Capitolo Otto.

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Fu davvero, davvero piacevole svegliarsi senza dolore. Senza i polsi legati; per rendere i lividi ancora più scuri. Le caviglie non mi facevano male. La testa non pulsava.

Mi ero svegliata gioiosamente.

Comunque, non mi ero svegliata da sola. Delle voci provenivano dal salotto, e immediatamente mi barricai dietro le porte e premetti il mio orecchio contro il legno di ebano.

Ero ancora molto assonnata, e appena posai i piedi per terra fui tentata di rigettarmi nel calore del letto, ma mi controllai dal farlo.

Ascoltai le voci, ma sembravano essersi calmate.

"Penso di aver dato più di abbastanza." Sentii dire da qualcuno. "È tipo un centinaio in più rispetto a quello che avevi chiesto."

"Lo so." Un'altro sospirò, e sembrava abbastanza colpevole. "Ma ti devo più di una persona; solo duecento in più?"

Ci fu silenzio per un secondo, e poi udii un click. Come se qualcuno avesse serrato qualcosa. "La prossima volta, ci darai un budget più basso. Di duecento in meno."

"Bene." Questa voce non era familiare. Era diversa. Non era nessuno dei ragazzi. Ma qualcun'altro. Doveva essere uno di quei uomini che Harry aveva detto sarebbero passati. "Solo non intrometterti con il mio lato cattivo."

E poi, ci fu un'altro click. Ma questo non era come quelli delle porte o delle valigie. Ci fu una forte spaccatura, come se due oggetti di metallo si fossero scontrati.

Una pistola.

"Penso sia un po troppo tardi."

Harry. Era la sua voce.

Cautamente, avvolsi le mie dita attorno alla fredda maniglia e la girai silenziosamente. Aprii di poco la porta, e fece un suono stridente, forte e chiaro. Non l'aveva chiusa a chiave. Perchè?

O forse l'aveva fatto e poi l'aveva sbloccata questa mattina?

Imprecando, balzai indietro, ma le voci continuarono come se non avessero sentito. Tornai indietro nella camera da letto e guardai fuori.

Harry, Zayn e Liam erano tutti seduti tranquillamente sul divano. Tastando una scatola di sigarette. L'intera stanza era piena di fumo. Un uomo, giovane ed affascinante, stava accanto ad un'altro. Una grande quantità di soldi nelle loro sporche mani, stringendoli saldamente. Uno di loro sembrava spaventato, invece l'altro stava in piedi normalmente.

"Ce ne andiamo adesso." Rispose quello calmo. Indicò il paviment dove c'era un piccolo trolley. "Sono lì dentro. Se avessi bisogno di fare scorta delle vostre droghe provate almeno a non sniffarvele tutte in un mese, 'kay?" Strinse i suoi occhi azzurri. "Ho una vita anche io."

Liam girò una pistola nera, picchiettandola pericolosamente tra le sua mani. "Addio, Marcus." Gli rivolse uno stretto sorriso mentre Harry si raddrizzò, alzandosi. Era più alto del resto del gruppo.

Harry girò la sua testa in un'altra direzione, e Marcus e l'altro uomo lo seguirono tranquillamente. "Alfie." Chiamò Liam, e l'uomo girò immediatamente i tacchi per andargli di fronte. "Dove sono le pistole?"

Il ragazzo -Alfie- ingoiò profondamente, ondeggiando il pomo di Adamo. Strinse forte una pila di fogli da lavoro sul petto dove il cuore gli stava palpitando rapidamente.

"Gli avanzi non erano molto buoni." Alfie guardò in basso mentre Liam lo fissava con attenzione, ignorando il suo sguardo. "Per favore-"

Liam lo zittì. "Dove," disse, mantenendo una chiara, espressione arrabbiata, "sono? Sicuramenti li hai tenuti al sicuro."

redemption :: harry styles (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora