Capitolo Due.

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L'aria estiva era soffocantemente calda, persino a quest'ora della notte. C'ero una leggera brezza, il mio clima preferito. Le strade erano riempite da ondate di calore e tazze di soda.

Eleanor ed io uscimmo dall'auto, chiudendo la porta dietro di noi. La musica della festa stava rimbombando attraverso le casse. L'intero giardino ero sporco di carta igienica e di bicchieri rossi di plastica. Alcune persone stavano entrando nella villa degli Harries, altri ne stavano uscendo tra le braccia di qualcuno o con i loro vestiti sgualciti.

Avevo dormito appena la scorsa notte, avevo avuto una sorta di incubo sull'essere nella prospettiva di qualcun'altro, non che mi ricordi altro. Ma ero sicura che una festa sarebbe stata divertente, in ogni caso, avevo promesso alla mia amica che non l'avrei lasciata da sola.

Dalla stucchevole e maleodorante aria di questa sera, percepii l'odore dell'alcohol, l'aroma dei profumi e delle colonie delle persone che mi passavano accanto.

"C'è n'è molto per poter dire 'Niente alcohol'," borbottai incrociando le braccia davanti al petto sentendomi a disagio a causa degli sguardi di alcune persone su di noi, e nemmeno nel tipo di modo seducente. Una ragazza rise ed urtò la spalla di Eleanor, ma fece finta di niente.

Eleanor indossava un vestito che le arrivava proprio fino a sopra le ginocchia. Io, d'altra parte, nonostante le sue parole sul metterla in imbarazzo, indossai dei jeans stretti e

"Sta zitta," disse Eleanor con non-chalance. "Chi se ne frega se la gente è ubriaca? Rende questa situazione più divertente." Entrambe camminammo verso la porta d'ingresso, e ben presto ci ritrovammo dentro alla grande casa. Il posto era enorme; belissimi disegni e quadri d'arte erano appesi sulle pareti che erano di un colore bianco puro. Una scalinata a spirale si trovava nell'angolo, verso il piano superiore dove notai molteplici porte che probabilmente conducevano alle camere da letto ed ai bagni, perchè si trovavano al secondo piano. Alcune mensole e disegni riempivano l'ampio corridoio nel quale ci trovavamo, alcuni vasi decorativi di quarzo erano posti saldamente sopra i mobili color crema. Ero sorpresa che la casa fosse pulita, con l'eccezione di alcuni bicchieri sul pavimento e che coprivano i tavoli.

I miei occhi scannerizzarono il posto mentre Eleanor mi dirigeva verso il salotto. Un grande tavolo si trovava sul retro, ed una pista da ballo improvvisata sotto i tacchi e le scarpe di tutti mentre la gente tentava goffamente di ballare. Cercai qualcuno che conoscevo, come Finn o Jack, ma non riuscivo a trovarli. C'erano defiitivamente molte più di un centinaio di persone lì, diversamente da quello che aveva detto Eleanor. Molte persone saranno venute a conoscienza della festabed aumentato il numero degli ospiti presentandosi senza essere stati invitati. Importava per me. Non ero esattamente claustrofobica ma non mi piacevano gli spazi stretti. Vidi un ventilatore ed un condizionatore funzionando, ma facevano ben poco nello smaltire le sostanze chimiche disperse nell'aria spessa.

Mi strozzai con la nuvola di fumo di qualcuno, e vidi un uomo posare le labbra sulla sommità della sigaretta. Era un ragazzo, guardava tra la folla come se stesse cercando qualcuno. Lo sguardo tetro nei suoi occhi mentre passava in rassegna il tumulto di gente, non sembrava minacioso, ma un po intimidatorio. Trascinai i piedi verso Eleanor solo per rendermene conto.

Mi maledii ad alta voce, girando il collo per trovare la ragazza bruna. Forse se solo rimango quì, tornerà. Ci vollero due minuti di attesa prima che iniziassi a sentire la nausea per l'odore di fumo e di sudore, e decisi di uscire per un secondo.

"Stai bene?"

Mi girai trovando il ragazzo di prima gettando il mozzicone della sua sigaretta dentro ad un bicchiere di plastica.

"Ti sei persa?" La voce del ragazzo era roca ma gentile, e se non fosse apparso così spaventoso avrei pensato che fosse attraente.

Lo fissai inespressiva. "Sto solo... aspettando una amica," sussurrai, giocherellando con le dita.

"Sei sicura che sia almeno quì?" Sorrise beffardamente. Incrociò le braccia al petto.

Mi morsi la lingua. "Siamo venute quì insieme, l'ho solo persa," dissi freddamente. So che non è gentile giudicare così velocemente, ma non sembrava portare nulla di buono. "Sei della Lloyd?" Chiesi.

La gamba del ragazzo rimbalzò impazziente. "No," rispose immediatamente.

"Perchè sei quì?" Domandai come se niente fosse, nascondendo il mio fastidio.

"Beh, le persone la fanno grande per trovare il proprio compagno." Mi sorrise. Mi girai dall'altra parte. Sentivo il suo sguardo fisso sul mio volto. "Come ti chiami, dolcezza?" Domandò lentamente, mordendosi il labbro.

"Sono Evelyn," dissi e presi il cellulare per provare a telefonare Eleanor. Sono abbastanza sicura che avesse la modalità in vibrazione perciò avrebbe sentito la mia chiamata.

Il mio sguardo sfarfallò verso di lui per un secondo. Mi stava fissando con il più piccolo accenno dei sorrisi.

"Sono Zayn," disse.

"Ciao."

"Ciao."

Sospirai. "Vado a cercare la mia amica," dissi. "È stato bello parlare con te. Ci si vede." Gli sorrisi e camminai verso la porta d'ingresso del salotto.

"Evelyn," Zayn chiamò il mio nome. Mi girai verso di lui. "Posso avere il tuo numero?" Contrassi le labbra e lo fissai imbarazzata.

"Uh, sì, certo." Scossi la testa ed aprii il bloccaschermo del mio cellulare prima di porgerglielo. Zayn fece un grande sorriso prima di digitare il suo numero, poi mi porse il suo cellulare insieme al mio.

Quando sbloccai il suo cellulare, l'immagine di una ragazza bionda raffigurava il suo sfondo. La sua schiena era rivolta verso la macchina fotografica ma lei stava guardando verso sinistra, sorridendo. Vidi l'accenno di un tatuaggio sul suo collo -potrebbe essere stata una catenina?- prima che mi dirigessi ai suoi contatti.

"Fatto," dissi e gli porsi il cellulare.

"Grazie," disse facilmente, "Evelyn Bale."

Non gli avevo mai detto il mio cognome.

redemption :: harry styles (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora