispondergli, ho capito, con loro niente ironia.

Faccio qualche domanda prima a uno e poi all'altro, tutto sommato qualcosa hanno studiato. È strano sentirli parlare individualmente.

Per una volta che hanno aperto un libro, sono sicuri che prenderanno almeno sette, ci provo a riportarli con i piedi per terra, è tempo sprecato. Anche Riccardo si è fermato con noi a ripetere e dopo un pò arrivano anche Marta, Alessia ed Eleonora che non perde occasione per accollarsi: "Che bel gruppo di studio, perché non ci fermiamo più spesso?"

"Non se ne parla. Preferisco studiare da solo."

"Ma sei un bravo insegnante, lo sai?"

"Eleonora, guarda che non attacca."

Sbuffa. "Non ti si può fare nemmeno un complimento ora."

"No, non si può."

Non sopporto la sua insistenza, sto per risponderle male, Ric mi ferma. 

"Marco che ti prende? Perché non andiamo a mangiare tutti insieme un panino, si è fatto tardi."

"Va bene. Poi però vado a casa, ho un pò di cose da fare."

Ci fermiamo al bar "Zolletta," in centro alla Piazza e mi torna il buon umore solo dopo aver mangiato due bei grossi hamburger.

Eleonora ne ha preso uno vegetale: "Come fai a mangiare tutta quella carne?"

"Come fai tu a mangiare quello."

I gemelli sono d'accordo con me e anche Riccardo: "La carne fa sangue."

Dopo aver discusso a lungo e inutilmente, usciamo dal locare e ci fermiamo a fumare.

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